Due fanti prigionieri fuggirono dal loro vagone

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Tra gli uomini che dovettero subire i drammi della storia dopo l’8 settembre 1943 molti furono coloro che provenivano dall’estremo ponente ligure. E tra questi alcune storie personali degne di essere ricordate.

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Airole (IM): uno scorcio di Val Roia

BIANCHERI GIOVANNI (20/1/1918) di Airole. G. a. F. 1^ Settore di Copertura. Catturato il 13 settembre 1943 a Fusine (UD) venne internato in Germania. Rientrato in Italia nel luglio 1945 fu ricoverato in Ospedale a Verona. Morì a Airole il 3 settembre 1945 per una malattia contratta in prigionia.
Il suo compaesano VIALE ANDREA (4/11/1919), aviere della Regia Aeronautica, catturato a Rodi (GRE) il 9 settembre 1943, non ebbe la possibilità di tornare a case e morì il 12 agosto 1944 in prigionia in Germania.

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Apricale (IM): la strada provinciale
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Apricale (IM): la strada provinciale

Non tornò più ad Apricale PISANO ENRICO (24/8/1923) marò presso il Comando Marina Egeo disperso a Rodi 11 settembre 1943. Di Bordighera erano BERSIA TERESIO (29/11/21), CALDO VITTORIO LUIGI (23/6/1922), il sottotenente SOLERI GIOVANNI 8/9/12 che morirono nei lager tedeschi, mentre ELLENA MATTEO, (Bordighera 25/1/1915) legionario della XXXIII Btg. Camicie Nere (alcuni legionari dei battaglioni camicie nere subirono la stessa sorte degli altri militari perché rifiutarono anch’essi di combattere a fianco dei tedeschi) disperso a Cattaro (Montenegro) il 30 settembre 1943, LORENZI VITTORIO (Bordighera 15/2/1920) marinaio della Regia Marina disperso a Sebenico (Jug) il 9 settembre 1943.
PASTORE GIOVANNI (12/2/12) di Camporosso disperso il 23 settembre, l’alpino di Castel Vittorio ALBERTI LUIGI (9/1/1920), catturato il 9 settembre a Chiusa all’Isarco (BZ), deceduto il 19 marzo 1944 in Germania come ALLAVENA GIUSEPPE, Castel Vittorio 11/10/1916, aviere scelto Spec. Montatore. Zithain Stalag IV B (Germania), catturato ad Atene il 10 settembre 1943 e deceduto per malattia in Germania il 21 ottobre 1944.
E poi:
TORNATORE ALFREDO, nato a Dolceacqua 14 marzo 1917. del 341^ Rgt. fanteria. deceduto in prigionia il 1 settembre 1944, catturato a Creta nel settembre 1943.
FERRARI FEDERICO LINO (Isolabona 28 aprile 1923), catturato dopo il 9 settembre 1943 in Alto Adige deceduto per malattia a Mauthausen (Sottocampo di Ebensee) il 16 aprile 1944. Una tragica coincidenza dettata dal destino. Federico Ferrari morì a Ebensee il 16 aprile 1944, lo stesso giorno del decesso di Federico Ferrari, ad alcune migliaia di chilometri di distanza, nel suo paese natio, veniva arrestato e deportato, anche lui a Ebensee, il suo compaesano GAVINO ALFREDO (Isolabona 5 maggio 1920) che si spense meno di un anno dopo, A Mauthausen fu internato anche CANE LINDO morto a a Isolabona 1947 per una malattia contratta in prigionia.
PIANETA GILDO (Isolabona 28 novembre 1913) deceduto a Villafranca il 13 settembre 1943, caduto mentre tentava la fuga dal treno durante il trasporto verso la prigionia in Germania. Il fatto venne ricordato dal quotidiano L’Arena del 13 settembre 2013. «Alla stazione di Villafranca, su un binario morto, era fermo un treno bestiame carico di militari italiani che, oltrepassato il Brennero, erano destinati ai campi di prigionia in Germania. Approfittando del treno fermo ed eludendo la sorveglianza, due fanti prigionieri fuggirono dal loro vagone, percorrendo pochi metri lungo la linea e nascondendosi in un cespuglio sotto la massicciata della ferrovia. Uno era Gildo Pianeta, fante di Isolabona, era sposato e a casa l’attendeva il piccolo Adriano. L’altro era Alberto Pomponi, di Bracciano. Ce l’avevano quasi fatta. Sarebbe bastato che tutto calasse nella quiete e al momento opportuno sarebbero schizzati fuori dal cespuglio, perdendosi nelle campagne dei dintorni. Ma non andò così. Da un altro vagone uscì un militare, anch’egli tentò la fuga e riuscì a eclissarsi in un campo di mais. I tedeschi lo avevano però visto. Si lanciarono al suo inseguimento invano. Fu così che, tornando al treno, notarono nascosti nel cespuglio Pomponi e Pianeta, che non ebbero scampo, uccisi da una raffica.».
LIMON CELESTINO di Olivetta San Michele (29/4/1909) del 43^ Rgt. fanteria, catturato da forze tedesche nel settembre 1943 in Albania, detenuto nel Lager di Bor, al sopraggiungere dell’Armata rossa, nell’inverno ’44, venne trasferito nel campo sovietico di Reni dove morì l’1 febbraio 1945, Il Campo di Reni n° 38 si trovava in Ucraina sul mar Nero ai confini con la Romania. Qui furono rinchiusi i militari italiani trovati dai sovietici nel campo di prigionia tedesco di Bor in Serbia. In questo campo sono accertati almeno 673 decessi di detenuti italiani.

