I ribelli sono tornati a Calvo

Ventimiglia e la seconda guerra europea. (Appunti Storici dei Fratelli Maristi in Italia – Libro in edizione)
(1943)
A Ventimiglia, nei giorni di generale disorientamento che seguirono l’armistizio dell’8 settembre, avvenne il saccheggio popolare della Caserma Gallardi, nei pressi della nostra casa. Nei fabbricati di questa vasta caserma erano stati ammassati, in seguito alle operazioni di guerra precedenti, ingenti quantità di rifornimenti logistici, particolarmente calzature e indumenti. Molti Fratelli assistettero al parapiglia indescrivibile di una fiumana di gente che durante più di ventiquattro ore correva a prendersi quanta più roba poteva portar via: immagine fedele dell’anarchia e della necessità che regnavano in quei giorni. L’arrivo delle milizie tedesche con le armi in pugno e in mezzo a terribili sparatorie intimidative riuscì a poco a poco a ristabilire l’ordine. Una parte di quelle masserizie fu poi restituita nei giorni seguenti, dietro minaccia di fucilazione.
Aa.Vv., Pennellate storiche sulle Comunità mariste d’Italia e Destinazione annuale dei Fratelli, 1887-2003. Volume 3º, Provincia Marista Mediterránea, Guardamar del Segura – España, 2018

Il 10 di settembre [1943] i futuri dirigenti del Fascio repubblichino di Ventimiglia, Ferdinando Rey, Ugo Ughetto, Elio Piccioni, il generale della milizia Brandimarte ed il commissario di PS Pavone [n.d.r.: responsabile dell’arresto, avvenuto in Ventimiglia il 26 novembre 1943, e della conseguente deportazione in Germania, ad Auschwitz, dove tragicamente perirono, dei commercianti ebrei, Bassi, Ettore, il padre, e Marco, il figlio, benefattori non solo degli ebrei stranieri in fuga, a causa delle Leggi Razziali del 1938, tramite Ventimiglia e zona verso la Francia nel periodo 1938-1939, ma anche benemeriti della città e del comprensorio] richiamavano i tedeschi che, su autocarri, giungevano in città, iniziando una feroce rappresaglia contro tutti coloro che venivano trovati intorno ai magazzini militari […] Già il 10 settembre 1943 a Ventimiglia per loro spontanea iniziativa si erano costituiti in CLN Libero Alborno, Luigi Lorenzi, comunisti, Carlo De Paulis, Domenico Gastaldi, Adriano Notari [n.d.r.: noto medico specialista di Ventimiglia: la sua fama era tale che aveva curato anche il maresciallo Caviglia], rimanendo quasi del tutto isolati nella loro attività. Essi si adoprarono per raccogliere i primi soldati sbandati dell’ex Regio Esercito e convogliarli verso Rocchetta Nervina […] Questo CLN esaurì la sua funzione quando i nazifascisti ordinarono lo sfollamento della città […] bande, anche se disorganizzate, incominciarono a formarsi nelle zone di Calvo, Bevera e Ciotti. Sorte più che altro per sfuggire alla cattura da parte dei tedeschi, si sciolsero in breve tempo. Soltanto a fine maggio 1944 nasceranno le prime bande partigiane […] CLN di Ventimiglia. Quello che operava precariamente  anche dopo lo sfollamento generale veniva liquidato il 23 maggio 1944 [n.d.r.: qualche riferimento in più qui e qui] per opera del maggiore della G.N.R. ferroviaria Restituto Aprosio. Dopo di che la mancanza di documentazione rende assai difficile ricostruire quanto è successo. Francesco Biga e Ferruccio Iebole (a cura di Vittorio Detassis), Storia della Resistenza Imperiese (I^ Zona Liguria), Vol. V, Ed. Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia, 2016

