Molte bombe sono cadute nel Roia

Ventimiglia (IM): la zona dei ponti sul fiume Roia

1° agosto 1944
Stamattina sono andata a Ventimiglia per riscuotere il sussidio e ho passato l’intera mattinata nella galleria del Cavo. È stata una giornata di allarmi consecutivi, e dire che non abbiamo ancora visto il bello!
2 agosto 1944
Giornata come ieri, la sirena ha fischiato continuamente.
È stato ucciso il figlio del Barun di Siestro. Il dott. Cassano è stato arrestato e portato via dalle SS. Attendiamo delle giornate nere e, pur di salvare la vita, siamo pronti a qualsiasi sacrificio.
3 agosto 1944
Dopo una notte di rumore continuo, prodotto dalle zattere e dagli apparecchi, la mattinata è stata abbastanza brutta. Verso le 10, formazioni di apparecchi hanno combattuto con i caccia. Un’infinità di piccole bombe sono state gettate a San Bernardo, Seglia, Peidaigo e Ville. Le più vicine a noi sono cadute da Rocco: 5 di numero. Alle Ville, abbiamo da lamentare una morta, la Magnuna che lavorava da Enrico a raccogliere ceci. Hanno sganciato pure su Bevera con diversi morti anche là. La giornata è proseguita con un ininterrotto rombo di apparecchi che sorvolavano continuamente le nostre teste.
4 agosto 1944
Sebbene molto a malincuore, sono partita lo stesso, data la mia solita abitudine di andare al mercato. Erano le 6,30 e gli apparecchi già ronzavano sulle nostre teste. È stato un attimo e la gente è scomparsa tutta. Sono rimasta sola con la mia Cita che frustavo più che potevo per farla correre e potermi mettere in salvo. Quando sono giunta sul ponte Roia, gli apparecchi bombardavano Bevera, ma mi sembrava che fossero sulla mia testa. Ero terrorizzata, ho raggiunto la galleria del Borgo e mi ci sono infilata, finalmente al sicuro, ma angosciata per la mula che avevo lasciata esposta al pericolo. Certo, appena tornata un po’ di calma, sono ripartita, ma le frustate che prendeva la povera bestia erano continue.
Un giovane che era anche lui rifugiato in galleria, e che veniva verso Latte, mi faceva compagnia e coraggio e gridava anche lui alla mula per farla galoppare di più.
Sono arrivata a casa senza che gli aeroplani mi rombassero più sulla testa. Non andrò più a Ventimiglia con la bestia. È stata una giornata terribile per tutti, la gente non è più uscita dai rifugi, tutti zeppi di persone. Anche le gallerie del treno sono state occupate, famiglie intere vi hanno preso alloggio. Verso le 10,30, hanno gettato di nuovo le loro bombe per colpire il ponte, ma non vi sono riusciti neanche questa volta. Molte bombe sono cadute nel Roia e qualcuna alle Gianchette, che ormai sono addirittura rase al suolo.
Anche il ponte di Nervia è stato preso di mira, ma è rimasto intatto. In serata sembra che l’uragano di ferro e di fuoco si sia calmato un po’, ma non abbiamo quasi il coraggio di andare a letto.
Caterina Gaggero Viale, Diario di Guerra della Zona Intemelia 1943-45, Edizioni Alzani, Pinerolo, 1988

3 agosto 1944 – Ventimiglia-Imperia: ore 11 – sgancio di bombe nelle zone di Ventimiglia e Camporosso danneggiando complessivamente 86 abitazioni e causando 6 morti e 31 feriti.
4 agosto 1944 […] In zona Ponte Roia di Ventimiglia e frazione Bevera, sgancio di altre bombe, senza conseguenze.
Notiziario della Guardia Nazionale Repubblicana del giorno 22 agosto 1944, p. 43,  Fondazione Luigi Micheletti