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Olivetta San Michele (IM): colline

COTTA ATTILIO, nato a  Olivetta San Michele 24 settembre 1909. Carabiniere Reale 25^ Btg. Catturato a Cettigne (Montenegro) il 2 ottobre 1943. Internato Stalag IX B. Rientrato il 7 luglio 1945.
CASSINI GIUSEPPE, nato a Perinaldo 16 settembre 1916. Serg.te 23^ Sezione Sanità. Stalag tedesco 2 giugno 1944, catturato dopo l’8 settembre 1943.

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Pigna (IM): Chiesa Parrocchiale di San Michele Arcangelo

SICARDI Giovanni, nato a Pigna 2 giugno 1917. Fante 341^ Rgt. fanteria. Baia di Suda, 8 febbraio 1944, disperso in mare nall’affondamento del piroscafo Petrella “adibito per il trasporto di prigionieri italiani dall’Egeo verso la Germania, fu affondato nelle acque di Creta, colpito da siluri del sommergibile HMS Sportsman. Dei 3.173 soldati italiani imbarcati, fatti prigionieri nelle isole dell’Egeo dopo l’8 settembre 1943, solamente 424 si salvarono”.
BOERO RODOLFO, nato a Rocchetta Nervina 21 maggio 1909. Rep. sconosciuto. Jugoslavia 21 settembre 1943
CROESI ENNIO, nato a San Biagio della Cima 14 ottobre 1922. Geniere. Stalag di Altengrabow (Germania) 29 aprile 1944, deceduto in prigionia, catturato dopo l’8 settembre 1943 in località sconosciuta.
MOLINARI ANTONIO, nato a San Biagio della Cima 14 gennaio 1923. + 8 settembre 1943 disperso in località sconosciuta.
MACCARIO ELIO, nato a Soldano 14 maggio 1923. Brigadiere Carabinieri. Germania 31 gennaio 1945, deceduto in prigionia, catturato dopo l’8 settembre 1943 in località sconosciuta.
ANFOSSO GIUSEPPE (Ninò), nato a Soldano 25 settembre 1923. Reparto sconosciuto. Grecia 17 gennaio 1944.
ANFOSSO SILVANO di Giuseppe e Anfosso Silvia, nato a  Ventimiglia 26 maggio 1918. Tenente Rgt. Genio artieri. Grecia 18 ottobre 1943.
GIRALDI ALBERTO, nato a Ventimiglia 3 marzo 1923 divisione Acqui, disperso in mare in prossimità di Patrasso il 13 ottobre 1943, per il naufragio della motonave Marguerite impegnata nell’evacuazione di prigionieri italiani da Cefalonia.

