Il 25 Luglio del 1943 vengono tolte da un gruppo antifascista le insegne dalla sede del Fascio di Ventimiglia…
Dopo l’8 settembre 1943 le forze armate di stanza a Ventimiglia si sciolgono e le Caserme vengono abbandonate. Ne approfittano i nuclei della Resistenza per sabotare le armi pesanti ed asportare le armi leggere con relative munizioni portandole in montagna per armare distaccamenti partigiani in formazione, che si raccoglieranno più tardi nella V^ Brigata [d’Assalto Garibaldi “Luigi Nuvoloni” della II^ Divisione “Felice Cascione”].
Tutta la città è permeata dallo spirito di rivolta, che si diffonde anche fra i ragazzi delle Scuole dove, per iniziativa di uno scolaro, Rino Poli [Rino, che in seguito fece parte della V^ Brigata], la raccolta dei fondi «Pro Mitra» lanciata dalla Repubblica di Salò viene boicottata.
… e si formano i primi nuclei della Resistenza…
Redazione, Martirio e Resistenza della Città di Ventimiglia nel corso della 2^ Guerra Mondiale. Relazione per il conferimento di una Medaglia d’Oro al Valor Militare, Comune di Ventimiglia (IM), 1971
Nella stazione di Ventimiglia agisce un gruppo cospirativo di ferrovieri antifascisti. Il gruppo è scoperto nella primavera del 1944, molti patrioti vengono arrestati e alcuni sono deportati nei campi di concentramento od uccisi […] Essi sono: Ferrari Edoardo, cantoniere, ucciso al Turchino nell’eccidio del 19 maggio ’44; Muratore Olimpio di Pasquale, alunno ferroviere, nato a Ventimiglia il 9-12-22 e deceduto a Mauthausen il 2-9-44; Palmero Giuseppe, manovale, deceduto a Fòssoli; Rubini Alessandro di Carlo, capostazione di I^ classe, nato a Novara nel 1891 e deceduto a Mauthausen il 17-12-44; Lerzo Ernesto di Giuseppe, conduttore, nato a Genova il 15-11-1913 e deceduto a Mauthausen il 15-3-45; Pietro Trucchi di Sebastiano, conduttore, nato a Camporosso (provincia di Imperia) il 14-10-1912 e deceduto a Mauthausen il 2-3-45; Viale Eraldo di Nicola, operaio, nato a Ventimiglia nel 1911 e deceduto a Mauthausen il 4-3-45. Da un promemoria riguardante Rubini Alessandro, fornito, come le notizie sopra trascritte, da Poli Rino tramite Biga, si estrae quanto segue:«Rubini Alessandro, nato a Novara il 4-11-1891, nel 1944 era capo stazione di l^ classe nella stazione FF.SS. di Ventimiglia. Fu arrestato il 23-5-44 per attività politica antifascista e quale appartenente al Comitato clandestino di Liberazione. Rimase nelle carceri di Imperia dal 23-5-44 al 28-5-44.Quindi fu detenuto a Genova (carceri di Marassi) dal 29-5-44 all’8-6-44.Successivamente fu a Fòssoli di Carpi, dall’S-6-44 al 21-6-44. Da ultimo fu a Mauthausen, fino alla data del suo decesso (17-12-44)». Dalla stessa relazione nella quale il Poli espone i fatti di Ventimiglia si deduce che nella primavera del 1944 in frazione Ville [di Ventimiglia (IM)] si era formato un gruppo di patrioti, fra i quali vi era il Poli Rino. Una giovane donna, sfollata e abitante in frazione Ville con la famiglia, portò ai patrioti due pistole mitragliatrici: trasportò i pezzi smontati e le munizioni in diverse volte, avvicinandosi come se cercasse erba per le bestie. I gruppi di giovani alla macchia, formatisi in quel tempo nella zona, erano parecchi. Su per giù nella medesima epoca (primavera-estate del ’44) giunse nella zona del Grammondo un distaccamento partigiano, al quale si aggregò subito il gruppo di cui faceva parte il Poli. Il distaccamento, al quale il Poli accenna, è quello di Ernesto Corradi (Nettu o Nettù), sorto dalla suddivisione di quello (3° distaccamento) di Ivan [Giacomo Sibilla, comandante di una delle prime bande partigiane dell’imperiese, già comandante del Distaccamento Inafferrabile, poi comandante della II^ Brigata d’Assalto Garibaldi “Nino Berio” della VI^ Divisione “Silvio Bonfante”]…Il distaccamento di Nettu era partito da Case Agnesi o Prati Piani, località vicina a Costa di Carpasio e a Colle d’Oggia…Col gruppo di Poli Rino aveva collaborato fin dagli inizi la baronessa Maria Galleani. Del gruppo al Grammondo, che era comandato da Nettu, faceva parte anche Osvaldo Lorenzi, di Imperia. Il distaccamento del Grammondo verrà assalito più tardi dai tedeschi, in data 9 agosto 1944. Diciassette partigiani verranno catturati