25 agosto 1944
Bombardamento aereo di Latte e Mortola [Frazioni di Ventimiglia (IM)]. Prima notte al rifugio (27 persone).
29 agosto 1944
Bombardamento aereo al Forte. Riccardo Bargioni ferito lievemente.
30 agosto 1944
Mitragliamento al Ponte del Butassu [a Latte]. Macchina tedesca incendiata.
Giuseppe Biancheri, Diario [giovanile] di guerra, pubblicato su “La Voce Intemelia”, anno XXXIX, n. 10 ottobre 1984, qui ripreso da Cumpagnia d’i Ventemigliusi

8 settembre 1944
[…] Solo questa mattina abbiamo appreso che sparavano sul tratto di strada tra Bordighera e Ventimiglia dove c’era un agglomerato di truppe e materiale avanzanti verso la frontiera.
9 settembre
[…] I marinai che dovevano partire entro due giorni sono tutt’ora qui e in casa ne abbiamo nuovamente una trentina. Da una finestra uno di questi mi fa un cenno e mi spiega che da lassù si scorgono 10 navi inglesi: in un baleno sono anch’io là con mamma e a occhio nudo non posso vedere che tanti punti neri muoversi verso noi. Ridiscendo, ma non sono affatto tranquilla: dopo un mezz’ora ecco un bel cannoneggiamento coi fiocchi. Ora apprendo che avevano sparato nuovamente sulla strada tra Bordighera e Ventimiglia. Che Iddio ci tenga lontani da simili bombardamenti!
[n.d.r.: dal diario di una ragazza rimasta ignota, figlia di albergatori di Sanremo]
Renato Tavanti, Sanremo. “Nido di vipere”. Piccola cronaca di guerra. Volume terzo, Atene Edizioni, 2006

Settembre
VENERDÌ 1° – Fuga della Milizia e sacco della Casa Rossa (Paraixu Russu) [località di Ventimiglia (IM)]. Si avvista, per la prima volta, il caccia. Gli americani a Olivetta [Olivetta San Michele (IM), in Val Roia]?
MARTEDÌ 5 – Assistiamo, dalla galleria della Mortola, al cannoneggiamento di Mont Agel da parte dell’I.L. Emile Bertin e di 2 C.C.T.T. [I.L. e C.T. abbreviano rispettivamente Incrociatore Leggero e Cacciatorpediniere]
MERCOLEDÌ 6 – Lungo mitragliamento da parte dell’aereo catapultabile su Punta Mortola e Punta Beniamin [località di Ventimiglia (IM)]. Giungono i tedeschi nel nostro giardino per impiantare uno scivolo.
GIOVEDÌ 7 – Arrivano gli autocarri tedeschi. Il muro al mare, vicino al terrazzo, alcuni pilastri e il cancello rosa fatti saltare; incomincia la costruzione dello scivolo. Partenza di una parte dei Bargioni.
VENERDÌ 8 – La costruzione dello scivolo rallentata dal mare grosso. Un trattore, per errore, schianta il cancello sulla strada. Posizioni, in Francia, cannoneggiate dall’I.L. Dugay Trouin. Partenza dei rimanenti Bargioni.
SABATO 9 – Primo giorno che andiamo alla casa giù. Un C.T. bombarda Bellenda [altura sovrastante la Frazione, di ponente, Latte di Ventimiglia (IM)]. Conversazione con un tedesco sulle nuove armi. Undici corvette, protette da 2 C.T. e un I.L. cannoneggiano posizioni sopra Ventimiglia e Bordighera.
DOMENICA 10 – Le stesse navi della sera precedente tirano su Forte San Paolo [a ponente del centro storico di Ventimiglia]. I tedeschi non tornano nella mattinata e gli ultimi rimasti partono definitivamente. Marinai tedeschi cercano MAS a Punta Beniamino con feriti. La sera un C.T. bombarda Nervia e Capo Ampelio.
LUNEDI 11 – Posizioni tedesche sui monti bombardate dalla corazzata Lorraine. Bagno sotto i tiri. Un C.T. bombarda per un’ora Punta Mortola e Punta Arma [località di Ventimiglia (IM)].
MERCOLEDÌ 13 – Proiettili, non si sa da dove, cadono da Gaetano [in Frazione Latte] e davanti a casa nostra.
GIOVEDÌ 14 – Vendemmia, la mattina, con aeroplani. Verso le 13 un C.T. lancia proiettili sulla Mortola, vicino alla Vedetta e da Carlo. Verso sera compare un I.L. americano tipo Savannah.
VENERDÌ 15 – La mattina continua la vendemmia. Bagno con aeroplani. Si fa sgomberare la popolazione di Sealza [Frazione di Ventimiglia (IM)]. Un soldato tedesco avvisa che verrà un ordine di sfollamento.
SABATO 16 – Ordine, per Latte, di sfollare entro le 20. Fiasco della commissione che cerca di evitare lo sgombero. Partenza degli Orengo e dei Queirolo-Ammirati. Verso le 21 salta la galleria di Acquarone.
DOMENICA 17 – Il Federale ottiene il rinvio dello sgombero fino a martedì sera. La sera, ordine di sgombero a Ciotti e Grimaldi [località di Ventimiglia (IM)].
[…] GIOVEDÌ 21 – Giornata trascorsa a Ventimiglia. Verso le 19.30 partenza per Bordighera. Arrivo a Villa Elisa.
Giuseppe Biancheri, Op. cit.

