I figli di Loi sono ora al Comando Militare Americano di Mentone

Mentone

9 gennaio 1945 – XIII
Efisio Loi: Via Ferruccio, 8 S.Remo è un ex-maresciallo capo di Finanza, il quale dopo l’8 settembre non ha fatto giuramento al DUCE. Ha due figli: Pietro (1924) e Paolo (1926) che sono ora al Comando Militare Americano di Mentone.
Efisio Loi, maresciallo, ha detto giorni or sono a Otto Antellini: “Salutami mio cugino che è Commissario alla Dogana Internazionale in Isvizzera, a Chiasso. Digli che i miei due figli sono a Mentone, al Comando Americano. Per il momento sono disoccupato, ma attendo gli avvenimenti (intendendo dire… ‘gli inglesi’)”.
Informazione Otto Ant.
Diario (brogliaccio) del Distaccamento di Sanremo (IM) della XXXII^ Brigata Nera Padoan – Documento in Archivio di Stato di Genova, copia di Paolo Bianchi di Sanremo

Mio fratello Piero [nome di battaglia Pierino] da oltre due mesi era in territorio francese. Con Gianni (Katiuscia) [n.d.r.: Giovanni Leuzzi, commissario di un Distaccamento garibaldino], mio compagno a Pigna e a Testa d’Alpe, decidemmo di attraversare il fronte con una barca; trovai subito Bric e Brac [Amilcare Allegretti], pescatore; la barca c’era, non era sua, ma la vendette come fosse stata di sua proprietà; pagai con quanto mi rimaneva. A sera nel magazzino, con la barca, trovammo dieci giovani nascosti che volevano fuggire e chiesero di portarli con noi: ricordo fra questi il caro amico Giacomo Amalberti (Giacurè); non dicemmo di no. Andammo in casa della famiglia di Pascalin [Pasquale Corradi, Pirata]. Incontrai il cap. Gino [Punzi], tipo di poche parole, forse un napoletano; portava con sé una borsa nera rigonfia che mai abbandonava. Anche i miei genitori giunsero con le loro poche cose. Improvvisamente giunse Scipio da Mentone e appresi che viveva alla Villa Citroniers con mio fratello e Pascalin […]
Paolo Pollastro Loi, testimonianza raccolta da Don Nino Allaria Olivieri in Ventimiglia partigiana… in città, sui monti, nei lager 1943-1945, a cura del Comune di Ventimiglia, Tipolitografia Stalla, Albenga, 1999, ripubblicata in Quando fischiava il vento. Episodi di vita civile e partigiana nella Zona Intemelia, Alzani Editore – La Voce Intemelia – A.N.P.I. Sezione di Ventimiglia (IM), 2015

Al Petit Rocher predisponemmo tutto sulla banchina per stivare il carico sul motoscafo che ci avrebbe riportato a Vallecrosia. Dovemmo anche imbarcare due agenti di Ventimiglia (Paolo Loi ed un altro che non ricordo), che avevano seguito un corso per sabotatori imparando a maneggiare l’esplosivo al plastico. Per fare posto ai due sabotatori, lasciammo a terra i viveri e il vestiario, imbarcando solo le armi e i medicinali, contro la volontà degli ufficiali inglesi. […] Arrivati al largo di Vallecrosia nessun segnale ma Girò [n.d.r.: Gireu/Giraud, Pietro Gerolamo Marcenaro] mise ugualmente in acqua i due canotti e disse che per maggior sicurezza saremmo approdati nel tratto di spiaggia davanti alla sua abitazione [nd.r.: la zona della foce del piccolo rio Rattaconigli al confine con Bordighera]. Era meno sorvegliato dai fascisti perché… minato. Come maggior sicurezza non era male! Ma Girò conosceva il posizionamento delle mine.
Renato “Plancia” Dorgia in Giuseppe Mac Fiorucci, Gruppo Sbarchi Vallecrosia, ed. Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia, Comune di Vallecrosia (IM), Provincia di Imperia, Associazione Culturale “Il Ponte” di Vallecrosia (IM), 2007