A Ventimiglia in ambienti che gravitavano intorno alla stazione ferroviaria si formò una rete clandestina con l’obiettivo di sabotare i trasporti tedeschi e difendere le infrastrutture ferroviarie e stradali in concomitanza di un’eventuale sbarco alleato. A questa organizzazione aderirono una decina di ferrovieri assieme a carabinieri, poliziotti, civili. Il gruppo, che assunse il nome di Giovine Italia, riuscì a collaborare con un’altra organizzazione legata al partito comunista di Bordighera, la quale in clandestinità forniva documenti falsi a militari sbandati e antifascisti ritenuti sovversivi dalle autorità della Repubblica Sociale. Gli ufficiali dell’esercito e i carabinieri che aderirono avrebbero dovuto stabilire il controllo dell’ordine pubblico una volta il territorio fosse stato liberato. A causa di un incauto approccio da parte di Olimpio Muratore, tentato con due suoi compagni di scuola arruolatisi nella GNR ferroviaria, Carlo Calvi e Ermanno Maccario, questi rivelarono l’esistenza dell’organizzazione al loro comandante. Iniziarono subito le indagini portate avanti dalla G.N.R. e dal Commissario Capo della Polizia Repubblicana di Ventimiglia, Pavone. All’alba del 23 maggio 1944 una retata portò alla cattura di una trentina di persone, ventuno delle quali consegnate ai tedeschi, e di queste tredici furono successivamente inviate a Fossoli e poi a Mauthausen: Airaldi Emilio, Aldo Biancheri, Antonio Biancheri, Tommaso Frontero, Stefano Garibaldi, Ernesto Lerzo, Amedeo Mascioli, Olimpio Muratore, Giuseppe Palmero, Ettore Renacci, Elio Riello, Tommaso Frontero, Alessandro Rubini, Silvio Tomasi, Pietro Trucchi e Eraldo Viale. Solamente Elio Riello, Amedeo Mascioli, Aldo e Antonio Biancheri sopravvissero alla deportazione. Emilio Airaldi, invece, già sul carro merci destinato in Germania, riuscì a scardinare un finestrino del carro e a gettarsi di notte nel vuoto nei pressi di Bolzano; venne aiutato da ferrovieri che lo aiutarono s nascondersi e quindi a ritornare a casa dove giunse dopo 3 mesi. Giuseppe Palmero e Ettore Renacci furono fucilati a Fossoli, Olimpio Muratore, Silvio Tomasi, Alessandro Rubini, Eraldo Viale, Ernesto Lerzo e Pietro Trucchi morirono nel campo di Mauthausen.
Giorgio Caudano, Gli eroi sono tutti giovani e belli. I caduti della Lotta di Liberazione. I^ Zona Liguria, ed. in pr., 2020
n.d.r.: altri lavori di Giorgio Caudano: Giorgio Caudano, Dal Mare alla Trincea… memorie di uomini, BB Europa, Cuneo, 2019; Silvia Alborno, Gisella Merello, Marco Farotto, Marco Cassini, Giorgio Caudano, Franck Vigliani, curatori della mostra Claude Monet, ritorno in Riviera, catalogo a cura di Aldo Herlaut, Silvana Editoriale, Milano 2019; La Magnifica Invenzione. I pionieri della fotografia in Val Nervia 1865-1925, a cura di Marco Cassini e Giorgio Caudano, Istituto Internazionale di Studi Liguri, Bordighera, 2016; Giorgio Caudano, Pigna. Storia di un paese, ed. in pr., 2016 ]

Il 18 corrente, nei pressi di VENTIMIGLIA (IMPERIA) una pattuglia della G.N.R. confinaria catturava una donna, che aveva tentato di espatriare clandestinamente.
Notiziario della Guardia Nazionale Repubblicana (GNR) del giorno 19 maggio 1944, p. 31. Fonte: Fondazione Luigi Micheletti

