Quando le campane di Bordighera suonarono le 23.00

Documento segreto inglese del 13 gennaio 1945 (rintracciato a cura di Giuseppe Mac Fiorucci, Op. cit. infra) che confermava l’arrivo del capitano Bentley tra i partigiani imperiesi

Neve [Luigi Pozzi] passò in Francia attraverso un viaggio avventuroso con un compagno di cui non è stato possibile decifrare il nome, passando dal col d’Arnas, nelle valli di Lanzo, dove si era incontrato con un capitano dell’esercito alleato, per proseguire successivamente alla volta di Grenoble e, a fine novembre, di Nizza, dove venne in contatto con “Bet” (alias Geoffrey Leach) che gli propose di accompagnare in Italia il capitano Bentley. «Alla presenza di “Tasso” (51), che conosceva Bet, partì con un carico di armi e munizioni, ma con guide inefficienti. Bentley raggiunse, comunque, l’Italia». Neve, dopo altre peripezie, riuscì a raggiungere a Siena la sede della Special Force, il 7 gennaio, per poi tornare alla base (forse Monopoli?) per un’altra missione.

51 Federico Tessiore “Franco”, “Tasso”, nato a Chieri (To) nel 1917; segnalato come membro del Cln di Roma fino al marzo 1944; istruttore sabotatore nella IV divisione “Gl” e poi dal mese di novembre nella I divisione “Gl”; nello stesso periodo è segnalato presso il maggiore Hamilton, capo della missione britannica a Grenoble. Si veda GIULIO BOLAFFI, Partigiani in Val di Susa. I nove diari di Aldo Laghi, a cura di Chiara Colombini, Milano, Franco Angeli, 2014, p. 100, nota 48.

Marilena Vittone, “Neve” e gli altri. Missioni inglesi e Organizzazione Franchi a Crescentino, in “l’impegno”, n. 2, dicembre 2016, Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nel Biellese, nel Vercellese e in Valsesia

Il tenente Antonio Capacchioni del gruppo Kanhemann veniva incaricato di preparare, in collaborazione con la S.A.P. di Vallecrosia, l’arrivo presso la Divisione Felice Cascione del capo della Missione alleata, il capitano inglese [del SOE] Robert BentleyFrancesco Biga, (con la collaborazione di Osvaldo Contestabile), Storia della Resistenza Imperiese (I^ Zona Liguria), Vol. IV: Da Gennaio 1945 alla Liberazione, ed. Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia, 2005

Ad ogni modo presi contatto con Leo [Stefano Carabalona], che era appunto appena sbarcato in Francia in quel tempo, e poi con Kahnemann (Nuccia), il quale era pure passato [partendo con il suo gruppo da una spiaggia di Vallecrosia la notte del 14 dicembre 1944] a Nizza e mi posi immediatamente al lavoro. Tonino [Antonio Capacchioni], Mimmo [Domenico Dònesi] e Nino [Alberto Guglielmi] mi furono di grande ausilio durante la fase preparatoria. Le difficoltà di una traversata erano grandissime… decidemmo di inviare Nino perché preparasse il terreno… Nino venne tagliato fuori… Decidemmo di inviare Tonino…    Robert Bentley in Mario Mascia, L’epopea dell’esercito scalzo, Ed. ALIS, 1946, ristampa del 1975 a cura IsrecIm

Quando le campane di Bordighera [(IM)] suonarono le 23.00, il 6 gennaio del 1945 il gruppo di sbarco composto dal caporale Mac Dougall, Mimmo [Domenico Dònesi], Nino [Alberto Guglielmi] e me, era riunito su di un battello pneumatico.  Avendo ricevuto dalla spiaggia il segnale di via libera […] Il 7 gennaio alle 8,15 iniziammo il nostro viaggio verso l’entroterra. Io e Tonino partimmo per primi, seguiti a 100 iarde dal caporale Mac Dougall e da Mimmo […] Da lì in poi numerosi Gerrys [tedeschi] ci incrociarono facendosi gli affari loro e curandosi poco di noi. A Vallecrosia prendemmo la mulattiera per Negi [Frazione di Perinaldo (IM)] che raggiungemmo alle 03.30. L’8 gennaio alle 4 lasciammo Negi per salire a Monte Bignone […] Robert Bentley, documento autografo, pubblicato in Giuseppe Mac Fiorucci, Gruppo Sbarchi Vallecrosia, ed. Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia – Comune di Vallecrosia (IM) – Provincia di Imperia – Associazione Culturale “Il Ponte” di Vallecrosia (IM),  2007