25 settembre – Ventimiglia-Imperia
Ore 8,15 – Violento bombardamento navale e terrestre sul centro abitato, protrattosi fino alle ore 20. Colpiti e gravemente danneggiati il Credito Italiano, la Banca Commerciale, la caserma del presidio della G.N.R. e diverse case d’abitazione. Sei morti ed alcuni feriti fra la popolazione.
Notiziario della Guardia Nazionale Repubblicana del giorno 13 ottobre 1944, p. 42,  Fondazione Luigi Micheletti

Settembre
MARTEDÌ 26 – Diciotto bimotori attaccano obiettivi nella Val Roia.
GIOVEDÌ 28 – Proiettili vicino al Continentale diretti al cannone di Villa Ortensia [in Bordighera (IM)]. (C.T. inglese tipo Greyound).
VENERDÌ 29 – Fra le 13 e le 16 bombardamento navi zona centrale di Bordighera.
SABATO 30 – Ci trasferiamo alla Pensione Bellavista [in Bordighera (IM)]. Un C.T. bombarda Latte.
Giuseppe Biancheri, Op. cit.

Giovanni PREDAZZI
Vig. Vol. funz. C.S. 39° Corpo Vigili del Fuoco Imperia
Caduto il 29 novembre 1944 a Ventimiglia
Nasce a Cassine (AL) il 23 ottobre 1894 da Biagio e da Maria GROSA
Eroe del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco
“Caduto nell’adempimento del dovere”.
“Comandato di recarsi presso l’Ufficio annonario del Municipio di Ventimiglia, per motivi di servizio, viene colpito a morte dal bombardamento navale alleato sulla città di Ventimiglia”.
Redazione, 1835-2015. Guardie del Fuoco, Pompieri, Vigili del Fuoco Caduti nell’adempimento del dovere, Ministero dell’Interno. Dipartimento dei Vigili del Fuoco Soccorso Pubblico e Difesa Civile. Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, 2015

Agostino GUGLIELMI
Vigile del 39° Corpo Vigili del Fuoco Imperia
Caduto il 9 febbraio 1945 a Ventimiglia
Nasce a Ventimiglia il 16 settembre 1905 da Giò Batta e da Caterina BRUZZONE.
Eroe del Corpo Nazionale dei Vigile del Fuoco
“Caduto nell’adempimento del dovere”.
“In servizio di istituto colpito da scheggia di proiettile di artiglieria nemica”.
Lascia la moglie e tre figli minorenni
Redazione, 1835-2015. Guardie del Fuoco, Pompieri, Vigili del Fuoco Caduti nell’adempimento del dovere, Ministero dell’Interno. Dipartimento dei Vigili del Fuoco Soccorso Pubblico e Difesa Civile. Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, 2015