Pagina 31 del Notiziario GNR cit. infra – Fonte: Fondazione Luigi Micheletti

Imperia – Nella zona di Ventimiglia agisce un’organizzazione clandestina, denominata “G.I.”, dipendente dal partito comunista dell’Italia invasa, che si propone di occupare, al momento opportuno, le caserme, gli uffici postali e telegrafici e le centrali telefoniche, nonché di prendere possesso della ferrovia.
Elementi della G.N.R. hanno già preso contatto con un membro dell’organizzazione, convinto di aver da fare con sovversivi.
Le indagini continuano.
Notiziario della Guardia Nazionale Repubblicana (GNR) del giorno 24 maggio 1944, p. 31. Fonte: Fondazione Luigi Micheletti

In questi giorni, nella zona di VENTIMIGLIA (IMPERIA), in seguito alle indagini svolte dalla G.N.R. per individuare gli appartenenti al “Comitato di liberazione nazionale”, sono stati effettuati 39 arresti di elementi indiziati, compresi i componenti di tre cellule comuniste. L’operazione continua e si sviluppa verso la zona di ponente e nella provincia di CUNEO. Riserva di ulteriori comunicazioni.
Notiziario della Guardia Nazionale Repubblicana (GNR) del giorno 25 maggio 1944, p. 42. Fonte: Fondazione Luigi Micheletti

L’11 corrente, da certo Secondo BOSIO, residente in Ventimiglia, è stato catturato un colombo viaggiatore che portava un messaggio dei ribelli diretto alle autorità militari inglesi.
Si unisce copia del messaggio
Notiziario della Guardia Nazionale Repubblicana (GNR) del giorno 28 maggio 1944, p. 21. Fonte: Fondazione Luigi Micheletti

In montagna, su per giù nel periodo stesso [metà giugno 1944] in cui vi sale Don Micheletto, vi si trasferiscono pure, per entrare fra i partigiani, col consenso e l’appoggio del loro maresciallo, i carabinieri di Ventimiglia, portandosi armi e bagagli.
Il maresciallo, rimasto in Ventimiglia con lo scopo di difenderli, verrà deportato in Germania, sebbene avesse quattro figli ancora piccoli.
La famiglia del maresciallo abitava in Camporosso.
Giovanni Strato, Storia della Resistenza Imperiese (I^ zona Liguria) – Vol. I. La Resistenza nella provincia di Imperia dalle origini a metà giugno 1944, Editrice Liguria, Savona, 1976, ristampa del 2005 a cura dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia

Sebbene, per ora, non si abbiano dati probanti per fare illazioni sullo sviluppo delle operazioni militari sul fronte occidentale, tuttavia allo stato delle cose sembra che la baldanza anglosassone sia stata arrestata a Mentone e ricacciata e costretta a ripiegare.
L’autorità militare germanica, per le necessità contingenti, ha ordinato lo sgombero delle popolazioni della vallata di Ventimiglia, che sono state avviate nei centri di sfollamento a cura delle Federazioni dei Fasci Repubblicani.
Nei giorni scorsi mezzi navali cannoneggiavano Imperia, Ventimiglia, Bordighera, Vallecrosia, causando danni di una certa entità a case di abitazioni private, facendo qualche vittima.
[…] E’ stato catturato a Ventimiglia, dove si era rifugiato, e tradotto a Novi Ligure a disposizione del Tribunale Militare, un agente di P.S. che aveva disertato dall’Ufficio di P.S. di confine di San Dalmazzo di Tenda (Cuneo).
Questore di Imperia, Al capo della Polizia – Vobarno, Relazione mensile sulla situazione economica e politica (mese di settembre 1944), n° di Prot. 013538, Imperia, 1° ottobre 1944 – XII. Documento “MI DGPS DAGR RSI 1943-45 busta n° 4” dell’Archivio Centrale dello Stato di Roma