5 gennaio 1945 Dal comando della Divisione “Silvio Bonfante”, prot. n° 88, al Comando della I^ Zona Operativa LiguriaComunicava che erano state occultate delle armi nei pressi di Nasino [(SV)]. Materiale bellico frutto di un lancio inglese fatto per il capitano ‘Roberta’ [capitano del SOE britannico Robert Bentley, responsabile della missione alleata nella I^ Zona Operativa Liguria]…” // 11 febbraio 1945 – Dal C.L.N. di Sanremo, prot. n° 273, al capitano Roberta (Robert Bentley) – documento scritto in inglese – Il capitano Bentley veniva ringraziato per la sua partecipazione al convegno di Beusi. A Bentley veniva anche annunciata la preparazione di alcune piantine segnaletiche di postazioni nemiche. // 13 febbraio 1945 – Dal CLN di Sanremo, prot. n° 287/SIM, alla Sezione SIM della V^ Brigata “Luigi Nuvoloni” della II^ Divisione “Felice Cascione” – Chiedeva di comunicare al capitano Roberta [capitano Bentley] il bombardamento alleato di Sanremo, avvenuto il giorno prima. // 15 febbraio  1945 – Dal Comando della I^ Zona Operativa Liguria al comando della VI^ Divisione “Silvio Bonfante” – Trasmetteva i ringraziamenti del capitano Roberta [capitano Robert Bentley] per la prontezza con cui era stato realizzato il collegamento con il colonnello Stevens e assicurava che il medesimo avrebbe preso in considerazione l’ipotesi di fare bombardare Ormea (CN), come suggerito dal comando destinatario. // 1 marzo 1945 – Dal CLN di Sanremo, prot. 350/SIM, al “Capitano Roberta” [Robert Bentley] – Comunicava che nell’occasione venivano inviati i lucidi richiesti in relazione alle operazioni di sbarco materiali progettate dalla Missione Alleata, esprimendo, altresì, rammarico per il ritardo con cui si era proceduto a tale inoltro, ritardo determinato dal rastrellamento nemico del 18 febbraio. // 9 marzo 1945 – Dalla Sezione SIM della V^ Brigata, prot. n° 327/SIM, al CLN di Sanremo, Sez. SIM – Avvisava che il capitano Roberta [capitano Bentley]  per ragioni cospirative aveva cambiato il nome di battaglia in R.C.B. // 28 marzo 1945Dal Rappresentante Alleato [capitano Robert Bentley] al comando della I^ Zona Operativa Liguria – La comunicazione conteneva il preavviso di prossimi ordini del Comando Alleato riguardanti un attacco generale delle due Divisioni [la II^ e la VI^], con tutte le forze a disposizione, per occupare le principali città e mantenere l’ordine pubblico. Aggiungeva la direttiva di seguire nel frattempo le azioni già programmate. // 3 aprile 1945Dal Comando Operativo della I^ Zona Liguria, ispettore Giulio [anche Mario, Raffaello Paoletti], al Comando Militare Unificato Regionale LigureVeniva segnalato che “… 500 partigiani pronti per ricevere i lanci… per diversi motivi, tra cui anche la nebbia, si erano avuti sino ad allora solo 3 lanci…in proposito si erano avute divergenze, poi chiarite, con il responsabile della missione alleata [capitano Robert Bentley], che, in aderenza all’interpretazione corrente della direttiva del generale Clark voleva fare interrompere i lanci, in quanto gli effettivi garibaldini avevano superato le 2000 unità…” // 5 aprile 1945 Dal Comando Operativo della I^ Zona Liguria al Comando Militare Unificato Regionale