I partigiani responsabili degli sbarchi dovevano segnalare alle ore 23.15

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Vallecrosia (IM): Monumento ai Partigiani del Mare

A settembre 1944 insieme a Renzo Rossi partecipai all’incontro con Vitò [Giuseppe Vittorio Guglielmo]. Ci accompagnò Confino, maresciallo dei Carabinieri che aveva aderito alla Resistenza. Vitò investì formalmente Renzo Rossi del compito di organizzare, per la nostra zona, il S.I.M. [Servizio Informazioni Militari] e la S.A.P.: io fui nominato suo agente e collaboratore….
Renzo “Gianni” Biancheri, “Rensu u Longu“, in Giuseppe Mac Fiorucci, Gruppo Sbarchi Vallecrosia, ed. Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia < Comune di Vallecrosia (IM) – Provincia di Imperia – Associazione Culturale “Il Ponte” di Vallecrosia (IM) >, 2007

Rosina (Luciano Mannini) racconta: “Il servizio di informazioni militari, esplicato dalla missione «Leo» in Italia con i comandi alleati, ebbe inizio alla fine del settembre 1944, con l’arrivo nella zona della V^ Brigata [d’Assalto Garibaldi “Luigi Nuvoloni” della II^ Divisione “Felice Cascione”] di ufficiali americani ed inglesi giunti attraverso i passi montani dal Piemonte, ove erano stati paracadutati. Il capitano Leo [Stefano Carabalona], attestato allora a Pigna, comandante del distaccamento che li ospitava e che provvide in seguito a farli condurre – parte attraverso i valichi alpini e parte via mare – in Francia, stabilì col capo della missione alleata [Missione Flap] i primi accordi che dovevano condurre alla formazione di un gruppo specializzato che collegasse, per mezzo di una rete segreta, la nostra zona a quella occupata dagli alleati e fungesse da centro di raccoglimento e di smistamento di notizie militari e politiche interessanti la lotta”.
Mario Mascia, L’epopea dell’esercito scalzo, Ed. A.L.I.S., 1946, ristampa del 1975 a cura dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia

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Vallecrosia (IM): uno scorcio della zona (tra il Torrione, la ferrovia, la spiaggia e il confine con Bordighera) che verso la fine della guerra era stata minata dai tedeschi

A dicembre 1944 alla S.A.P. di Vallecrosia si aggregarono alcuni partigiani scesi dalla montagna…
Giovanni Strato, Storia della Resistenza Imperiese (I^ zona Liguria) – Vol. I. La Resistenza nella provincia di Imperia dalle origini a metà giugno 1944, Editrice Liguria, Savona, 1976, ristampa del 2005 a cura dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia

La missione Leo [n.d.r.: dal nome di battaglia del responsabile, il comandante Stefano Carabalona] alla quale appartenevano Rosina [Luciano Mannini], Lolli [Giuseppe Longo], Giulio [Corsaro/Caronte] Pedretti, ed alcuni altri giovani che si erano temprati nelle lotte di montagna, si portò a Nizza nel [nella notte tra il 10 e l’11] dicembre 1944, dopo due mesi di utile lavoro preparatorio, per mezzo della leggendaria imbarcazione guidata dall’infaticabile «Caronte» Giulio Pedretti e da Pascalin [Pasquale Pirata Corradi, di Ventimiglia (IM), come Pedretti]. A Nizza, Leo si incontra con i responsabili dei servizi speciali alleati e prepara il piano definitivo di lavoro, che comportava, fra l’altro, l’uso di apparecchi radio trasmittenti, per i quali la missione aveva già predisposto gli operatori. Nel gennaio 1945 la missione rientra in Italia, dove il terreno era già stato preparato in anticipo. Si organizza e comincia a funzionare in pieno…
Mario Mascia, Op. cit.

Con lo sbarco [n.d.r.: notte tra il 6 ed il 7 gennaio 1945] del capitano Bentley si strinsero ancor più i rapporti tra il Gruppo Sbarchi di Vallecrosia e il gruppo di “Leo” Carabalona, del quale faceva parte Giulio Corsaro Pedretti, che per primi avevano preso contatto con le forze alleate. Gli sbarchi si susseguirono con invio di armi e anche di agenti radiotelegrafisti per azioni di spionaggio. […]
Gli sbarchi si susseguirono con invio di armi e anche di agenti radiotelegrafisti per azioni di spionaggio. Tra queste operazioni vi fu la tragica “Operazione Leo”, a seguito della “Operazione Gino”, di cui non conosco i particolari, ma che mise a repentaglio tutta la nostra organizzazione.
RenatoPlanciaDorgia in Giuseppe Mac Fiorucci, Op. cit.