Agostini Annibale: nato a Genova il 13 maggio 1911, agente in servizio presso la Squadra Antiribelli della Questura di Imperia
Interrogatorio del 10.10.1945: […] Quando i partigiani uccisero in Castelvittorio il parroco Don Padoan, presi parte alla spedizione effettuata dalla squadra in detto paese ove trovammo già sul posto elementi della GNR [Guardia Nazionale Repubblicana]. Fu provveduto all’interrogatorio del sagrestano e non essendo emersi a carico degli abitanti, dopo aver assistito ai funerali del parroco svoltisi a Ventimiglia, facemmo ritorno ad Imperia senza aver fatto nessuna rappresaglia […] Nego di aver assistito all’interrogatorio di elementi comunisti di Ventimiglia, arrestati dal Questore Durante. Nego di aver infierito contro di loro con percosse e sevizie. Mi ricordo che nell’ufficio dove si procedeva al loro interrogatorio entrava un agente che generava fra i colleghi ilarità in quanto portava a braccetto gli arrestati.
[…] Fittipaldi Natale: nato a Ventimiglia il 25 dicembre 1928, squadrista della Brigata Nera “Padoan”
Interrogatorio del 20.6.45: Mio padre fu inviato nel febbraio del 1944 in Germania a lavorare. Rimasi così a Ventimiglia, dove con mia madre e mia sorella vivevo dei proventi del mercato nero fino al novembre del 1944 quando mia madre rimase vittima di un bombardamento navale. Essendo giunto l’ordine di sfollamento, insieme a mia sorella mi recai ad Alassio. Nei primi di gennaio, e precisamente il 10 gennaio, essendo rimasto senza soldi mi arruolai
nella brigata nera di Imperia.
Leonardo Sandri, Processo ai fascisti: una documentazione, Vol. 9 – Liguria: Imperia – Savona – La Spezia, Vol. 9,  StreetLib, Milano, 2019

Ventimiglia e la seconda guerra europea. (Appunti Storici dei Fratelli Maristi in Italia – Libro in edizione)
(1944)
[…] In casa si va pensando ai provvedimenti da prendersi per il passaggio della linea del fuoco, giacché si è persuasi che gli alleati, sbarcati a Cannes, passeranno di qua dalle Alpi. Abbiamo sentito radio Londra annunziare che
Ventimiglia è in mano degli alleati giunti già a sette chilometri oltre la città… L’otto settembre [1944], Natività della Madonna, un po’ di calma ci permette la Messa solenne e persino una passeggiatina verso il castello Appio. Ufficiali tedeschi ci avvertono del pericolo che si corre alla vetta. Alcuni fratelli vanno tuttavia a constatare de visu come, dal largo di Latte, le navi alleate hanno sotto il loro controllo tutti i versanti della valle del Latte.
La notte, le batterie del greto della Roia cominciano a sparare maledettamente. Ogni quindici o venti minuti un cannone aggiunge un tal colpo da far sussultare tutta la casa. Al mattino entra in azione anche la marina alleata: i proiettili, con un sibilo caratteristico, rasentano la vetta del monte Magliocca e piombano nella valle verso Bevera. Alle 4.30 tutto il monte è in fiamme. Nella giornata del 9, parecchi son quelli, dei nostri, che non ardiscono fermarsi un momento in casa neppure per pranzare. Durante tutto il pomeriggio l’artiglieria della Roia si mantiene in azione permettendo agli aeroplani nemici di individuarne le precise posizioni.
Aa.Vv., Pennellate storiche sulle Comunità mariste d’Italia e Destinazione annuale dei Fratelli, 1887-2003. Volume 3º, Provincia Marista Mediterránea, Guardamar del Segura – España, 2018

La vecchia strada provinciale all’ingresso meridionale di Airole, Val Roia

1944

Agosto 1944

VENERDÌ 25 – Bombardamento aereo di Latte e Mortola [Frazioni di ponente di Ventimiglia (IM)]. Prima notte al rifugio (27 persone).

Il torrente Bevera sotto Calvo

MARTEDÌ 29 – Bombardamento aereo al Forte – Riccardo Bargioni ferito lievemente.

MERCOLEDÌ 30 – Mitragliamento al Ponte del Butassu [a Latte]. Macchina tedesca incendiata.