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Seborga (IM): uno scorcio sulle colline di ponente di Vallebona

GUGLIELMI LORENZO ALDO di Giovanni Battista e Guglielmi Lorenzina, nato a Vallebona 26 marzo 1918. Aviere. Catturato a Pola il 9 settembre 1943, internato in Germania. Rimpatriato dalla prigionia il 5 aprile 1945. Deceduto a Vallebona il 16 aprile 1945 per malatia contrata in prigionia.
LEONE FRANCESCO, nato a Vallecrosia 4 ottobre 1919. Artiglieria. Grecia 20 settembre 1943
ALBERTINI BRUNO, nato a Ventimiglia 20 settembre 1924. G. a F. 27^ Settore. Catturato a Fiume il 19 settembre 1943. Ospedale da Campo di Magdeburgo (Germania) 8 gennaio 1944, deceduto per malattia. Precedentemente internato nei Stalag X B e XI B.
BORRI FEDERICO, nato a Ventimiglia 8 luglio 1922. Cannoniere Marina Mil.. Rodi 11 settembre 1943, disperso.
COLTELLI GIOVANNI di Giulio e Lanteri Petronilla, nato a Ventimiglia 3 aprile 1923. 8^ Rgt. Bersaglieri. Germania 15 maggio 1944, deceduto in prigionia.
LORENZI GIOBATTA, nato a Ventimiglia 1 ottobre 1923. Cannoniere Marina Mil.. Rodi 11 settembre 1943, disperso.
Questa è una lista, che, come tutte le liste, può risulta asettica e non permette di valutare appieno la tragedia di tutti questi ragazzi che morirono resistendo consapevolmente o meno alla violenza imposta da una ideologia deteriore, moltissimi altri, i cosidetti IMI, riuscirono a tornare alle proprie case dopo mesi e mesi di fame, sofferenze, fatiche dalla schiavitù imposta loro dal nazismo.
Tra i tanti volti sconosciuti vorrei ricordare in modo particolare quattro figure, quattro ufficiali che attraverso il loro sacrificio, in modo diverso e con conclusioni diverse, diedero lustro al territorio che li vide nascere.
Il primo è il capitano di Vallecrosia ANTONIO VALGOI (19 agosto 1907) del 3° raggruppamento artiglieria di C.A. (Corpo d’Armata) caduto a Cefalonia il 22 settembre 1943, fucilato come quasi tutti gli ufficiali e sottuficiali della Divisione Acqui e MEDAGLIA D’ORO AL VALOR MILITARE alla memoria. Questa è la motivazione della decorazione: «Comandante di reparto munizioni e viveri di un gruppo d’artiglieria, nei giorni immediatamente successivi all’armistizio partecipava attivamente e valorosamente ad aspra lotta. Al profilarsi dell’insuccesso delle nostre armi, informato dai suoi artiglieri che gli Ufficiali venivano passati per le armi e sollecitato a rifugiarsi all’ospedale militare, dove avrebbe potuto facilmente confondersi col personale sanitario perché laureato in medicina e chirurgia, rifiutava con orgogliosa fierezza il suggerimento per rimanere, fino all’ultimo, accanto ai soldati che la Patria gli aveva affidato. Subito dopo la cattura accortosi che il Comandante dell’unità avversaria faceva schierare armi automatiche intorno al Reparto, con l’intento di sterminare indiscriminatamente i suoi dipendenti, si portava decisamente avanti a tutti e dichiarava: “Sono io il Comandante di questi uomini. Sparate su di me”. Aveva appena finito di pronunciare queste parole che una raffica lo abbatteva esanime al suolo unitamente ai suoi valorosi artiglieri – Argostoli-Cefalonia (Grecia) 22 settembre 1943 MOVM.»
CASELLA ALDO, nato a Ventimiglia 12 marzo 1915, tenente dell’84° Rgt fanteria, che dopo l’8 settembre continuò a combattere ma contro i tedeschi nella Divisione Garibaldi sorta raccogliendo i superstiti delle divisioni del R.E.I. Veneza, Taurinense ed Emilia di stanza in Montenegro e Serbia. Combattè a fianco delle brigate partigiane jugoslave, contro i tedeschi. Tra l’8 settembre ’43 e la conclusione del conflitto si contano più di 20.000 caduti tra le file italiane. Al suo comando il generale CARLO RAVNIC che si spense a Bordighera il 2 marzo 1996. Casella cadde in combattimento il 18 ottobre 1944 a Brodarevo in Montenegro. Gli venne conferita una Medaglia di Bronzo al Valor Militare con la seguente motivazione: «Comandante di compagnia, già distintosi in precedenti azioni di guerra, si prodigava costantemente per il sempre maggiore rendimento bellico del reparto. Durante un furioso attacco di preponderanti forze nemiche guidava più volte all’assalto i propri uomini, sempre primo ove era maggiore il pericolo, più necessaria la presenza del comandante. Nella conseguente azione di sganciamento metteva in luce tutta la sua perizia. Il suo alto amor patrio, il suo sentito attaccamento al dovere. – Brodarevo, 16 novembre 1943. MBVM.»
il maggiore dei Carabinieri LIVIO DUCE, nato a Ventimiglia il 5 dicembre 1897. Studente al terzo anno di ingegneria all’Università di Genova, si arruolò volontario per partecipare alla Grande Guerra.