e cioé: il Lorenzi, altri dodici Italiani e quattro Francesi. Portati a Sospel, qui i partigiani verranno torturati ed uccisi, in data 12 agosto ’44. Osvaldo Lorenzi, fu Secondo e di Muratore Maria Caterina, nato il 13-9-1918 in Porto Maurizio, e appartenente all’Azione Cattolica imperiese, all’8 settembre ’43 era a Napoli, al comando di un gruppo di militari, come sergente di fanteria (aveva iniziato, ma non terminato, per motivi vari, il corso allievi ufficiali). Avvenuto lo sbandamento delle forze armate, il Lorenzi ritorna ad Imperia in data 22 settembre ’43. Si reca presso Ventimiglia, nel villaggio di Calvo, presso il suo padrino, essendo la sua famiglia oriunda di quella città. Da un gruppo di parti giani che sono in quella zona viene invitato ad andare con loro, e accetta, sebbene avesse preferenza per la zona di Imperia, dove risiedeva la sua famiglia. Ai partigiani si aggrega intorno all’inizio dell’estate. Il 9 agosto ’44 Osvaldo Lorenzi, con alcuni altri giovani, si trova negli alloggiamenti sul Monte Grammondo, intento alla preparazione del pranzo. All’arrivo improvviso dei tedeschi, le vedette non fanno in tempo ad avvertire; riescono a stento a mettersi in salvo. I partigiani, che sono nella baracca dell’accampamento, vengono sorpresi e catturati: poco prima della cattura, uno di essi chiede al Lorenzi di coprirlo col fieno, sebbene si pensi che la baracca verrà incendiata; il Lorenzi lo nasconde; la baracca, come si temeva, viene data alle fiamme; ciò nonostante il partigiano farà in tempo a mettersi in salvo. Gli altri, fra cui il Lorenzi, mentre cercano di fuggire, capitano fra i tedeschi, e sono catturati vicino agli alloggiamenti, nel bosco dell’Alborea, che è parte del bosco di Sospel, sul pendio del Grammondo rivolto verso la Francia. A Sospel i tedeschi suonano i tamburi, per coprire i gemiti e gli urli dei partigiani torturati. Dopo le torture, i partigiani, che ormai non riescono a reggersi, sono uccisi, mediante fucilazione. Vengono tutti seppelliti in una fossa comune, senza che la popolazione li possa avvicinare; il Sindaco riesce a stento a mettere una bottiglia, col nome, al collo di qualcheduno, a lui noto (Notizie da Jolanda Lorenzi, sorella di Osvaldo, da Lavagna Giorgio e da altre fonti varie).
Giovanni Strato, Storia della Resistenza imperiese (I^ zona Liguria) – Vol. I: La Resistenza nella provincia di Imperia dalle origini a metà giugno 1944, Sabatelli Editore, Savona, 1976
… uno di questi, costituito da giovani ferrovieri nella Stazione Ferroviaria col compito di assicurare collegamenti, verrà più tardi scoperto ed i suoi membri arrestati e inviati in un campo di concentramento, dal quale non faranno più ritorno.
Eccone i nomi: Edoardo Ferrari, cantoniere – Giuseppe Palmero, manovale – Alessandro Rubini, capo stazione di I^ classe – Ernesto Lerzo, conduttore – Pietro Trucchi, conduttore – Eraldo Viale, operaio…
Redazione, Martirio e Resistenza della Città di Ventimiglia nel corso della 2^ Guerra Mondiale. Relazione per il conferimento di una Medaglia d’Oro al Valor Militare, Comune di Ventimiglia (IM), 1971
6) a seguito di queste ed altre minori azioni, la sede del distaccamento veniva individuata dal Comando Tedesco e il Comando Partigiano decideva allora di spostarla oltre confine, sul pendio ovest del Grammondo in località Alborea [o Albarea] del Comune francese di Sospel, accogliendo anche nella formazione un gruppo di partigiani francesi. Il Comando Tedesco scopriva però ben presto anche la nuova sede e decideva di compiere una grande operazione di rastrellamento con circa 1.500 uomini di stanza in Italia e in Francia, armati di mortai e artiglieria da montagna. Il distaccamento venne così circondato e attaccato e dopo una lunga e strenua resistenza – durante la quale venivano uccisi e feriti diversi tedeschi e cadevano tre partigiani, Quadretti, Armando [Cobra] Ferraro e Sauro [Bob] Dardano – riusciva in parte a sganciarsi e a mettersi in salvo attraverso un terreno impervio, mentre i restanti 15, asserragliati in una casa rustica ,opponevano una disperata resistenza fino all’esaurimento delle munizioni.
Catturati dai tedeschi, vengono imprigionati a Sospel, selvaggiamente torturati, massacrati…