Settembre

Calvo, Frazione di Ventimiglia (IM)

VENERDÌ 1° – Fuga della Milizia e sacco della Casa Rossa (Paraixu Russu) [località di Ventimiglia (IM)]. Si avvista, per la prima volta, il caccia.

MARTEDÌ 5 – Assistiamo, dalla galleria della Mortola, al cannoneggiamento di Mont Agel da parte dell’I.L. Emile Bertin e di 2 C.C.T.T. [I.L. e C.T. abbreviano rispettivamente Incrociatore Leggero e Cacciatorpediniere]

MERCOLEDÌ 6 – Lungo mitragliamento da parte dell’aereo catapultabile su Punta Mortola e Punta Beniamin [località nel ponente di Ventimiglia (IM)]. Giungono i tedeschi nel nostro giardino per impiantare uno scivolo.

GIOVEDÌ 7 – Arrivano gli autocarri tedeschi. Il muro al mare, vicino al terrazzo, alcuni pilastri e il cancello rosa fatti saltare; incomincia la costruzione dello scivolo. Partenza di una parte dei Bargioni.

VENERDÌ 8 – La costruzione dello scivolo rallentata dal mare grosso. Un trattore, per errore, schianta il cancello sulla strada. Posizioni, in Francia, cannoneggiate dall’I.L. Dugay Trouin. Partenza dei rimanenti Bargioni.

SABATO 9 – Primo giorno che andiamo alla casa giù. Un C.T. bombarda Bellenda [altura sovrastante la Frazione, di ponente, Latte di Ventimiglia (IM)]. Conversazione con un tedesco sulle nuove armi. Undici corvette, protette da 2 C.T. e un I.L. cannoneggiano posizioni sopra Ventimiglia e Bordighera.

DOMENICA 10 – Le stesse navi della sera precedente tirano su Forte San Paolo [a ponente del centro storico di Ventimiglia]. I tedeschi non tornano nella mattinata e gli ultimi rimasti partono definitivamente. Marinai tedeschi cercano MAS a Punta Beniamino con feriti. La sera un C.T. bombarda Nervia [zona di levante di Ventimiglia] e Capo Ampelio [a Bordighera].

LUNEDI 11 – Posizioni tedesche sui monti bombardate dalla corazzata Lorraine. Bagno sotto i tiri. Un C.T. bombarda per un’ora Punta Mortola e Punta Arma [località nel ponente di Ventimiglia (IM)].

Diario di guerra, steso da ragazzo, dall’ing. Giuseppe Biancheri, pubblicato su LA VOCE INTEMELIA anno XXXIX n. 10  ottobre 1984, qui ripreso da Cumpagnia d’i Ventemigliusi

Oltre ai partecipanti alla scuola sabotatori, di cui si fa cenno nel resoconto della «Missione Corsaro», furono parecchie decine i Ventimigliesi passati in Francia e incorporati nelle unità alleate. da MARTIRIO E RESISTENZA della Città di Ventimiglia nel corso della 2^ Guerra Mondiale, Relazione per il conferimento di una Medaglia d’Oro al Valor Militare – Edita dal Comune di Ventimiglia (IM), 10  aprile 1971 – Tipografia Penone di Ventimiglia (IM)

17 novembre 1944 – Dalla Sezione SIM della IV^ Brigata “E. Guarrini” al comando della IV^ Brigata – Relazione giornaliera
[…] Ventimiglia: Non esiste quasi più nessuna forza tedesca in detta città, pochi sono anche i fascisti. Da voci della popolazione gli Alleati arriverebbero spesse volte in Ventimiglia Vecchia e paeselli dei dintorni ritirandosi dopo a Latte. Inoltre da notizie non confermate ufficialmente pare che gli Alleati abbiano raggiunto Bevera, San Dalmazzo di Tenda e Briga Marittima. La flotta Alleata bombarda incessantemente la striscia di terra tra San Remo e Ventimiglia. Firmato: Uliano
da documento IsrecIm in Francesco Biga, Storia della Resistenza Imperiese (I^ Zona Liguria), Vol. III. Da settembre a fine anno 1944, a cura Amministrazione Provinciale di Imperia e patrocinio IsrecIm, Milanostampa Editore – Farigliano, 1977