Ligure Istanza per un intervento di quel Comando presso la Missione Alleata [capitano Robert Bentley, ufficiale alleato di collegamento]  per conseguire un aumento del numero dei lanci. // 7 aprile 1945Dal Comando Operativo della I^ Zona Liguria a Orsini [Agostino Bramè, commissario politico della V^ Brigata] – Venivano chiesti, dietro protesta di R.C.B. [capitano Robert Bentley] chiarimenti circa la distribuzione di armi arrivate in tre differenti sbarchi, circostanze sulle quali non erano state fatte le dovute relazioni. // 13 aprile 1945Dal Quartiere Generale Alleato della I^ Zona Liguria [capitano Bentley] al comandante Curto [comandante della I^ Zona Operativa Liguria] – Chiedeva di avvisare il comando della II^ Divisione di mettere a disposizione di R.C.B. [capitano Bentley] i 23 Sten ed i 2 Breda sbarcati a Bordighera [quasi di sicuro, invece, a Vallecrosia, forse in zona Rattaconigli, cioé sul confine tra le due cittadine], insieme ai 2 istruttori di sabotaggio, il 4 aprile u.s. e di aggiungere i 15 Sten con relative munizioni, portati da Bartali [Giovanni Bortoluzzi, già a capo a settembre 1943 di una prima banda di partigiani in Località Vadino di Albenga (IM), poi dirigente sapista in quella zona, capo missione della VI^ Divisione “Silvio Bonfante” presso gli alleati, vicecapo della Missione Alleata nella I^ Zona nei giorni della Liberazione]. Si fornivano altre indicazioni e si aggiungeva che in allegato vi era una lettera da consegnare in Francia tramite la squadra di Bordighera [Gruppo Sbarchi Vallecrosia, in effetti]. // 14 aprile 194Dal Comando Operativo della I^ Zona Liguria al comando della II^ Divisione – Veniva comunicato che Bartali, sbarcato il giorno 11, stava proseguendo verso la zona della VI^ Divisione “Silvio Bonfante” per incontrare R.C.B. [capitano Bentley] e che il 20 avrebbe avuto luogo una riunione tra le formazioni garibaldine, R.C.B. e i CLN interessati. // 18 aprile 1945Dal Comando Operativo della I^ Zona Liguria al comando della VI^ DivisioneInvito a mandare sollecitamente il materiale del lancio in pari data al capitano Roberta [Robert Bentley] e ordine di mettere a disposizione di R.C.B. [sempre il capitano Bentley]  i paracadute in seta. // 24 aprile 1945 – Dal Comando Operativo della I^ Zona Liguria al comando della II^ Divisione “Felice Cascione” – Comunicava che “il capitano “Bartali” [Giovanni Bortoluzzi] raggiungerà il comando divisionale in indirizzo e sarà l’incaricato della missione alleata presso il comando divisionale, funzionando da collegamento tra lo scrivente comando ed il comando divisionale. Bartali dipenderà dal capo missione “capitano Roberta” [capitano Bentley]. Si prega di fornire “Bartali” di tutto ciò di cui ha bisogno, nonché di alcune staffette e della puntuale segnalazione di tutte le azioni svolte dalla VI^ Divisione“.  da documenti IsrecIm in Rocco Fava di Sanremo (IM), “La Resistenza nell’Imperiese. Un saggio di regestazione della documentazione inedita dell’Istituto Storico della Resistenza e della Storia Contemporanea di Imperia (1 gennaio – 30 Aprile 1945)” – Tomo II – Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trieste, Anno Accademico 1998 – 1999