I partigiani attaccano Villa Balzi per liberare un ferito di nome Autano

17_ago05 (21)
Bordighera (IM)

Ai primi di novembre [1943] i fuggitivi [Michael Ross e George Bell] giungono in Bagnasco […] Erano giunti in terra ligure senza nemmeno saperlo. Puntarono la mattina più a valle, in vista di un casolare. Ma un incontro del tutto fortuito cambierà i loro progetti, studiati per giorni e giorni. L’uomo incontrato era Renato Brunati e il luogo il paese di Baiardo […] i Porcheddu [n.d.r.: dalla loro abitazione, Villa Llo di Mare, sita in Arziglia di Bordighera (IM)] liberamente andarono incontro per salvare la vita dei due sconosciuti inglesi. Il ringraziamento, Ross, lo estende a Vincenzo Manuel Gismondi, a Federico Assandria e ad Elio Moraglia. “Beppe aveva ordinato di portarci in una casetta nel paesino di Negi ove vivevano sua moglie e i figli dopo l’arresto di Lina e Brunati” [Ross]. Dopo l’impresa fallita [n.d.r.: tentativo di andare in barca a motore da Bordighera per la Corsica, causa affondamento per avaria del natante prescelto!] i due fuggiaschi inglesi riuscirono a trovare riposo e calore umano ma dovettero lasciare le terre di Arziglia […]
Don Nino Allaria Olivieri in Ventimiglia … sentieri della speranza <ANPI, Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia, Nante Edizioni, Imperia>, 2006, ripubblicato in Quando fischiava il vento. Episodi di vita civile e partigiana nella Zona Intemelia, Alzani Editore <La Voce Intemelia – A.N.P.I. Sezione di Ventimiglia (IM)>, 2015

La zona davanti all’ex scalo merci ferroviario di Bordighera

I problemi erano tanti e tutti molto seri.. Abitavo a Bordighera tra lo scalo merci della stazione e una casa dove erano accasermati dei militi fascisti. Casa mia era vuota, perché i miei genitori erano sfollati, come era stato consigliato da Radio Londra, che suggeriva di abbandonare le case vicino ai nodi ferroviari perché soggetti a bombardamento. Dalle mie finestre controllavo agevolmente ogni movimento in stazione e nella casermetta dei fascisti.
Avevo notato che ogni notte i militi si recavano a scaricare le merci che arrivavano con il treno e lasciavano la caserma sguarnita.
Il gelataio Eccolo (Renzo Pirotelli) mi prestò il triciclo fatto a barchetta, con il quale durante l’estate vendeva i gelati sul lungomare di Bordighera e Vallecrosia. Mi procurai anche un attrezzo da scasso e un piccone, depositai tutto nel portone di casa mia e attesi la notte. Alle 2 regolarmente arrivò il convoglio e tutti i militi uscirono per andare a scaricare il treno. Mi precipitai a portare il triciclo con gli arnesi da scasso vicino all’ingresso della casermetta.
Piano piano, per fare meno rumore possibile, forzai la porta… Tre alla volta li caricai nel ventre della barchetta ed alla fine caricai le scatole di munizioni. Il triciclo era quasi colmo. Riportai il carretto nel portone di casa mia e camuffai il carico coprendolo con alcuni pezzi di legna da ardere e una coperta.
Prima che i militi tornassero, ero già sulla via Romana verso Vallecrosia… 
Angelo Athos Mariani in Giuseppe Mac Fiorucci, Gruppo Sbarchi Vallecrosia, ed. Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia < Comune di Vallecrosia (IM) – Provincia di Imperia – Associazione Culturale “Il Ponte” di Vallecrosia (IM)>, 2007

