La casa che avevamo preso in affitto ad Apricale è stata requisita dai tedeschi proprio stamattina!

Apricale (IM)

Situato su un modesto risalto collinare di una convalle della Val Nervia, alle falde occidentali del monte Bignone, Apricale rimane in posizione appartata e relativamente defilata rispetto alle principali direttrici viarie dell’estremo Ponente Ligure, il che spiega la scarsa attenzione riservata dall’occupante tedesco a questo borgo, perlomeno meno fino all’estate del ’44, quando l’avvicinarsi del fronte dopo lo sbarco alleato in Provenza e la locale insorgenza della “Libera Repubblica” partigiana di Pigna conferiscono ad esso un nuovo e crescente rilievo strategico, al punto da indurre i tedeschi a farne la sede di Comando delle truppe antiguerriglia operanti in zona.
Fino ad allora, il paese non aveva conosciuto eventi particolarmente drammatici, se si eccettua l’uccisione per mano tedesca, il 23 maggio 1944, del civile Vincenzo Lupi [nd.r.: gli autori hanno sbagliato l’anno in cui avvenne questo tragico fatto – vedere infra], sorpreso sulla strada comunale e ritenuto appartenente alle bande partigiane.
Naturalmente, la popolazione simpatizza in genere con i ribelli, taluni giovani riparano in montagna e alcuni capifamiglia aiutano segretamente la Resistenza, ma manca in paese un vero movimento organizzato.
I tedeschi pongono un presidio ad Apricale il 29 ottobre 1944.
Pochi giorni dopo è costituito il CLN composto da Giuseppe Buscaglia, don Pio Mauro, Giobatta Martini, Domenico Romagnone, Giobatta Romagnone e Luigi Ronternoli. Il loro principale compito è rifornire di viveri e denaro i partigiani della V Brigata “L. Nuvoloni”, dislocati sulle alture di Collabassa, di Baiardo e del Grammondo. Alcuni giovani raggiungono questa Brigata. Il CLN locale tiene importanti contatti con il CLN di Bordighera.
Sovente i tedeschi rastrellano dei civili per impiegarli in lavori di fortificazione.
Il paese subisce saccheggi e rapine da parte degli occupanti. Per molte settimane i viveri vengono a mancare completamente.
Si ha notizia di un solo giovane partigiano [n.d.r.: non si trattava di un giovane, ma di una persona anziana – vedere infra] di Apricale caduto, Vincenzo Cassini, catturato e fucilato nella zona di Triora.
All’occupazione tedesca subentra alla Liberazione quella francese.
La vita riprende normale solo dopo la sistemazione dei nuovi confini concordati col Trattato di pace, firmato a Parigi nel 1947.
Nove militari, cittadini di Apricale, risulteranno dispersi in Russia: Vincenzo Cassini, Gildo Giana, Gildo Nobbio, Alfredo Marchesano, Giacomo Martini, Gildo Martini, Alfredo Pizziol, Alfredo Romagnone e Gildo Romagnone.
Francesco Biga e Ferruccio Iebole (a cura di Vittorio Detassis), Storia della Resistenza Imperiese (I^ Zona Liguria), Vol. V, Ed. Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia, 2016

Il 4 settembre 1944 a Baiardo una pattuglia partigiana del II distaccamento attaccava un gruppo di tedeschi che si avvicinava al paese; il giorno seguente, prevedendo una reazione nemica, il comando della V Brigata inviò verso Baiardo uomini del I, III, V e VII distaccamento. Alle prime luci del giorno, reparti tedeschi e del battaglione San Marco salirono da Ceriana e da Apricale: il combattimento si protrasse per più di quattro ore, prima che i partigiani si ritirassero su Ceppo per proteggere Pigna da un’eventuale azione.
Lo stesso giorno in località Margheria dei Boschi di Pigna fu prelevato ed ucciso il caporale maggiore della GNR Forestale della 4° legione Ambrogio Vincenzo Moro, nato ad Apricale il 9 febbraio 1900: di questa esecuzione non si conoscono i motivi, né per quali circostanze Moro si trovasse in una zona occupata dai partigiani.
Giorgio Caudano, Pigna. Storia di un paese, ed. in pr., 2016

Apricale, 27 ottobre 1944
Siamo arrivati a destinazione sani e salvi, grazie a Dio.
E’ stato un miracolo perché, poco tempo dopo che eravamo passati da Camporosso una nave ci ha fatto una scarica tremenda.
Ad Apricale, come pure a Camporosso, Dolceacqua, Isolabona, vi sono i soldati tedeschi. E noi che credevamo di andare al sicuro! A mezzogiorno abbiamo pranzato da mia zia Battistina. Ad Isolabona, passando, abbiamo incontrato Piombo e Ramoino, ed hanno detto che verranno a trovarci. La casa che avevamo preso in affitto ad Apricale è stata requisita dai tedeschi proprio stamattina! Così siamo andati ad abitare da nostro cugino Alfredo. E’ una casa bella e comoda, ma senza sole. Comunque, grazie alla sua gentilezza che ce l’ha messa a disposizione. Quassù vi è tanta gente sfollata da Ventimiglia, anche alcuni conoscenti.
21 novembre 1944
Ho avuto una ricaduta (non dovevo ancora uscire) e sabato e domenica ho avuto la febbre quasi a quaranta.
Il dottore temeva la difterite, ed occorreva una medicina particolare, urgentemente. Ha preparato la ricetta e ha detto alla mamma di andare al comando tedesco per vedere se potevano procurarla loro. Il capitano non si è fatto pregare due volte, ed ha mandato un suo uomo in motocicletta a prendermela a Sanremo, subito. Possiamo proprio ringraziarlo. Il dottore mi ha fatto un’iniezione così dolorosa che ho pianto tutto il giorno, e la notte credevo di morire. Viene due volte al giorno e mi fa anche la pennellazione. Deve farmi altre iniezioni, anche se sto un pochino meglio.
Nuccia Rodi, Diario di guerra. Ville, 22 giugno – 26 ottobre 1944… in Renzo Villa e Danilo Gnech (a cura di), Ventimiglia 1940-1945: ricordi di guerra (con la collaborazione di Danilo Mariani e Franco Miseria), Comune, Studio fotografico Mariani, Dopolavoro ferroviario, Ventimiglia, 1995