In parallelo agli aviolanci alleati, ma con maggiore assiduità, avevano luogo sbarchi di materiale bellico nella zona di Vallecrosia-Bordighera. I volontari che si occuparono di tali trasporti appartenevano al gruppo di “Leo”, Stefano Carabalona, che fungeva da tramite tra i garibaldini e la missione alleata in Francia. Giulio Pedretti, “Corsaro”, fu il partigiano che più di ogni altro si impegnò in tali operazioni, al punto che alla fine della guerra aveva effettuato 27 traversate per recapitare armi e uomini attraverso il tratto di mare prospicente la zona di confine italo-francese.     Rocco Fava di Sanremo (IM), La Resistenza nell’Imperiese. Un saggio di regestazione della documentazione inedita dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia (1 gennaio – 30 Aprile 1945), Tomo I, Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trieste, Anno Accademico 1998 – 1999

14 febbraio 1945 – Dal comando della I^ Zona Operativa Liguria al comando della Divisione “Silvio Bonfante” – Comunicava che erano imminenti alcuni sbarchi di materiali da parte degli alleati sulle coste controllate dalla II^ Divisione “Felice Cascione” e precisava i criteri di distribuzione dei medesimi. da documento IsrecIm in Rocco Fava, Op. cit., Tomo II

26 febbraio 1945 – Dal comando generale delle Brigate Garibaldi, aderente al CLNAI, prot. n° 541, a tutti i comandi regionali – Segnalava la linea da seguire nei riguardi delle missioni alleate allegando altresì un documento del CLN del Piemonte (prot. n° 215): “… è necessario essere ospitali e collaborare con essi [gli alleati]; tuttavia, si deve mantenere la dignità nazionale, poiché si è verificato che qualche Comando partigiano, pur di aggraziarsi la simpatia degli alleati, abbia messo questi al corrente di beghine interne o abbia accettato, in cambio di avio-lanci, la sudditanza sul piano organizzativo-operativo, contravvenendo, in tal modo, agli ordini del Comando Generale ed elevando a comandanti coloro che sono alleati. Tutto ciò non contribuisce a dare agli alleati l’idea di un movimento partigiano solido ed unitario”.
da documento IsrecIm in Rocco Fava, Op. cit., Tomo II

… Rossi [Renzo Stienca Rossi] si accreditò [8 o 9 marzo 1945] presso l’OSS a Nizza. In seguito fece 4 viaggi [recando armi, documenti, uomini di collegamento, materiale vario] via mare dalla Francia [alla costa di Vallecrosia]. Tornò definitivamente in Italia la notte del 27 aprile 1945, sbarcando a Sanremo… Brooks Richards, Secret Flotillas, Vol. II, Paperback, 2013

4 aprile 1945 – Dal Quartiere Generale rappresentante dell’Alto Comando Alleato [capitano Robert Bentley] al commissario Orsini [Agostino Bramè, commissario politico della V^ Brigata d’Assalto Garibaldi “Luigi Nuvoloni” della II^ Divisione “Felice Cascione”] – Veniva conferito incarico al commissario in indirizzo di avvisare i responsabili della ricezione degli sbarchi di iniziare le segnalazioni alle ore 23.15 del giorno 4 stesso per i 5 giorni successivi, mentre dal giorno 10 al giorno 12  dovevano iniziare alle ore 24.  L’intervallo tra una segnalazione e l’altra doveva essere di 5 minuti.  Si richiedevano chiarimenti sulla lettera del 29 marzo con la quale era stato comunicato che i tedeschi erano a conoscenza del punto di sbarco.

11 aprile 1945 – Dal Comando della I^ Zona Operativa Liguria al comando della II^ Divisione  – Veniva comunicato l’imminente sbarco di Bartali [Giovanni Bortoluzzi, già a capo a settembre 1943 di una prima banda di partigiani in Località Vadino di Albenga (IM), poi dirigente sapista in quella zona, capo missione della Divisione “Silvio Bonfante” presso gli Alleati, vicecapo della Missione Alleata nella I^ Zona nei giorni della Liberazione] e veniva ordinato di tenere a disposizione dello scrivente comando eventuale materiale arrivato nel frattempo via mare.

13 aprile 1945 – Dal  C.L.N. di Sanremo, prot. n° 581, al S.I.M. della V^ Brigata – Informava anche sul fatto che le armi, arrivate via mare, erano ancora a Bordighera da dove poi si sarebbe provveduto alla distribuzione.