Al momento della mobilitazione nel 1940 fu trasferito all’XI Btg. mobilitato dell’Arma, al cui comando venne inviato in Dalmazia. Nel 1942 promosso maggiore, assumeva il comando del III C. A. dei Carabinieri impiegato per il controllo dell’Attica. Catturato nel settembre 1943 dai tedeschi, venne fucilato il 24 settembre 1943. «Comandante di battaglione carabinieri in territorio di occupazione, caduto in una imboscata con una piccola colonna e circondato da sovverchianti forza nemiche opponeva, benché ferito, accanita ed eroica resistenza imponendosi all’ammirazione degli stessi avversari, finché ferito un aseconda volta, sopraffatti e caduti quasi tutti i componenti della colonna, veniva catturato. Sottoposto ad indicibili sevizie materiali e morali, rifiutava sdegnosamente l’offerta di aver salva la vita a patto di sottoscrivere falsa dichiarazione atta a trarre in inganno altri reparti italiani. Appreso che un compagno di prigionia era stato fucilato dichiarava che, se gli fosse toccata la stessa sorte, avrebbe saputo morire da «italiano e da Carabiniere». Condotto al luogo del suplizio manteneva col suo contegno fede alla promessa, finché cadeva fulminato dal piombo del nemico che ne aveva soppresso il corpo ma non piegato lo spirito. Ammirevole esempio di virile coraggio e di elette virtù militari. – Montagne dell’Attica (Grecia), agosto 1943 – gennaio 1944. MOVM alla memoria.»
ADOLFO RIVOIR, nato a Vallecrosia nel 1895, figlio di genitori di fede valdese. Combattente nella prima guerra mondiale come sottufficiale di complemento, venne ferito gravemente, prima sul Monte Fior, poi sull’Ortigara. All’entrata in guerra dell’Italia nel 1940 Adolfo Rivoir è già un uomo maturo, sposato e con due figli piccoli. Combatte sul fronte greco-albanese; il 15 dicembre 1940 viene ferito gravemente sul Var i Lamit e nel luglio 1941 riceve la medaglia d’oro. Quando riprende in pieno le forze viene assegnato al Comando del 5° Reggimento alpini, quale comandante della caserma di Fortezza, presso Merano. L’8 settembre viene catturato dai tedeschi e inizia per lui l’internamento. Prima a Tschenstochau in Polonia, sede dello Oflag 367, poi a Norimberga, Oflag D, fino al 19 febbraio quando arriva a Altengrabow, Oflag A. Il 4 maggio del ’45 viene liberato dei sovietici e l’8 maggio comincia l’odissea che si conclude con il ritorno a Torre Pellice il 5 settembre 1945. Per tutta la durata della prigionia Adolfo Rivoir celò su di se la bandiera del V Alpini, che al momento dell’arresto riuscì a portare con sé, conservandola e nascondendola, sfuggendo sempre ai controlli dei tedeschi, fino a portarla in salvo in Italia. La sua odissea di prigioniero nei campi tedeschi è raccontata nel libro di Ivetta Fuhrmann, L’ufficiale che salvò la bandiera – Diario di prigionia in Polonia e in Germania, Claudiana, 2013.
Per ultima, un’esperienza diversa. Un ventimigliese che dopo l’8 settembre non fu costretto a salire sui monti, oppure entrare in clandestinità. Non conobbe neanche le sofferenze della prigionia ma partecipò alla Resistenza contro il nazifascismo combattendo nel CORPO ITALIANO DI LIBERAZIONE.
CROVESI IVO, nato a Saorge nel 1920 e residente a Ventimiglia. Frequenta il corso AUC e al termine viene nominato sottotenente e destinato al 5º alpini, battaglione Morbegno; dovrebbe partire per la Russia ma una domanda, presentata tempo addietro, per un corso paracadutisti, lo fa partire per Tarquinia dove, alla fine del periodo di addestramento, viene destinato alla divisione Nembo di rincalzo alla Folgore, impegnata nei deserti della Libia. Il suo reparto, in attesa d’impiego, è accantonato in Sardegna. Arriva l’8 settembre e una mattina la sua caserma è circondata dai Tedeschi che, con una sydecar e pochi camion di soldati, chiedono al comandante di arrendersi. Questi risponde che se loro sono accerchiati, i suoi soldati hanno cinquemila paracadutisti attorno, pronti ad aprire il fuoco. Si arriva ad un gentleman agreement e il reparto germanico viene scortato fino alle Bocche di Bonifacio e lasciato andare in Corsica. La divisione Nembo, nel frattempo rinforzata dei resti delle battaglie in Libia, viene trasferita a Napoli. Gli Americani li vogliono al loro fianco, gli Inglesi li considerano prigionieri di guerra e così per due volte salgono e scendono dalle navi, senza sapere se destinati al fronte o a un campo di concentramento. A Ortona, la sua divisione partecipa per la prima volta ad operazioni di guerra e, benché male armati e con soli due cannoni, escono spesso in avanguardia in micidiali campi minati e sostengono aspri combattimenti sull’Appennino a Filtrano, Castellone di Suada e Grinzano, nel Bolognese. Negli ultimi giorni di guerra, a Casalecchio dei Conti, nel Bolognese, nel corso di cruenti combattimenti con le truppe tedesche, viene decorato con una medaglia di Bronzo. Nel dopoguerra si trasferisce in Venezuela dove, per anni, presiede la locale Associazione Nazionale Alpini. Ritornava spesso a Ventimiglia e mantenne sempre vivi i contatti con gli amici ventimigliesi.
«Motivazione Medaglia d’Argento al Valor Militare
Crovesi Ivo, Sottotenente Rgt. Paracad. “Nembo”, II Btg.
– Comandante di un plotone fucilieri di provato valore, durante una giornata di aspri combattimenti, organizzava il fuuoco delle sue armi in modo da infligere al nemico notevoli perdite e dare valido appoggio ad altri plotoni della sua compagnia. Assicurava il rifornimento munizioni del reparto fortemente impegnato, trascinando con l’esempio i suoi uomini, attraverso un terreno aspro, intensamente battuto dal fuoco nemico. Nobile esempio di attaccamento al dovere.  – Casalecchio dei Conti, 19 aprile 1945. MBVM».
Giorgio Caudano, Gli eroi sono tutti giovani e belli. I Caduti della Lotta di Liberazione nella I^ Zona Operativa Liguria, ed. in pr., 2020