I soldati tedeschi avevano trasferito la sede del comando del loro distaccamento nella galleria sottostante alla casa.
[…] Nella notte fra l’11 e il 12 dicembre [1944], durante un terribile bombardamento, due proiettili della marina colpirono la casa: uno nella parte superiore del fabbricato centrale, verso il mare; l’altro a pian terreno del fabbricato del noviziato, alla sommità della porta centrale. Lo spavento fu grande, naturalmente; i danni relativamente non molto rilevanti. I Fratelli raddoppiarono di attività per avere dai Tedeschi il permesso di restare nella casa, e vi riuscirono. Riflettendo però su casi già accaduti, in cui cittadini erano stati mandati via sull’istante, i quattro giudicarono miglior partito dividersi in due gruppi: due di loro, si trasferirebbero a Bordighera e due resterebbero in casa; e così fecero.
Aa.Vv., Pennellate storiche sulle Comunità mariste d’Italia e Destinazione annuale dei Fratelli, 1887-2003. Volume 3º, Provincia Marista Mediterránea, Guardamar del Segura – España, 2018

… di essere venuto a conoscenza, subito dopo l’arresto dello Iannacone e dei Chiappa [titolari di un noto garage ed officina di autoriparazioni in Bordighera], precisamente dal figlio minore Aldo Chiappa, che il capitano Punzi era stato ucciso [colpito il 4 gennaio 1945, morì 2 giorni dopo] dal pescatore… di Ventimiglia, padre di una spia e spia delle SS di Sanremo, il primo arrestato e tradotto in Francia dallo Iannacone ed il secondo fu arrestato per ordine dello Iannacone stesso e messo a disposizione del Comando francese SROI di Sanremo, dipendente del servizio OSS americano.
Antonino Panascì (documento Isrecim) in Francesco Biga, Storia della Resistenza Imperiese (I^ Zona Liguria), Vol. III. Da settembre a fine anno 1944, a cura Amministrazione Provinciale di Imperia e patrocinio Isrecim, Milanostampa Editore – Farigliano, 1977

Riferirono [Renzo Stienca Rossi e Luciano Rosina Mannini] che “un agente locale di nome Gino [capitano Gino Punzi] era stato ucciso e trovato in possesso di appunti scritti con nomi di agenti e ubicazione di rifugi nell’area di Bordighera” e che questo fatto spiegava iltradimento’ di Irene.
Sir Brooks Richards, Secret Flotillas, Vol. II, Paperback, 2013

24 gennaio 1945 – Dal C.L.N. di Sanremo, prot. n° 219/CL, al comando della V^ Brigata d’Assalto Garibaldi “Luigi Nuvoloni” della II^ Divisione “Felice Cascione” – Si comunicava che la zona di competenza del C.L.N. di Sanremo comprendeva la zona costiera da Ventimiglia a Santo Stefano al Mare (IM).

15 marzo 1945 – Dal comando della V^ Brigata, prot. n° 342, al Comando Operativo della I^ Zona Liguria ed al comando della II^ Divisione – Comunicava che… “il paese di Trucco sul confine italo-francese è presidiato da 30 tedeschi con una batteria antiaerea da 20 mm“…

21 marzo 1945 – Dal CLN d Alassio (SV), prot. n° 34, al comando della Divisione “Silvio Bonfante” [comandante “Giorgio” Giorgio Olivero] – Comunicava che un agente alleato, un italiano di Parma, che era sbarcato nella zona di Ventimiglia per raggiungere i partigiani in montagna, era in quel momento degente presso il nosocomio militare tedesco di Alassio sotto sorveglianza in attesa di giudizio e che i tedeschi, in sostituzione di quell’agente, era già riusciti ad infiltrare tra i garibaldini un loro uomo munito di radio-trasmittente.

