Sui partigiani trucidati ad Isolabona

Il cippo commemorativo dei partigiani trucidati dai nazisti il 2 marzo 1945 davanti al cimitero di Isolabona (IM)

Dopo un rastrellamento effettuato dai tedeschi nelle campagne di Buggio [Frazione di Pigna (IM)], probabilmente per iniziare a prepararsi una via di fuga nel caso dello sfondamento della linea del fronte – che passava sul Grammondo e sulle vette dell’Authion – vennero catturati otto giovani. Le modalità del loro arresto sono alquanto controverse. Alcuni abitanti del paese riferirono che i tedeschi si recarono a colpo sicuro in un fienile dove un gruppo di questi si era nascosto in un rifugio ben celato sotto numerose balle di fieno. Questa sicurezza mostrata dai tedeschi fa pensare a una probabile delazione. Gli otto prigionieri furono trasferiti a Isolabona con i polsi legati con il fil di ferro dietro la schiena. Dopo un interrogatorio, che immaginiamo assai cruento, furono fucilati presso il muro esterno del camposanto del paese.
Giorgio Caudano, Pigna. Storia di un paese, Edito dall’Autore, 2016

Trascorso il terribile inverno 1944-1945, mentre si rinforzano nuovamente i distaccamenti garibaldini con l’afflusso di reclute e con il ritorno nelle formazioni di coloro che, meno atti, avevano trascorso il crudo periodo invernale nel fondovalle, anche il nemico riprende le operazioni per  salvaguardare le vie di comunicazione, per esso vitali, ripetutamente interrotte dalle formazioni partigiane. E sovente, come una belva ferita che negli ultimi istanti della sua esistenza si scatena con ferocia, è ancora il suo unico modo di combattere. Alcuni garibaldini della V^ Brigata [d’Assalto Garibaldi “Luigi Nuvoloni”della II^ Divisione “Felice Cascione”], catturati in precedenza, più numerosi nelle zone di Pigna (IM) e di Buggio [Frazione di Pigna (IM)], vengono raggruppati dal nemico, 34 I.D. Grenadier-Regiment 253, a Isolabona (IM) e il 2 marzo 1945 fucilati presso il cimitero per rappresaglia in risposta alle sconfitte subite.

Aimo Domenico
Massa Vito
Pallanca Antonio
Pastor Attilio
Sciutto Umberto
Vivaldi Benedetto
Immagini desunte dal lavoro citato di Giorgio Caudano

Cadono così, coraggiosamente, gettando disprezzo in faccia al nemico: Domenico Aimo, Giulio Grassi, Vito Massa, Antonio Pallanca, Attilio Pastor, Umberto Sciutto, Primolino Verrando e Benedetto Vivaldi. Infine Giovanni Guglielmi, di Torri, Frazione  di Ventimiglia (IM), muore all’ospedale lo stesso giorno. Francesco Biga, (con la collaborazione di Osvaldo Contestabile), Storia della Resistenza Imperiese (I Zona Liguria), Vol. IV. Da Gennaio 1945 alla Liberazione, ed. Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia, Grafiche Amadeo, 2005

Caddero: ALBERIGO COSTANTINO Giuseppe Casanova Lerrone SV 1/2/13 + Sanremo fucilato 2/3/45
D’ONGHIA FRANCESCO Franz Noci BA 01/2/23 + Sanremo fucilato 2/3/45
AIMO DOMENICO Ventimiglia 13/6/1927 + Isolabona fucilato 2/3/45
GRASSI GIULIO Milano 29/7/1925 + Isolabona fucilato 2/3/45
MASSA VITO Ripacandida (PZ) 24/12/1923 + Isolabona fucilato 2/3/45
PALLANCA ANTONIO Airole (Collabassa) 1/9/1922 + Isolabona fucilato 2/3/45
PASTOR ATTILIO Pigna (Buggio) 2/12/1927 + Isolabona fucilato 2/3/45
SCIUTTO UMBERTO Cairo Mont.tte (SV) 30/6/1924 + Isolabona fucilato 2/3/45
VERRANDO PRIMOLINO Pigna (Buggio) 18/11/1924 + Isolabona fucilato 2/3/45
VIVALDI BENEDETTO Taggia 24/12/1923 + Isolabona fucilato 2/3/45
Giorgio Caudano, Op. cit.