[ n.d.r.: altri lavori di Giorgio Caudano: Marco Cassini e Giorgio Caudano, Bordighera al tempo di Bicknell e Monet, Istituto Internazionale di Studi Liguri, Bordighera, 2021; Giorgio Caudano, L’immagine ritrovata. Ventimiglia e dintorni nei dipinti dell’Ottocento e primo Novecento, Alzani Editore, 2021; La libera Repubblica di Pigna. Parentesi di democrazia (29 agosto 1944 – 8 ottobre 1944), (a cura di) Paolo Veziano con il contributo di Giorgio Caudano e di Graziano Mamone), Comune di Pigna, IsrecIm, Fusta Editore, 2020; Giorgio Caudano, Dal Mare alla Trincea… memorie di uomini, BB Europa, Cuneo, 2019; Silvia Alborno, Gisella Merello, Marco Farotto, Marco Cassini, Giorgio Caudano, Franck Vigliani, curatori della mostra Claude Monet, ritorno in Riviera, catalogo a cura di Aldo Herlaut, Silvana Editoriale, Milano 2019; La Magnifica Invenzione. I pionieri della fotografia in Val Nervia 1865-1925, a cura di Marco Cassini e Giorgio Caudano, Istituto Internazionale di Studi Liguri, Bordighera, 2016; Giorgio Caudano, Pigna. Storia di un paese, ed. in pr., 2016 ]