Da parte alleata gli aiuti furono del tutto inesistenti fino al terminare dell’anno 1944. Ai primi del 1945 vennero inviati presso le nostre formazioni di montagna ufficiali di collegamento, la cui opera fu talvolta preziosa più dal punto di vista morale che materiale… fu soltanto nel marzo del ’45, a poche settimane dalla liberazione che qualche limitato invio di armi automatiche si effettuò da parte alleata, via mare, grazie, peraltro, al coraggio ed alla determinazione dei nostri ragazzi, e solo una prima volta volta in marzo… lanci…    Mario Mascia, Op. cit.

Al pari di tutte le altre attività dello SOE, anche per l’invio di missioni di collegamento era necessaria una notevole preparazione organizzativa, che risentiva della scarsa disponibilità di mezzi della Special Force, trovando ostacoli per la pianificazione e l’esecuzione, e che costringeva a scegliere le priorità. […] Nel novembre del 1944 il maggiore Vincent tracciava un ottimo rapporto sulla situazione delle missioni nell’area in cui operava, ma soprattutto si faceva portavoce di quegli ambienti della Special Force che erano ambienti critici rispetto al decentramento operativo […] In verità una gestione centralizzata era impossibile se anche all’interno delle formazioni gli inviati britannici erano costretti a delegare parte dei loro compiti a figure di cornice come l’Italian Intelligence Liaison Officer […] Nel relazionarsi con le formazioni invece i Liaison Officers [ufficiali di collegamento] erano aiutati dal fatto di condividerne la stessa vita. Ciò permetteva loro di non essere percepiti come burocrati militari estranei alla guerriglia. Alcune volte le difficoltà erano date dalla scarsa disponibilità a collaborare dei partigiani, espressione di un risentimento che non si dirigeva verso l’Inghilterra, ma solo verso gli ufficiali: “[…] il sentimento antibritannico ed antialleato non esisteva, quello del Partito Comunista e del Partito d’Azione era diretto esclusivamente verso la missione”. Un atteggiamento acuito dalla questione dei rifornimenti. Un lancio mancato, o semplicemente in ritardo, aveva delle ripercussioni sul morale delle formazioni screditando gli ufficiali dello SOE […] I BLO [ufficiali britannici di collegamento] non avevano possibilità di comunicare direttamente con la centrale della Special Force e nemmeno con la squadra aerea in missione. Le richieste raggiungevano la propria destinazione solo dopo essere stato ripetute numerose volte, con una conseguente dilazione temporale. Le coordinate indicate per il rifornimento potevano essere soggette ad errori di trascrizioni o di ricezione. Anche nel migliore dei casi però erano sempre vaghe, visto che fotografavano una situazione in costante mutamento, che avrebbe potuto cambiare in breve tempo non corrispondendo più ai dati in possesso dallo squadrone aereo […] Grazie ai Liaison Officers gli italiani non si percepivano abbandonati, anche perché si adoperavano concretamente per migliorarne la situazione […]  Mireno Berrettini, Le Missioni dello Special Operations Executive e la Resistenza Italiana, Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea della provincia di Pistoia, QF, 2007, n° 3

Il partigiano Tonino

[  Su queste colonne si é già parlato della missione di Robert Bentley, capitano dello SOE britannico, ufficiale alleato di collegamento con i partigiani della I^ Zona Operativa Liguria, sbarcato il 6 gennaio 1945 su una spiaggia dell’estremo ponente ligure  ]

Inediti documenti, provenienti dai National Archives di Londra (1) che riguardano l’arruolamento di agenti italiani per il Soe (Special Operations Executive) danno nuova luce alle fonti orali, raccolte in questi anni, rivelando una realtà variegata e complessa, in cui il coraggio e la diplomazia cementarono la lotta al nazifascismo, ma lasciarono emergere alcune ambiguità.  Marilena Vittone, “Neve” e gli altri. Missioni inglesi e Organizzazione Franchi a Crescentino, in “l’impegno”, n. 2, dicembre 2016, Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nel Biellese, nel Vercellese e in Valsesia (1) L’Esecutivo Operazioni speciali [SOE] era un’organizzazione segreta inglese, nata nel 1940; in Italia operò dall’8 settembre 1943 con sabotaggi e incursioni dietro le linee tedesche. La rete di agenti sparsi in Europa era stata incaricata di sfruttare il ruolo dei gruppi di resistenza, presenti in ogni paese occupato, per favorire e coadiuvare le operazioni militari decise dall’Alto Comando interalleato. In Italia è nota con il nome di Number 1 Special Force e seguì le varie formazioni partigiane. 