n.d.r.: altri lavori di Giorgio Caudano: a cura di Paolo Veziano con il contributo di Giorgio Caudano e di Graziano Mamone, La libera Repubblica di Pigna. Parentesi di democrazia (29 agosto 1944 - 8 ottobre 1944), Comune di Pigna, IsrecIm, Fusta Editore, 2020; Giorgio Caudano, Gli eroi sono tutti giovani e belli. I Caduti della Lotta di Liberazione nella I^ Zona Operativa Liguria, Edito dall'Autore, 2020; Giorgio Caudano, Dal Mare alla Trincea... memorie di uomini, BB Europa, Cuneo, 2019; Silvia Alborno, Gisella Merello, Marco Farotto, Marco Cassini, Giorgio Caudano, Franck Vigliani, curatori della mostra Claude Monet, ritorno in Riviera, catalogo a cura di Aldo Herlaut, Silvana Editoriale, Milano 2019; La Magnifica Invenzione. I pionieri della fotografia in Val Nervia 1865-1925, a cura di Marco Cassini e Giorgio Caudano, Istituto Internazionale di Studi Liguri, Bordighera, 2016  

Potrebbe essere ancora vivo l’ex tenente Josef Fellermeier, comandante del plotone di genieri tedeschi del 253° Reggimento granatieri inquadrato nella 34a Divisione, responsabile dell’eccidio di otto ostaggi partigiani fucilati a Isolabona il 4 marzo 1945. È bastata un’ora, al professor Carlo Gentile, originario di Dolcedo e con casa a San Lazzaro Reale, docente di Storia contemporanea all’Università di Colonia, per trovare dati che consolidano le ricerche fatte dallo storico di Isolabona Paolo Veziano. Fellermeier è della classe 1918: in teoria potrebbe essere in vita. È stato Veziano a incaponirsi sull’identità di chi diede l’ordine di uccidere gli ostaggi poi vantandosene con i commilitoni. I soldati tedeschi, gli stessi probabilmente che compirono la strage di Grimaldi e altri assassinii di partigiani a Forte San Paolo a Ventimiglia e a Latte [Frazione di Ventimiglia] nel periodo che precedette la ritirata delle truppe germaniche dall’Italia, erano di stanza proprio a Isolabona. Si parla di circa 1700 uomini nelle cui file c’erano anche appartenenti alla Marina e componenti delle milizie fasciste. Veziano ha desunto il nome di Fellermeier compulsando i resoconti degli interrogatori a cui i partigiani avevano sottoposto i prigionieri tedeschi.
Maurizio Vezzaro, Potrebbe vivere in Baviera l’ex “aguzzino” Fellermeier. Le ricerche del professor Gentile confermano la pista seguita da Veziano. Il responsabile dell’eccidio di Isolabona dopo la guerra tornò in patria, La Stampa, 28 Aprile 2017

È stato scoperto – e comunicato per la prima volta oggi in occasione delle celebrazioni del 25 aprile – l’ufficiale della Gestapo che il 4 marzo del 1945 ordinò la fucilazione di otto “garibaldini”, a Isolabona, piccolo centro storico dell’entroterra di Ventimiglia (Imperia). È stato lo storico Paolo Veziano, membro del direttivo scientifico dell’Istituto storico della Resistenza a effettuare la scoperta, grazie all’analisi dei verbali di interrogatorio dell’epoca a carico dei tedeschi catturati dai partigiani. “Aspetto di raccogliere dell’altra documentazione dall’archivio militare di Friburgo – ha annunciato Veziano – dopodiché trasmetterò tutti gli atti alla Procura militare di La Spezia, competente per questo genere di reati”. Secondo quanto ricostruito da Veziano fu il caporal maggiore del genio tedesco Gerard Kunat, catturato dai partigiani, a indicare in un uomo: “alto, magro e con un occhio di cristallo”, l’ufficiale nazista, poi identificato nel tenente Feller, che ordinò la fucilazione. Nello stesso documento si legge pure la richiesta di trasferire il gerarca a Isolabona, affinché venga fucilato nello stesso punto in cui si trovavano ancora le macchie di sangue dei “garibaldini” ammazzati. Fucilazione che tuttavia non avvenne mai, così come ancora oggi non si sa che fine abbia fatto il tenente Feller.
CRONACA, L’annuncio dello storico Paolo Veziano: fu il tenente Feller. 25 Aprile, scoperto l’ufficiale nazista che ordinò le fucilazioni a Isolabona, Primocanale.it, mercoledì 26 aprile 2017