Alle 6 di sera partimmo per ROCCHETTA [Rocchetta Nervina (IM)] dove giungemmo dopo quattro ore di marcia. Ripartimmo di nuovo a mezzanotte con la guida PIERINO LOI che ci diresse attraverso la parte principale delle postazioni armate tedesche raggiungendo la periferia di VENTIMIGLIA dopo sei ore di marcia. Qui rimanemmo in un piccolo riparo dietro alla casa dei genitori della guida… Noi avevamo viaggiato da PIGNA in vestiti civili e siccome stava piovendo dalle 6 di sera quando dovemmo attraversare la città, potemmo indossare dei sacchi sulla testa nel modo in cui lo facevano i contadini, il che si aggiunse al nostro travestimento. Camminammo 2-3 chilometri lungo la strada principale che costeggia il fiume ROIA ed attraversammo il ponte nella città vecchia passando oltre le sentinelle tedesche senza sollevare il minimo sospetto ed andando alla casa del pescatore sulla spiaggia. Qui rimanemmo dalle 7 di sera fino a mezzanotte… A mezzanotte portammo la barca (lunga approssimativamente 14 piedi con quattro remi) per una strada e giù attraverso la spiaggia di ciottoli – l’unica area non minata – fino al mare. I pescatori ci portarono vogando, senza ulteriori incidenti, in 3 ore e mezza a Monte Carlo (MONACO) dove sbarcammo [n.d.r.: alle prime ore del mattino del 9 ottobre 1944, nella versione lasciata da Brooks Richards, Secret Flotillas, Vol. II: Clandestine Sea Operations in the Western Mediterranean, North Africa and the Adriatic, 1940-1944, Paperback, 2013] e ci arrendemmo alla guarnigione F.F.I. La mattina seguente guidammo fino a Nizza e facemmo rapporto al Maggiore H. GUNN delle Forze Speciali … A Nizza informammo il Colonnello BLYTHE del quartier generale della task force della settima armata americana circa la squadra dei quattro prigionieri di guerra che ci avevano lasciato per TENDA. Fino a quel momento non era arrivata nessuna loro notizia attraverso le pattuglie americane in quell’area… I pescatori erano in grado di fornire informazioni preziose alla Sezione di Interpretazione Fotografica del quartier generale americano sulla Forza Tedesca, posizioni delle armi, campi minati, ecc. a VENTIMIGLIA. (Mr. Paul Morton ha i nomi e i documenti di questi due uomini che darà senza dubbio alla Rappresentativa delle Forze Speciali n. 1 con P.W.B. a Roma). Questi uomini furono poi consegnati dal Maggiore GUNN al Capitano Jones, Esercito Americano a Nizza… PIERINO LOI, la guida procurata da LEO, mise su un’operazione straordinaria e non perse nemmeno una volta la pista durante le sei difficili ore di marcia da ROCCHETTA a VENTIMIGLIA… I pescatori sono sicuri che questo percorso (Ventimiglia – Monaco o Mentone) potrebbe essere usato con successo in entrambi i sensi. Essi affermano che si potrebbero evacuare da VENTIMIGLIA fino a venti persone alla volta se fosse disponibile un’imbarcazione più grande. Ciò vedemmo ed annotammo, e si può attestare che i pescatori condussero a termine il loro piano di evacuazione senza alcuna deviazione…
capitano G. K. Long (membro della Missione Flap), Relazione generale sul Piemonte e la Liguria, 1944 (senza indicazione di giorno e mese), documento britannico desegretato, copia di Giuseppe Mac Fiorucci

Loi [Pierino Loi] resta in territorio francese, opererà tra Carnoles e Mentone in qualità di addetto a radio libera; ritornerà [a Ventimiglia] saltuariamente via Grammondo, Grimaldi e la Mortola; la sua missione è di trasmettere notizie militari, di portare in salvo altri perseguitati e, poiché i suoi genitori erano in pericolo, attendeva di portarli oltre confine. … sarà ancora il Loi che potrà, tramite conoscenze in Nizza iscrivere in forza al comando americano dell’OSS il gruppo [Pedretti, Corradi ed altri] operante alla Marina di San Giuseppe [di Ventimiglia]… fece il suo inizio la Missione Corsaro…
don Nino Allaria Olivieri, Ventimiglia partigiana… op. cit.

Nell’ambito dell’O.S.S. veniva così costituita la Missione Corsaro, che assumeva il compito del collegamento tra il Comando alleato e i Comandi partigiani operanti nella zona Ventimiglia… Accettando l’incarico di capo dell’Ufficio Operazioni della Missione in zona nemica, tramite Corsaro [Giulio Pedretti], Leo [Stefano Carabalona] poteva inviare da Pigna al comando alleato le informazioni necessarie…
Francesco Biga (con la collaborazione di Osvaldo Contestabile), Storia della Resistenza Imperiese (I Zona Liguria), Vol. IV. Da Gennaio 1945 alla Liberazione, ed. Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia, Grafiche Amadeo, 2005

[…] avevano luogo sbarchi di materiale bellico nella zona di Vallecrosia-Bordighera. I volontari che si occuparono di tali trasporti appartenevano al gruppo di Leo (Stefano Carabalona), che fungeva da tramite tra i garibaldini e la missione alleata in Francia. Giulio Pedretti fu il partigiano che più di ogni altro si impegnò in tali operazioni, al punto che alla fine della guerra aveva effettuato 27 traversate per recapitare armi e uomini attraverso il tratto di mare prospicente la zona di confine italo-francese.
Rocco Fava di Sanremo (IM), La Resistenza nell’Imperiese. Un saggio di regestazione della documentazione inedita dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia (1 gennaio – 30 Aprile 1945), Tomo I, Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trieste, Anno Accademico 1998/1999