Il tenente Antonio Capacchioni del gruppo Kahnemann veniva incaricato di preparare, in collaborazione con la S.A.P. di Vallecrosia, l’arrivo presso la Divisione Felice Cascione del capo della Missione alleata, il capitano inglese Robert Bentley.    Francesco Biga, (con la collaborazione di Osvaldo Contestabile), Storia della Resistenza Imperiese (I^ Zona Liguria), Vol. IV: Da Gennaio 1945 alla Liberazione, ed. Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia, 2005

… Ripassai in Francia e studiai un piano per entrare in Italia via mare… i vostri uomini di Bordighera e Vallecrosia, Leo [Stefano Carabalona, già comandante dell’8° Distaccamento della IX^ Brigata d’Assalto Garibaldi “Felice Cascione”, poi comandante di un Distaccamento della V^ Brigata d’Assalto Garibaldi “Luigi Nuvoloni”, infine comandante della Missione Militare (dei Partigiani Garibaldini) presso il Comando Alleato], Renzo Rossi, Rosina [Luciano Mannini], Caronte [detto anche Corsaro, Giulio Pedretti], Renzo Biancheri hanno seguito la stessa via numerose volte. Ad ogni modo presi contatto con Leo, che era appunto appena sbarcato in Francia in quel tempo, e poi con Kahnemann (Nuccia), il quale era pure passato [partendo con il suo gruppo da una spiaggia di Vallecrosia la notte del 14 dicembre 1944] a Nizza e mi posi immediatamente al lavoro. Tonino [Antonio Capacchioni], Mimmo [Domenico Dònesi] e Nino [Alberto Guglielmi] mi furono di grande ausilio durante la fase preparatoria. Le difficoltà di una traversata erano grandissime… decidemmo di inviare Nino perché preparasse il terreno… Nino venne tagliato fuori… Decidemmo di inviare Tonino…      capitano Robert Bentley in Mario Mascia, L’epopea dell’esercito scalzo, Ed. ALIS, 1946, ristampa del 1975 a cura dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia

Quando le campane di Bordighera [(IM)] suonarono le 23.00, il 6 gennaio del 1945 il gruppo di sbarco composto dal caporale Mac Dougall, Mimmo [Domenico Dònesi], Nino [Alberto Guglielmi] e me, era riunito su di un battello pneumatico.  Avendo ricevuto dalla spiaggia il segnale di via libera, aiutati da Giulio [Giulio Corsaro/Caronte Pedretti, responsabile del gruppo clandestino di partigiani di Ventimiglia, operanti via mare con gli alleati nella Missione Corsaro] con il suo battello, ci dirigemmo verso la riva. Alle 23,45 scendemmo sulla spiaggia, non senza esserci bagnati un po’, poichè le onde si infrangevano sulla spiaggia. Dopo aver sgonfiato il battello per consentire a Giulio di riportarlo indietro, raggiungemmo la casamatta dove si supponeva di incontrare Tonino. Dopo aver aspettato 15 minuti senza aver avuto notizie di Tonino, decidemmo di muoverci verso la prima casa sicura, seguendo un sentiero sgomberato all’interno del campo minato (solo di rado abbastanza largo). Arrivammo alla casa alle ore 00.15 e trovammo Tonino che ci aspettava. Il pesante bagaglio venne nascosto e, dopo aver attraversato campi e steccati, la via principale e una buona parte di Bordighera [veramente si trattava di Vallecrosia] arrivammo alla casa di Bussi, dove trovammo rifugio per la notte.  Il 7 gennaio alle 8,15 iniziammo il nostro viaggio verso l’entroterra. Io e Tonino partimmo per primi, seguiti a 100 iarde dal caporale Mac Dougall e da Mimmo. Non avevamo ancora percorso che poche iarde lungo la strada che passammo vicino al primo tedesco, siccome il nostro aspetto non attirò la sua attenzione continuammo il nostro viaggio in qualche modo un po’ più fiduciosi. A metà strada sopra Vallecrosia fummo raggiunti dalla nostra guida che si dimostrò essere il nostro salvatore visto che solo 100 iarde dopo fummo fermati ad un posto di blocco, dove ci furono chiesti i  documenti. Mentre la guida mostrava i suoi e distraeva le sentinelle parlando del tempo, noi passammo tranquillamente oltre. Da lì in poi numerosi Gerrys [tedeschi] ci incrociarono facendosi gli affari loro e curandosi poco di noi. A Vallecrosia prendemmo la mulattiera per Negi [Frazione di Perinaldo (IM)] che raggiungemmo alle 03.30. L’8 gennaio alle 4 lasciammo Negi per salire a Monte Bignone…       così lasciò scritto Bentley in un documento autografo [Archivio Isrecim], pubblicato in Giuseppe Mac Fiorucci, Gruppo Sbarchi Vallecrosia, ed. Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia – Comune di Vallecrosia (IM) – Provincia di Imperia – Associazione Culturale “Il Ponte” di Vallecrosia (IM),  2007