Il 18 marzo 1945 una ventina di ostaggi, prelevati dallo scantinato di casa Fognini, vennero condotti verso Taggia. Dodici venivano poi liberati e 6 fucilati o meglio mitragliati in una grotta sotto Carpenosa. Essi sono:
Lanteri Pierino di Verdeggia
Lombardo Calogero di Ravanusa (Sicilia)
Oliva Giovanni di Badalucco
Gamboni Pietro di Montello (Avellino)
Verrando Vincenzo di Agaggio
Cassini Vincenzo di Apricale.
Il Verrando era il terzo morto della famiglia per cause belliche.
don Ermando Micheletto, La V^ Brigata d’Assalto Garibaldi “Luigi Nuvoloni” (Dal Diario di “Domino nero” Ermando Micheletto), Edizioni Micheletto, Taggia (IM), 1975

Il Cassini era un vecchio cadente di oltre 72 anni dalla lunga barba bianca, mostrava numerose e profonde cicatrici dovute a sevizie e a torture. Fu accusato di rifornire olio alle bande partigiane. Niente di vero.
don Nino Allaria Olivieri, I testimoni raccontano…, FIVL – AGI, Imperia, 1999

3 gennaio 1945 – Dal comando della V ^ Brigata Brigata d’Assalto Garibaldi “Luigi Nuvoloni”, prot. n° 249, al comando della II^ Divisione “Felice Cascione” – Comunicava che i tedeschi del presidio di Molini di Triora ammontavano a 80 uomini e quelli di Pigna a 6; che la presenza del nemico ad Apricale si era notevolmente rafforzata con l’arrivo di nuove truppe e che i tedeschi a Taggia (IM) avevano tagliato alcune linee telefoniche.

4 gennaio 1945 – Dal comando [comandante “Danko” Giovanni Gatti] del I° Battaglione “Mario Bini” della V^ Brigata “Luigi Nuvoloni” della II^ Divisione “Felice Cascione”, prot. n° 32, al comando della V^ Brigata – Relazione militare: a Isolabona 200 tedeschi; 200 tedeschi anche ad Apricale; 300 a Dolceacqua…

19 aprile 1945 – Dal I° Distaccamento “Riccardo ‘Cardù’ Vitali” [comandante “Sergio” Guido Lanteri] del I° Battaglione “Mario Bini” al comando della V^ Brigata “Luigi Nuvoloni” –
Informava che “una squadra al comando di Spartaco [Giuseppe Zuccaro, nato a Messina il 23/07/1917] nella notte tra il 17 e il 18 u.s. partiva per recarsi sulla strada Baiardo-Apricale. Alle ore 10 del 18 giungevano 4 tedeschi, a cavallo, da Apricale, che venivano attaccati dai garibaldini: 3 rimanevano uccisi ed il quarto, ferito, fuggiva dando l’allarme”.

24 aprile 1945 – Da “Mina” al comando della II^ Divisione “Felice Cascione” – Comunicava che … ad Apricale si trovavano ancora 25 alpini tedeschi con una quarantina di cavalli…

24 aprile 1945 – Dal comando [comandante “Fragola Doria” Armando Izzo] della V^ Brigata “Luigi Nuvoloni” della II^ Divisione “Felice Cascione”, prot. n° 225, al comando [comandante “Vittò/Ivano” Giuseppe Vittorio Guglielmo] della II^ Divisione – Comunicava che … ad Apricale la Wermacht aveva ancora 18 uomini, tutti polacchi e russi, tranne il maresciallo, tedesco, che “ha di molto mutato il suo atteggiamento e da cerbero che era è divenuto dolcissimo“…

da documenti IsrecIm in Rocco Fava di Sanremo (IM), “La Resistenza nell’Imperiese. Un saggio di regestazione della documentazione inedita dell’Istituto Storico della Resistenza e della Storia Contemporanea di Imperia (1 gennaio – 30 Aprile 1945) – Tomo II, Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trieste, Anno Accademico 1998-1999 

Il 9 settembre 1944 una nutrita pattuglia tedesca, in marcia da Apricale verso Perinaldo, si scontra fortuitamente con un gruppo di partigiani del 6° distaccamento, inferiori nel numero. Il conflitto a fuoco che ne segue costa la vita a Giovanni Carli, mentre un’altro partigiano viene ferito ma messo in salvo dai compagni.
[…] Non tornò più ad Apricale Enrico Pisano (n. 24/8/1923), marò presso il Comando Marina Egeo e disperso a Rodi l’11 settembre 1943.
Giorgio Caudano, Gli eroi sono tutti giovani e belli. I Caduti della Lotta di Liberazione nella I^ Zona Operativa Liguria, ed. in pr., 2020

Autore: adrianomaini

Pensionato di Bordighera (IM)

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