13 aprile 1945 – Dal Comando della I^ Zona Operativa Liguria a Orsini [Agostino Bramè, commissario politico della V^ Brigata “Luigi Nuvoloni” della II^ Divisione “Felice Cascione”] – Si sollecitava maggiore attenzione nell’individuare per tempo e nell’avvertire di movimenti del nemico rispetto alla tematica sbarchi, in quanto il motoscafo di Renzo [Renzo Stienca Rossi], ricevuta una segnalazione sospetta dalla costa, era appena tornato indietro.

18 aprile 1945 – Dal Comando della I^ Zona Operativa Liguria al comando della II^ Divisione – Veniva criticato il fatto che non era ancora pervenuto l’elenco del materiale arrivato con gli sbarchi.

da documenti IsrecIm in Rocco Fava, Op. cit., Tomo II

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Vallecrosia (IM): una vista verso Bordighera dalla spiaggia di Rattaconigli

Il ritorno lo effettuammo con la scorta di una vedetta francese, che accompagnò il motoscafo di Pedretti. Vi furono momenti di apprensione perché da bordo della vedetta si udì distintamente il rombo del motore di un motoscafo tedesco; i nemici non si accorsero della nostra presenza e passarono oltre. Trasbordammo sul motoscafo e sul canotto gli uomini e il materiale delle missioni “Bartali” [Giovanni Bortoluzzi] e “Serpente”, composte da agenti addestrati al sabotaggio. Nelle operazioni di trasbordo alcuni caddero in mare e recuperarli nel buio non fu cosa facile, dovendosi osservare il silenzio assoluto. Attendemmo i segnali convenuti da riva. Anche quella volta nessun segnale. Gli ordini erano di annullare tutto, ma Girò accompagnò ugualmente a terra tutta la comitiva, mentre io tornai a bordo della vedetta, perché nel buio pesto riuscì ad individuare il tratto di spiaggia dinanzi a casa sua. Le difese di quel tratto di costa erano così composte: un bunker alla foce del torrente Borghetto [n.d.r.: che sfocia in Bordighera, Piani di Borghetto], uno nei pressi della foce del Verbone [Vallecrosia], un altro quasi alla foce del Nervia [tra Ventimiglia e Camporosso].
Tra il bunker del Borghetto e quello del Verbone , era tutto un campo di mine, eccetto, giusto alla metà tra i due bunker, un passaggio largo meno di un metro, dalla battigia fino al rio Rattaconigli. Sbarcarono a Rattaconigli e superarono il campo minato attraverso quel sentiero. Quella sera dal bunker di Vallecrosia fino alla foce del Nervia era tutto un pullulare di tedeschi e fascisti. Ci aspettavano. La fortuna fu dalla nostra.
Renzo Biancheri in Giuseppe Mac Fiorucci, Op. cit.

… aveva riallacciato i collegamenti con la Francia

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Vallecrosia (IM): una spiaggia vicina al luogo di sbarco del capitano Bentley ed all’abitazione (zona Casette di Camporosso Mare) della famiglia di Alberto Nino Guglielmi

Inoltre l’inverno giunse in anticipo sulle montagne e i collegamenti con gli alleati, che avvenivano attraverso i sentieri alpini, erano resi impossibili. Si ipotizzò anche di tentare con i sommergibili, ma non ci fu nessun serio risultato. Si poteva tentare soltanto via mare. Il 20 dicembre 1944 doveva sbarcare il capitano Robert Bentley, ma fu tutto rinviato per il mare in tempesta. Dapprima arrivarono due collaboratori del capitano […]
Renato Dorgia in Giuseppe Mac FiorucciGruppo Sbarchi VallecrosiaIstituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia, 2007

Io sono partito per la Francia il 10 dicembre 1944; giunto colà presi contatto con il Comando Americano di Nizza con il quale già ero in relazione da circa due mesi.
Stefano “Leo” Carabalona in una lettera a Enzo Siccardi (Curto), comandante della I^ Zona Operativa Liguria, acclusa al dispaccio prot. n° 2 del CLN di Bordighera del 26 febbraio 1945, documento IsrecIm in Rocco Fava di Sanremo (IM), La Resistenza nell’Imperiese. Un saggio di regestazione della documentazione inedita dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia (1 gennaio – 30 Aprile 1945) – Tomo II -, Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trieste, Anno Accademico 1998-1999