[  Giuseppe Mac Fiorucci ritrovò e pubblicò in Op. cit. la copia incompleta, uno scritto autografo, della relazione sulla sua vicenda tra i partigiani e gli alleati, fatta in data sconosciuta da Tonino al Comando Partigiano: una relazione in cui Tonino descriveva sommariamente, iniziando dai suoi trascorsi militari come capitano della Regia Aeronautica, della sua fuga in Liguria, della sua iniziale adesione  ad una banda partigiana autonoma… più tardi vice comandante del distaccamento Peter. 8 settembre 1944 forte attacco tedesco a Seborga, con il conseguente sbandamento della banda… come già a novembre 1944 fosse arrivato in Francia… duri interrogatori da parte della polizia francese… per essere di supporto a molte iniziative combinate alleati-partigiani… mi offro volontario per essere sbarcato da solo nel Val Nervia per preparare la ricezione della missione alleata capeggiata dal cap. Bentley. Sbarcato alle 2 di notte da un motoscafo inglese… Più avanti il capitano Bentley, già arrivato tra i partigiani, affida a Capacchioni documenti relativi alle sue prime ricognizioni da mandare in Francia. Capacchioni parlava infine del suo arresto… all’altezza di Madonna della Villa mi fu intimato l’alt. Dopo aver fatto scivolare la busta di cellofan contenente i documenti nella neve che in quel punto giungeva all’altezza delle ginocchia; anzi, sulle seguenti sue parole si interrompe la memoria rinvenuta da Fiorucci… mi sono arreso a cinque tedeschi facenti parte della Marina da sbarco, e da loro fui portato a Baiardo e dopo un breve interrogatorio fui trasferito a Villa San Rocco allora sede del Comando SS con a capo il famigerato Reiter. Per un mese di seguito fui sottoposto a inauditi quanto crudeli interrogatori… di qui alla casa dello studente di Genova

Sull’arresto di Capacchioni Ernest Schifferegger, già SS ed interprete, dichiarò in un verbale di interrogatorio, confluito in un documento * del 2 giugno 1947 redatto dall’OSS statunitense, antenata della CIA, sia quanto risulta nell’immagine che precede sia: “dopo un periodo di circa 25 giorni alla villa [San Rocco di Sanremo] il Capacchioni, al quale non era stato possibile togliere una sola parola, fu inviato a Genova alla casa dello studente, che provvide a farlo internare in Germania. Come dice ora lui stesso, rimase al campo di Bolzano circa 4 mesi, indi sopraggiunse la liberazione e così poté tornare a casa”. * Ernest Schifferegger era un italiano altoatesino che in occasione del referendum del 1939 aveva optato, come tutti i membri della sua numerosa famiglia, per la nazionalità tedesca. Entrato nelle SS, operò – a suo dire – solo nella logistica, su diversi punti del fronte occidentale. Era, tuttavia, a Roma come interprete, quando partecipò al prelievo di un gruppo 25 prigionieri politici italiani condotti a morte nella strage delle Fosse Ardeatine. Fece in seguito l’interprete per i nazisti anche a Sanremo. La relazione dell’OSS riporta che alla data del 2 giugno 1947 Schifferegger era ancora in custodia alla Corte d’Assise Straordinaria di Sanremo  ]

Il partigiano Mimmo e la Missione Kahnemann

Vallecrosia (IM) e Bordighera (IM), viste dalla collina di Collasgarba, citata nell'articolo
Vallecrosia (IM) e Bordighera (IM), viste dalla collina di Collasgarba