Bordighera (IM): Villa I Balzi

Il 3 di settembre 1944 poderosa azione in Bordighera: alcuni garibaldini del 6° distaccamento, compreso Martino Blancardi (Martinetto), attaccano di sorpresa il nemico a Selvadolce e catturano venti fascisti e ingenti quantitativi di armi comprendenti quattro mortai da 81 mm., centosessanta fucili, dieci mitra, dieci fucili mitragliatori con rispettive munizioni, quindi liberano parecchi prigionieri politici rinchiusi nelle carceri locali; il giorno dopo gli stessi attaccano Villa Balzi per liberare un ferito di nome Autano e disarmano un fascista alla Madonna della Ruota (testimonianza scritta di Martino Blancardi).
Francesco Biga, Storia della Resistenza Imperiese (I^ Zona Liguria), Vol. III. Da settembre a fine anno 1944, ed. Amministrazione Provinciale di Imperia, 1977 

22_nov17 (114)
Una spiaggia di Vallecrosia (IM)

Alcuni partigiani di Bordighera furono attivi a partire dalla fine del 1944 nel Gruppo Sbarchi di Vallecrosia (IM), una struttura, al pari della Missione Corsaro di Ventimiglia (IM), di collegamento operativo con gli alleati, entrambe sotto il comando di Stefano Leo Carabalona, già eroico comandante dell’8° Distaccamento della IX^ Brigata d’Assalto Garibaldi “Felice Cascione”, prima, di Distaccamento della V^ Brigata “Luigi Nuvoloni” della II^ Divisione “Felice Cascione”, poi, distintosi in modo particolare rispettivamente nelle battaglie partigiane per Rocchetta Nervina (IM) e per Pigna (IM). E quando Carabalona venne l’8 febbraio 1945 gravemente ferito in un agguato in Vallecrosia (e curato in via provvisoria e fortunosamente dal prof. Gabetti nell’ospedale di Bordighera prima di essere messo in salvo a Nizza) a subentrargli nell’incarico fu proprio un patriota di Bordighera, Renzo Stienca Rossi. Adriano Maini
 
Per la costruzione colà di una trincea a difesa della postazione dotata di cannone anticarro vennero impiegati operai della Todt, tra i quali i fratelli Biancheri di Bordighera. Con i fratelli Biancheri il sergente Bertelli esternò cautamente i sentimenti di disapprovazione della condotta della guerra. I fratelli Biancheri favorirono l’incontro di Bertelli con il dottore Salvatore Marchesi, membro di rilievo della Resistenza… Da appunti non pubblicati di Giuseppe Mac Fiorucci, autore di Gruppo Sbarchi Vallecrosia op. cit.

 

18_ago19 (158)
Negi, Frazione di Perinaldo

La mia storia nella Resistenza è legata a filo doppio con Renzo [“Stienca“] Rossi.
Nell’agosto del 1944 mi aggregai al gruppo partigiano di Girò
[o Gireu, Pietro Gerolamo Marcenaro di Vallecrosia (IM)], che operava nella zona di Negi [Frazione di Perinaldo]. Dove godevamo anche dell’appoggio di Umberto [Gigetto] Sequi a Vallebona e di Giuseppe Bisso a Seborga; tutti e due membri del C.L.N. di Bordighera. Negi era il punto di contatto tra le varie formazioni partigiane che operavano nella zona, tra queste, quelle sotto il comando di Cekoff [o Cecof, Mario Alborno di Bordighera] e di Gino [Luigi Napolitano]…  I tedeschi rastrellarono tutta la zona cercando “Leo”; “visitarono” anche la mia casa: sulla porta rimasero le impronte dei chiodi degli scarponi di quando sfondarono l’ingresso a calci. Ma non cercarono in cantina, si limitarono ad arraffare del cibo dalla cucina. Con Renzo Rossi nascondemmo tutti i documenti del S.I.M. e del C.N.L. [di Bordighera (IM)] nel mio giardino, preparandoci al trasferimento di “Leo” in Francia. Il Gruppo Sbarchi Vallecrosia aveva frattanto predisposto una barca. Renzo Rossi con Lotti avevano preavvisato i bersaglieri della necessità di effettuare l’imbarco quanto prima possibile. La collaborazione dei bersaglieri fu determinante per tutte le operazioni del Gruppo Sbarchi. Il sergente Bertelli comandava un gruppo di bersaglieri a Collasgarba – sopra Nervia di Ventimiglia – e aveva manifestato la volontà di aderire alla Resistenza. Fu avvicinato dai fratelli Biancheri, detti Lilò, per stabilire le modalità della diserzione, quando il plotone fu distaccato alla difesa costiera giusto sulla costa di Vallecrosia in prossimità del bunker alla foce del Verbone. I Lilò convinsero allora i bersaglieri a non disertare, ma ad operare dall’interno per consentire ed agevolare le nostre operazioni.  Renzo Gianni Biancheri, “Rensu u Longu” in Giuseppe Mac Fiorucci, Op. cit.