7 aprile 1945 – Dal C.L.N. circondariale di Sanremo a “Turi Salibra” [Salvatore Marchesi, ispettore circondariale] ed al C.L.N. di Bordighera – Comunicava che l’ufficiale addetto al Comando, Piero [Pietro De Andreis], sarebbe stato con il C.L.N. di Bordighera al momento dello sbarco per la ripartizione delle armi provenienti dalla Francia. In base agli accordi le armi sarebbero state assegnate per il 25% alle SAP di Ventimiglia, Vallecrosia e Bordighera e per il restante…

19 aprile 1945 – Dal comando della Divisione SAP “Giuseppe Mazzini” [di Albenga (SV)], prot. n° 56, al rappresentante dell’Alto Comando Alleato [capitano Bentley] ed al comando della VI^ Divisione “Silvio Bonfante” – Informava che “… Proveniente da Ventimiglia è transitato un treno carico di materiale diretto a Savona…”

22 aprile 1945 – Dal comando della II^ Divisione al Comando Operativo della I^ Zona Liguria – Si chiedevano con urgenza precise disposizioni nei confronti delle truppe liberatrici, che con ogni probabilità saranno Degolliste; le competenze nei confronti del CLN e delle SAP secondo gli accordi intervenuti tra voi e dette organizzazioni… se bisogna portare gradi, in caso positivo quali.

24 aprile 1945 – Dal C.L.N. di Perinaldo (IM) al comando della II^ Divisione – Comunicava che una nostra staffetta ha preso oggi contatto con un piccolo nucleo di degollisti dentro Ventimiglia. Tutta questa zona è tranquilla.

23 aprile 1945 – Dal comando della Divisione SAP “Giuseppe Mazzini” [di Albenga (SV)], prot. n° 60, al rappresentante dell’Alto Comando Alleato [capitano Bentley] – Segnalava… un treno da Ventimiglia per Savona carico di materiale…

da documenti Isrecim in Rocco Fava, La Resistenza nell’Imperiese. Un saggio di regestazione della documentazione inedita dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia (1 gennaio – 30 Aprile 1945) – Tomo II – Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trieste, Facoltà di Scienze della Formazione, Corso di Laurea in Pedagogia – Anno Accademico 1998 – 1999

Molti dei Ventimigliesi incorporati nelle unità alleate unita­mente a numerosi partigiani parteciparono alla fine marzo 1945 con le truppe alleate alla sanguinosa battaglia dell’Aution, che terminava con la cacciata delle truppe tedesche dal Bacino del Roia…da MARTIRIO E RESISTENZA della Città di Ventimiglia nel corso della 2^ Guerra Mondiale, Op. cit.

La XXXIV divisione Brandenburg, comandata dal generale Theo-Helmut Lieb, era costituta da tre reggimenti (Grenadier-Regiment 80, 107 e 253) e da un reggimento di artiglieria (Artillerie-Regiment 34) <9 ed era schierata da Ventimiglia sulla costa ligure e sulle Alpi marittime fino al Monviso <10. Essa doveva ripiegare dalla Val Roya verso Torino ed aveva incontrato notevoli difficoltà a causa della lunghezza del percorso (si dovevano
oltrepassare il colle di Tenda ed il col di Nava), dei ripetuti attacchi aerei degli Alleati e di quelli dei partigiani, ai quali il 15° Gruppo di armate alleate chiedeva di ostacolare la ritirata tedesca.
[NOTE]
9 Cfr. C. GENTILE, Le forze tedesche di occupazione, cit., pp. 116-117.
10 La divisione, già dal 12 aprile, quando la I divisione France Libre iniziò l’offensiva sulle Alpi Marittime, non era più in grado di mantenere le proprie posizioni nonostante le ingiunzioni di resistere a qualsiasi costo; cfr. ALBERTO TURINETTI DI PRIERO, NOTE su una divisione tedesca in Piemonte. La “5. Gebirgsjaegerdivision” agosto 1944-maggio 1945, in “Notiziario dell’Istituto storico della Resistenza in Cuneo e provincia”, n. 36, dicembre 1989, pp. 193-194.
Ezio Manfredi, Dalle Alpi Occidentali a Santhià. La strage dell’aprile 1945 e la resa del 75° Corpo d’armata, in “l’impegno”, a. XXI, n. 3, dicembre 2001, Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nel Biellese, nel Vercellese e in Valsesia