Intanto a Sanremo e a Bordighera viene costituita la Missione “Kahnemann” di cui fa parte il tenente Capacchioni [Antonio Tonino Capacchioni: vedere infra] il quale viene incaricato di preparare in collaborazione con le SAP di Vallecrosia l’arrivo di una Missione Alleata (inglese) con lo scopo di fornire armi alla Resistenza. Il Comando tedesco, avvertito dell’operazione che stava per svolgersi, aumenta la sua sorveglianza predisponendo nuove postazioni lungo la spiaggia, organizzate tra un campo di mine e l’altro, in modo da tenere tutta la costa sotto la più stretta sorveglianza diurna e notturna. Inoltre il nemico emana disposizioni per il ritiro e la distruzione di tutte le barche. Pertanto l’operazione da intraprendere diventa molto più rischiosa, per cui si deve stabilire come base centrale di operazione un tratto di costa maggiormente battuto dalle artiglierie franco-americane e quindi meno sorvegliato.
Francesco Biga, (con la collaborazione di Osvaldo Contestabile), Storia della Resistenza Imperiese (I^ Zona Liguria), Vol. IV: Da Gennaio 1945 alla Liberazione, ed. Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia, 2005

[ Alla Missione Kahnemann fa riferimento gran parte della seguente testimonianza  ]

L’8 settembre 1943 ero sottotenente dei Bersaglieri al Deposito dell’8° Reggimento a Verona… Ritornai a Piacenza e qui incontrai per caso un mio commilitone con il quale avevo frequentato il corso allievi ufficiali a Siena… Lo misi al corrente della mia intenzione di arruolarmi nella resistenza. Si informò sui miei dati personali e mi confidò che ero adatto… (con la famiglia nell’Italia già liberata, quindi non ricattabile dai nazifascisti con la minaccia di ritorsioni verso i famigliari, come erano solite fare le polizie italiane e tedesche della RSI)… dovevo arruolarmi nei bersaglieri della Repubblica fascista. Dovevo cercare di andare a Genova per dare notizie sul sistema difensivo tedesco della costa ligure. Riuscii nell’intento e quasi alla fine del ’43 venni inquadrato col grado di sottotenente nel primo battaglione di difesa costiera tra Nervi e Montesignano. Collaborai con il C.L.N. di Genova al quale fornii tutte le copie delle mappe di tutte le batterie costiere e dei campi minati. Successivamente fui trasferito al comando di una compagnia nei pressi di Ceva…
Pochi giorni dopo venni catturato dai partigiani in casa della mia fidanzata di Savona, figlia del proprietario dei Magazzini 900, che si trovava in quella zona per sfuggire ai bombardamenti. Li misi al corrente della mia vera situazione. Passò quasi un mese finchè non arrivò da Genova la conferma del mio racconto.
Fui inquadrato in un distaccamento partigiano che si avvicinò alla provincia di Imperia.
Qui fui assegnato alla IV^ Brigata “Elsio Guarrini” della II^ Divisione “Felice Cascione“…
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Fonte: Cumpagnia d’i Ventemigliusi

In questo periodo [una volta occupata dagli Alleati tutta la Francia Meridionale], dalle alture di Vallecrosia (IM) e Bordighera (IM), si poteva notare una nave, proveniente dal sud marittimo della Francia, che cannoneggiava in continuazione ma non si riusciva a capire in quale zona specifica della costa italiana.   Da questa situazione nacque l’idea, nel comando della “Felice Cascione”, di una nostra missione, che dovesse portarsi in Francia presso i Comandi Alleati per sollecitare l’invio di divise, viveri, armi e munizioni. E per combinare azioni militari congiunte contro le forze nazifasciste nella nostra zona. Così nacque la Missione Kahnemann, con la supervisione del comandante “U Curtu” [Nino Curto Siccardi]. Fra i componenti furono assunti fra gli altri (non li ricordo tutti) Alberto Guglielmi “Nino[destinato a tragica morte subito dopo aver contribuito in modo rilevante all’arrivo tra i partigiani imperiesi del già mentovato capitano Bentley] e Luciano ManniniRosina“. Io, perché ufficiale dell’esercito, a conoscenza delle lingue francese e inglese, studiate a scuola e poi coltivate privatamente. Nino e Luciano perché conoscevano la zona a menadito, soprattutto i camminamenti tra le mine sulla spiaggia.  Domenico Mimmo Donesi in Giuseppe Mac Fiorucci, Gruppo Sbarchi Vallecrosia < ed. Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia – Comune di Vallecrosia (IM) – Provincia di Imperia – Associazione Culturale “Il Ponte” di Vallecrosia (IM), 2007 >