6 novembre 1944
Oggi la nave ha sparato continuamente verso Bordighera e Ventimiglia dalle 6 di questa mattina fino alle 16,30.
[n.d.r.: dal diario di una ragazza rimasta ignota, figlia di albergatori di Sanremo]
Renato Tavanti, Sanremo. “Nido di vipere”. Piccola cronaca di guerra. Volume terzo, Atene Edizioni, 2006

Quando le campane di Bordighera [(IM)] suonarono le 23.00, il 6 gennaio del 1945 il gruppo di sbarco composto dal caporale Mac Dougall, Mimmo, Nino e me, era riunito su di un battello pneumatico.  Avendo ricevuto dalla spiaggia il segnale di via libera, aiutati da Giulio [Giulio Corsaro/Caronte Pedretti, responsabile del gruppo clandestino di partigiani di Ventimiglia operanti via mare con gli alleati nella Missione Corsaro] con il suo battello, ci dirigemmo verso la riva. Alle 23,45 scendemmo sulla spiaggia, non senza esserci bagnati un po’, poichè le onde si infrangevano sulla spiaggia. Dopo aver sgonfiato il battello per consentire a Giulio di riportarlo indietro, raggiungemmo la casamatta dove si supponeva di incontrare Tonino. Dopo aver aspettato 15 minuti senza aver avuto notizie di Tonino, decidemmo di muoverci verso la prima casa sicura, seguendo un sentiero sgomberato all’interno del campo minato (solo di rado abbastanza largo).  Arrivammo alla casa alle ore 00.15 e trovammo Tonino che ci aspettava. Il pesante bagaglio venne nascosto e, dopo aver attraversato campi e steccati, la via principale e una buona  parte di Bordighera arrivammo alla casa di Bussi, dove trovammo rifugio per la notte… 
Da un documento autografo del capitano Robert Bentley in Giuseppe Mac Fiorucci, Op. cit.
 
17_mag07c (154)
A destra l’ala ancora esistente del vecchio ospedale di Bordighera

All’ospedale [di Bordighera] “Leo” venne curato da due medici che conoscevo bene, il dr. Giribaldi e il dr. Gabetti, e assistito dalla caposala, infermiera Eva Pasini. Il dr. Gabetti mi disse che difficilmente “Leo” sarebbe sopravvissuto e che quindi conveniva ricoverarlo come “ferito da colpo d’arma da fuoco” e non rischiare la vita quando la polizia fascista avesse preso conoscenza del referto. 
Renzo “Stienca” Rossi in Giuseppe Mac Fiorucci, Op. cit. 
 
17_nov18 (173)
Perinaldo (IM): il frantoio in Località Massabò

26 marzo 1945 – Dal CLN di Bordighera, Sezione SIM, al comando della I^ Zona Operativa Liguria – Segnalava che forse un certo “Viriga”, incaricato di compiere un’azione delicata a Vallecrosia, si fosse “lasciato scappare informazioni vitali” e, siccome risultava rifugiato nel frantoio di Massabò [Perinaldo (IM)], chiedeva al comando di svolgere indagini. Aggiungeva che “Renzo” [Renzo Stienca Rossi] si era nuovamente recato in Francia e se ne attendeva il ritorno.
da documento IsrecIm in Rocco Fava di Sanremo (IM), La Resistenza nell’Imperiese. Un saggio di regestazione della documentazione inedita dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia (1 gennaio – 30 Aprile 1945) – Tomo II, Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trieste, Anno Accademico 1998-1999
 