Fui inquadrato in un distaccamento partigiano che si avvicinò alla provincia di Imperia. Qui fui assegnato alla IV^ Brigata “Elsio Guarrini” della II^ Divisione Garibaldi “Felice Cascione” […] Da questa situazione nacque l’idea, nel comando della “Felice Cascione”, di una nostra missione, che dovesse portarsi in Francia presso i Comandi Alleati per sollecitare l’invio di divise, viveri, armi e munizioni. E per combinare azioni militari congiunte contro le forze nazifasciste nella nostra zona. Così nacque la Missione Kahnemann, con la supervisione del comandante “U Curtu” [Nino Curto Siccardi]. Fra i componenti [la missione Kahnemann] furono assunti fra gli altri (non li ricordo tutti) Alberto Guglielmi “Nino” e Luciano Mannini “Rosina”. Io, perché ufficiale dell’esercito, a conoscenza delle lingue francese e inglese, studiate a scuola e poi coltivate privatamente. Nino e Luciano perché conoscevano la zona a menadito, soprattutto i camminamenti tra le mine sulla spiaggia. Fu incluso nella missione anche certo Jean Gérard, francese… Non l’avessimo mai fatto, come dirò dopo!!! […] La gendarmeria di Monaco, informata dello scopo della nostra missione, si mise subito in contatto con quella di Nizza […] nelle prime ore del mattino successivo stavamo già nella sede della gendarmeria di Nizza […] Quasi subito fu prelevato Kanhemann, capo della nostra missione e portatore di tutti i documenti referenziali attestanti la nostra identità politica.  
Domenico Mimmo Donesi in Giuseppe Mac Fiorucci,  Gruppo Sbarchi VallecrosiaIstituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia, 2007

Raggiunti gli alleati, Mimmo (Domenico Dònesi) e Nino (Alberto Guglielmi) furono ingaggiati dai servizi inglesi, sottoposti ad un breve addestramento e preparati alla missione di invio dell’ufficiale di collegamento presso i partigiani della I^ Zona Operativa Liguria, il capitano Robert Bentley, del SOE   britannico. Dopo Natale Nino fu inviato a preparare lo sbarco di Bentley.
appunti inediti di Giuseppe Mac Fiorucci, per Op. cit.

Ripassai in Francia e studiai un piano per entrare in Italia via mare… i vostri uomini di Bordighera e Vallecrosia, Leo [Stefano Carabalona], Renzo Rossi, Rosina [Luciano Mannini], Caronte [detto anche Corsaro, Giulio Pedretti], Renzo Biancheri hanno seguito la stessa via numerose volte. Ad ogni modo presi contatto con Leo, che era appunto appena sbarcato in Francia in quel tempo, e poi con Kahnemann (Nuccia), il quale era pure passato [n.d.r.: partendo con il suo gruppo da una spiaggia di Vallecrosia la notte del 14 dicembre 1944] a Nizza e mi posi immediatamente al lavoro. Tonino [Antonio Capacchioni], Mimmo [Domenico Dònesi] e Nino [Alberto Guglielmi] mi furono di grande ausilio durante la fase preparatoria. Le difficoltà di una traversata erano grandissime… decidemmo di inviare Nino perché preparasse il terreno…
capitano Robert Bentley in Mario Mascia, L’epopea dell’esercito scalzo, Ed. ALIS, 1946, ristampa del 1975 a cura dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia

La notte della Epifania [del 1945] riapparve mio fratello Nino con Mimmo (Domenico Dònesi) e un ufficiale inglese [n.d.r.: il capitano Robert Bentley] bagnato fradicio. Era evidentemente appena sbarcato. Sistemarono delle casse in cantina poi si incamminarono di nuovo […] Emilia Guglielmi, sorella di Alberto “Nino” Guglielmi, in Giuseppe Mac Fiorucci, Gruppo Sbarchi VallecrosiaIstituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia, 2007

La stazione trasmittente sotto il controllo del capitano Robert Bentley aveva riallacciato i collegamenti con la Francia. Venne pertanto stabilito dal comando operativo di zona un primo attacco combinato fra le nostre forze e l’aviazione nemica contro un caposaldo avversario, quale esperimento. Venne fissata la segnalazione da Radio Londra per la coordinazione dell’attacco: “la neve cade sui monti”, stabilito il luogo, Baiardo, il giorno 17 marzo [1945], e l’ora, le 7 del mattino.  […] I nostri partirono dalla base di Ciabaudo: circa 120 uomini al comando di Gino Napolitano (Gino), Lorenzo Musso (Sumi)  [commissario politico del Comando Operativo della I^ Zona Liguria] ed il capitano Robert Bentley (Roberta) che avrebbero presenziato all’azione. Alle 4 del mattino la marcia veloce e silenziosa ebbe inizio. I nostri erano discretamente armati, grazie specialmente ai rifornimenti giunti nelle ultime settimane in montagna via mare.  Mario Mascia, L’epopea dell’esercito scalzo, Ed. ALIS, 1946, ristampa del 1975 a cura dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia

Altra modalità di invio da parte degli Alleati fu via mare grazie soprattutto, come già detto, all’organizzazione della SAP di Vallecrosia i cui uomini si esercitarono all’uopo in terra francese sotto la supervisione degli stessi comandi alleati. Anche in questo caso i tedeschi avevano provveduto a organizzare un meticoloso pattugliamento della zona costiera che venne pure disseminata di mine <146. Ciononostante, furono organizzate diverse missioni in direzione della Francia: anche in questo caso, il prezioso carico era costituito da armi e generi di conforto che venivano sbarcati e quindi distribuiti tra le varie divisioni partigiane <147.
[NOTE]
146 Francesco Biga, (con la collaborazione di Osvaldo Contestabile), Storia della Resistenza Imperiese (I^ Zona Liguria), Vol. IV: Dal Primo Gennaio 1945 alla Liberazione, Ed. Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia, 2005, p. 257
147 Ibid., pp. 257,258
Paolo Revelli, La seconda guerra mondiale nell’estremo ponente ligure, Atene Edizioni, Arma di Taggia (IM), 2012

4 gennaio 1945 – Dal comando [comandante “Danko”, Giovanni Gatti] del I° Battaglione “Mario Bini” della V^ Brigata “Luigi Nuvoloni” della II^ Divisione “Felice Cascione”, prot. n° 32, al comando della V^ Brigata – Relazione militare:”… da Sanremo (IM) erano partiti 2 Mas, con a bordo uomini della X^ Flottiglia disertori dalle file repubblichine, che sembravano diretti alla costa francese…

11 febbraio 1945 – Dal CLN di Sanremo prot. n° 276 S.I.M. alla Sezione S.I.M. della V^ Brigata [“Luigi Nuvoloni” della II^ Divisione “Felice Cascione”] Z.O. [Zona Operativa]; p.c. all’Ispettorato Militare I^ Zona Operativa Liguria e alla Delegazione di zona militare Imperia – Oggetto: informazioni sui risultati dei bombardamenti alleati. Vi preghiamo di comunicare al cap. Roberto [capitano Robert Bentley del SOE britannico, incaricato della missione alleata presso i partigiani della I^ Zona Operativa Liguria] i risultati degli ultimi bombardamenti aereo-navali alleati nella zona di nostra competenza: … BORDIGHERA: martedì 6 febbraio = bombardamento aereo: le bombe sono cadute nei pressi del municipio uccidendo tre persone. Nessun obiettivo militare colpito. mercoledì 7 febbraio = bombardamento aereo = le bombe sono cadute a circa 8 metri dall’ospedale = 1 persona uccisa = obiettivo militare più vicino: radio goniometro a circa 400 metri di distanza. Con riserva di ulteriori comunicazioni. Fraterni saluti. C.L.N. = SANREMO il responsabile del SIM (Mimosa) [Emilio Mascia]

9 marzo 1945 – Dalla Sezione SIM del II° Battaglione “Marco Dino Rossi” della V^ Brigata “Luigi Nuvoloni” della II^ Divisione “Felice Cascione”, prot. n° 12, al comando della V^ Brigata – Segnalava che … Dolceacqua (IM) era presidiata da circa 500 tedeschi dotati di 400 cavalli; che a Cima Marta e sul Monte Gray si trovava una compagnia di tedeschi; che … ogni giorno da Briga Marittima salivano pattuglie fino a Sanson, Breil [Breil-sur-Roya] e Saorge; che a San Dalmazzo di Tenda continuava il “martellamento” da parte degli aerei alleati, che in un’occasione avevano centrato la stazione ferroviaria.

13 aprile 1945 – Da “Giglio” [G.B. Vento] alla Sezione SIM della VI^ Divisione “Silvio Bonfante” – Comunicava che il tratto di fronte tra Ventimiglia e Limone Piemonte era stato “oggetto di una vivace attività di artiglieria“…

da documenti IsrecIm in Rocco Fava di Sanremo (IM), La Resistenza nell’Imperiese. Un saggio di regestazione della documentazione inedita dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia (1 gennaio – 30 Aprile 1945) – Tomo II –, Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trieste, Anno Accademico 1998 – 1999