La missione Kahnemann salpò da Vallecrosia (IM) il 14 dicembre 1944, dopo tre giorni di attesa per un via libera dato dal comandante del distaccamento, che collaborava clandestinamente con i partigiani del mare, di bersaglieri di guardia sul litorale, sergente Bertelli, che avvisò per tempo che in quel giorno il suo reparto sarebbe stato impegnato a Ceriana (IM) con commilitoni tedeschi.  Giuseppe Mac Fiorucci, Op. cit.

La gendarmeria di Monaco, informata dello scopo della nostra missione, si mise subito in contatto con quella di Nizza […] nelle prime ore del mattino successivo stavamo già nella sede della gendarmeria di Nizza […] Quasi subito fu prelevato Kahnemann, capo della nostra missione e portatore di tutti i documenti referenziali attestanti la nostra identità politica […] La notte del 6 gennaio 1945 la missione con tutti noi e con il capitano Bentley e il suo marconista ripartì per Vallecrosia […]      Domenico Mimmo Donesi in Giuseppe Mac Fiorucci, Op. cit.

[ Della Missione Kahnemann faceva parte anche Alberto Nino Guglielmi.
Raggiunti gli alleati, Mimmo e Nino furono ingaggiati dai servizi inglesi, sottoposti ad un breve addestramento e preparati alla missione di invio dell’ufficiale di collegamento presso i partigiani della I^ Zona Operativa Liguria, il capitano Robert Bentley, del SOE  britannico. Dopo Natale Nino fu inviato a preparare lo sbarco di Bentley, che avvenne il 6 gennaio 1945, sempre sulla spiaggia di Vallecrosia.

E su alcune circostanze relative all’arrivo di Bentley fu importante anche il ruolo di Antonio Tonino Capacchioni, una figura su cui occorre tornare con un prossimo articolo.

Su Donesi, ancora un documento:

tonino_doria1
Attestazione su Donesi, rilasciata da Fragola Doria, Armando Izzo

S E G R E T O

Capt. G.M.T. Jones,
Distaccamento OSS,
NIZZA

Rif: OP/I/19

30 Gennaio 1945

In riferimento al nostro OB/I/19 del 13 Gennaio, segue un ulteriore resoconto.

Due pattuglie di corrieri ed una pattuglia di agenti sono state inviate via terra oltre frontiera sin dal 13 Gennaio. Uno dei corrieri ha preso contatto con organizzazioni partigiane più lontane di quelle contattate in precedenza e ha riportato informazioni riguardo le centrali idroelettriche e i centri di ditribuzione in VAL MAIRA e in VAL VARAITA.

È nostra intenzione organizzare una squadra antisabotaggio con riferimento speciale per queste strutture. Il contatto radio con la nostra missione nell’area Settentrionale è eccellente.

Il nostro Ufficiale di Collegamento Britannico [Robert Bentley] nella Liguria Occidentale è stato disturbato dalla pressione Tedesca sulla Divisione [la II^ Divisione “Felice Cascione“] a cui è stato inviato.

Il contatto radio è stato interrotto a causa dei suoi spostamenti, ma un certo ammontare di informazioni tecniche ci è stato trasmesso da lui e successivamente passato a voi.

Il clima gli ha impedito l’infiltrazione di rifornimenti in questo mese, ma nel mese di Febbraio è previsto un certo numero di operazioni al riguardo.

Firmato: M.P. LAM. Capt.

per S/Ldr,
Distaccamento OC 20
N° 1 Forze Speciali

documento d’epoca rintracciato a cura di Giuseppe Mac Fiorucci, autore di “Gruppo Sbarchi Vallecrosia“, Op. cit.  ]

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