Rapporto del Tenente-Colonnello Salbat, francese, in data 12 maggio 1945, da cui qui si estrapolano le seguenti frasi: “Visita dei tenenti colonnello Salbat e Romanetti a Dolceacqua e Pigna… Incontro con il Podestà ed il segretario di Pigna… La popolazione sembra assai indifferente all’idea di annessione alla Francia, ma i dirigenti e le classi agiate sembrano volere restare italiani… In particolare è indispensabile rifornire le popolazioni… Da notizie ottenute risulta che mentre a Dolceacqua, Bajardo, Pigna, Buggio, le popolazioni siano nettamente francofile, sono cattive a Apricale e pessime a Castelvittorio”. Fonte: Archivio Militare francese (SHAT), copia di Giuseppe Mac Fiorucci

Il 5 maggio [1945], intanto, il Cln di Ventimiglia aveva deciso di interpellare il tenente colonnello Romanetti per sapere quali funzioni avrebbe potuto ancoraespletare nella nuova situazione che si era venuta a creare. Una settimana dopo giunse la risposta di Romanetti, che informò i membri del Comitato di liberazione nazionale come, per l’autorità militare francese, non vi fosse più alcun bisogno di un Cln italiano a Ventimiglia, in quanto ormai tutte le funzioni governative e amministrative erano state assunte dall’autorità di occupazione. Il giorno prima il generale Doyen aveva fatto occupare dalle sue truppe tredici paesi delle valli Nervia, Crosia e Roia, che sarebbero così entrati a far parte dei territori occupati […] La campagna propagandistica era organizzata da un apposito Comité d’action pour le rattachement à la Comté de Nice, guidato da Hilaire Lorenzi, un marmista italiano di Beausoleil, che avrebbe anche promosso la fondazione di vari sottocomitati del sodalizio in alcune località dell’estremo Ponente ligure […] Nei mesi dell’occupazione francese di Ventimiglia, il comitato presieduto da Lorenzi avrebbe svolto un’intensa attività per convincere il maggior numero di persone delle grandi opportunità che avrebbe potuto offrire a Ventimiglia il passaggio sotto la giurisdizione francese. A livello governativo, invece, la Direction générale d’études et recherches, in pratica i servizi segreti francesi, aveva già inviato in zona una propria ambasceria, detta “missione Bananier”, affidata al comandante Sarocchi, con l’incarico di organizzare plebisciti clandestini per constatare l’orientamento delle popolazioni locali in merito all’opzione annessionista. Nel maggio del 1945 si tennero quindi varie consultazioni, di carattere non ufficiale, né tantomeno vincolante, in numerosi comuni del circondario intemelio, che avrebbero dato esito favorevole alle tesi annessioniste. I plebisciti svoltisi nei paesi delle valli ventimigliesi avrebbero evidenziato, nella maggioranza dei casi, la chiara volontà delle popolazioni locali, cui si erano però aggiunti molti naturalizzati francesi fatti affluire dalla Costa Azzurra dalle autorità di occupazione, di passare alla Francia, nonostante gli alleati avessero imposto, alla guida di tali comuni, sindaci contrari alla scelta annessionista. Andrea Gandolfo, L’occupazione francese di Ventimiglia (aprile-luglio 1945), in Rivista ILSREC, n° 2/2016

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Autore: adrianomaini

Pensionato di Bordighera (IM)

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