[…] La storia dei partigiani che avevano aiutato Ross e Bell, rimasti in Italia, è molto triste poiché diversi furono catturati e giustiziati. Renato Brunati, il primo partigiano che avevano incontrato, che era anche un buon amico di Beppe, fu arrestato nel 1944, portato in un carcere di Genova e fucilato insieme ad altri ostaggi. Anche la compagna di Brunati, Lina Meifrett, fu arrestata ma per fortuna venne deportata in Germania, da dove successivamente riuscì a fuggire.
Vincenzo [Manuel Gismondi], Elio [Moraglia] e Federico [Assandria], che avevano tentato di remare fino alla Corsica con Ross e Bell, sopravvissero tutti alla guerra, ma su una collina che domina il porto di Bordighera c’è ora un monumento dedicato ai partigiani che furono giustiziati o uccisi in azione. In cima alla lista c’è Renato Brunati. Beppe e tutta la famiglia Porcheddu furono incredibilmente fortunati e sopravvissero alla guerra. Ross si unì di nuovo al suo reggimento e poco tempo dopo in Europa la guerra finì. Tornò a Bordighera nel 1946 per un gioioso ricongiungimento con la famiglia Porcheddu ed in particolare con Giovanna che avrebbe sposato l’11 ottobre 1946. Anche sua sorella gemella, Amalia, avrebbe sposato un ufficiale britannico, il capitano Philippe Garigue (1917-2008) in una doppia cerimonia a ‘Villa Llo di Mare’.
Nel suo libro “The British Partisan”, Ross riconosce il contributo molto significativo e coraggioso di Beppe a sostegno degli Alleati e della resistenza contro il fascismo. Purtroppo non ho mai conosciuto il mio straordinario nonno, Beppe Porcheddu. Nel dicembre 1947, mentre organizzava una mostra della sua arte a Roma, scomparve per non essere mai più rivisto. Bordighera divenne una seconda casa per i miei genitori dove trascorsero insieme tanti anni felici. Mio padre è morto nel 2012 e mia madre nel 2019. La loro è stata una straordinaria storia d’amore.
David Ross, Ross, Michael (IT), Monte San Martino Trust 

La collina di Montenero nella parte sovrastante Località Arziglia di Bordighera

2 aprile 1945 – Dal comando della V^ Brigata, Sez. SIM , prot. n° 370, al Comando della I^ Zona Operativa Liguria ed al comando della II^ Divisione – Venivano comunicate notizie riferite da un non meglio specificato interprete di Bordighera. “… Truppe tedesche e fasciste in allarme di 2° grado. Circa 1000 tedeschi hanno lasciato il fronte di Ventimiglia, dove tuttavia permane una divisione. Tutti i comandi tedeschi sono in procinto di essere trasferiti a Vallebona e a Borghetto [San Nicolò, Frazione di Bordighera]… A Bordighera si trovano solo dei bersaglieri. A Sasso [Frazione di Bordighera] vi sono 30 tedeschi con 2 pezzi d’artiglieria da 105 mm. Dalla punta di Sant’Ampelio di Bordighera a Ventimiglia c’è un bunker ogni 800 metri, ognuno dei quali presidiato da 11 fascisti, di cui un sergente, ed un tedesco. A Montenero [altura situata ampiamente nel territorio di Bordighera] si trovano 50 soldati tedeschi distribuiti in diverse postazioni, di cui alcune risultano finte“. 10 aprile 1945 – Dalla V^ Brigata “Luigi Nuvoloni”, Sez. SIM (Servizio Informazioni Militari), prot. n° 381, al Comando della I^ Zona Operativa Liguria ed al comando della II^ Divisione – Veniva comunicato quanto riferito dall’informatore tedesco La: che nella zona di Bordighera i tedeschi avevano ricevuto l’ordine di tenersi pronti per una prossima partenza per Verona e di comportarsi gentilmente verso la popolazione, e che venivano minate strade e colline… da documenti IsrecIm in Rocco Fava, Op. cit. Tomo II