Dalle nebbie del passato affiorano, come spaventosi spettri, nuovi brandelli di verità sull’identità di Josef Fellermeier, l’ufficiale nazista presunto responsabile delle torture e dell’uccisione inflitte a otto ostaggi partigiani in quel di Isolabona, nel lontano ma mai dimenticato 4 marzo 1945. Dalle ricerche partite dagli spunti storici dello studioso locale Paolo Veziano che è andato scandagliare gli archivi, trovando documenti riportanti l’esito di interrogatori di soldati tedeschi prigionieri, e approfondite dal professor Carlo Gentile, originario di Dolcedo e docente di storia contemporanea dell’Università di Colonia, la figura di Josef Fellermeier comincia a delinearsi in tutti i suoi freddi, brutali contorni […] Stiamo parlando di un sottotenente derivante dai ranghi dei sottufficiali che prima lavorava come funzionario nel Reichsarbeitsdienst (Servizio del lavoro: un’organizzazione interna al partito nazionalsocialista). «Ulteriore conferma dell’identità – scrive il professor Gentile – è il fatto che Fellermeier, nell’estate del 1942, fu ferito e perdette l’occhio sinistro». E in effetti, nel resoconto degli interrogatori condotti dai partigiani, i soldati tedeschi riferiscono tutti il particolare dell’occhio mancante. Difficile poter dire se la Procura militare di Verona oggi competente, a distanza di così tanto tempo e con sì labili elementi (non sono sufficienti quelli già a disposizione), possa decidere di aprire un fascicolo penale. Veziano e Gentile gli spunti li hanno forniti. Si vedrà. Per quanto riguarda l’estremo Ponente, l’unità maggiormente responsabile di eccidi di resistenti e civili fu il «Grenadier-regiment 253 comandato dal maggiore Geiger. Un elenco di persone trucidate dai tedeschi nell’area di Ventimiglia contempla, oltre alle 12 vittime della strage di Grimaldi, i nomi di 41 persone assassinate nel circondario nel periodo in cui la famigerata squadra era di stanza a Ventimiglia. Il 21 marzo 1945, al forte San Paolo a Ventimiglia furono passati per le armi otto ragazzi tra i 16 e i 24 anni, in parte collaboratori delle formazioni partigiane, rastrellati a Bordighera e Dolceacqua. Giudicati da una corte marziale presieduta dallo stesso Geiger, prima di essere giustiziati furono picchiati dal maresciallo Rudolf Przibilla, un altro dei volenterosi carnefici di Hitler.
Maurizio Vezzaro, Eccidio di Isolabona, nuovi particolari sul “volenteroso” carnefice di Hitler. Proseguono le ricerche del professor Carlo Gentile e dello storico locale Paolo Veziano sui fatti accaduti nel marzo del 1945, La Stampa, 19 Maggio 2017

[n.d.r.: tra i lavori di Paolo Veziano: La libera Repubblica di Pigna. Parentesi di democrazia (29 agosto 1944 – 8 ottobre 1944), a cura di Paolo Veziano con il contributo di Giorgio Caudano e di Graziano Mamone, Comune di Pigna, IsrecIm, Fusta Editore, 2020; Paolo Veziano, Ombre al confine. L’espatrio clandestino degli Ebrei dalla Riviera dei Fiori alla Costa Azzurra 1938-1940, ed. Fusta, 2014; Paolo Veziano, Ombre di confine: l’emigrazione clandestina degli ebrei stranieri dalla Riviera dei fiori verso la Costa azzurra, 1938-1940, Alzani, 2001; Paolo Veziano, Sanremo. Una nuova comunità ebraica nell’Italia fascista 1937-1945, Diabasis, 2007; Paolo Veziano, San Remo. Una piccola comunità ebraica nella Riviera dei Fiori degli anni Trenta, in “La Rassegna mensile di Israel, volume LXIX n. 1, gennaio-aprile 2003”; Saggi sull’ebraismo italiano del Novecento in onore di Luisella Mortara Ottolenghi, Catalogo della Mostra Angelo Donati. Un ebreo modenese tra Italia e Francia, a cura di Paolo Veziano, 2004]

Fucilazione di tre gruppi familiari nell’abitato di Grimaldi superiore, precedentemente evacuato per ordine tedesco. La motivazione della strage è incerta, ma potrebbe essere legata al mancato rispetto dell’ordine di evacuazione del paese. Il Tribunale Militare di Torino in data 15 maggio 2000, dopo un processo che vide alla sbarra il maggiore Hans Geiger (nato a Francoforte il 12 giugno 1906) e il tenente Heinrich Goering (nato a Betzdorf il 17 luglio 1923), rispettivamente comandanti del 253. Grenatier Regiment della 34 Infanterie division e della VI compagnia dello stesso reggimento, emise una sentenza di non luogo a procedere per i due ufficiali tedeschi […]
Giorgio Caudano, Gli eroi sono tutti giovani e belli. I Caduti della Lotta di Liberazione nella I^ Zona Operativa Liguria, Edito dall’Autore, 2020