Vous êtes été magnifiques

Il mese di agosto 1944 è destinato a chiudersi con una netta vittoria garibaldina: Pigna (IM).  Il 29 agosto la V^ Brigata d’Assalto “Luigi Nuvoloni” della II^ Divisione “Felice Cascione” dopo uno scontro a fuoco con i nazisti entrò nel centro della Val Nervia tra la popolazione esultante.

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Rimasti in possesso del paese, i garibaldini organizzarono la sua difesa. Principalmente impegnati furono il 1° distaccamento, che presidiava Passo Muratone, il 5° distaccamento, di cui una parte occupava Pigna ed una parte Gola di Gouta, ed infine il 10°  distaccamento, rinforzato da una formazione S.A.P. di Castelvittorio (IM), che controllava la linea Monte Vetta-Monte Bonda.

I partigiani diedero al territorio libero di Pigna un ordinamento democratico sull’esempio di Montefiorino, riuscendo a salvaguardarlo per 40 lunghi giorni dagli attacchi tedeschi.

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Nel comando della Brigata “Luigi Nuvoloni” vi era anche Armando Izzo * (“Fragola-Doria“), che a proposito del libero territorio controllato dai suoi uomini ricorda: “Abbiamo avuto nella Resistenza la Repubblica di Domodossola, e nessuno ha parlato di quella di Pigna; eppure nulla ha da invidiare a quella di Domodossola per l’asprezza dei combattimenti e per la lunga resistenza opposta ai tedeschi“. Proprio nei giorni di fine estate 1944, proveniente dal Piemonte, transitava nella zona della “Libera Repubblica di Pigna” una missione alleata, la Missione Flap, formata da ufficiali inglesi e canadesi, diretta in Francia.  Gli alleati poterono assistere ad uno dei molti scontri di quei giorni tra i garibaldini ed i tedeschi. Il corrispondente di guerra canadese si congratulò – come rammenta Carlo Rubaudo, Storia della Resistenza Imperiese (I^ Zona Liguria). Vol. II. Da giugno ad agosto 1944, edito a cura dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia, Imperia, Dominici Editore, 1992 –  con una bizzarra frase trilingue: “Vous êtes été magnifiques, una wery well bataille, viva garibaldini“.  Rocco Fava di Sanremo (IM),  La Resistenza nell’Imperiese. Un saggio di regestazione della documentazione inedita dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia (1 gennaio – 30 Aprile 1945), Tomo I,  Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trieste, Facoltà di Scienze della Formazione, Corso di Laurea in Pedagogia, Anno Accademico 1998 – 1999

[…] un’azione particolarmente fortunata, presso Bordighera, permette ai partigiani di impadronirsi di una notevole quantità di armi e munizioni. Pochi giorni prima avevano conquistato il controllo del valico del monte Vetta. Sono così in grado di sferrare una battaglia per Pigna, che […] passa sotto il diretto controllo delle formazioni garibaldine. Nella battaglia cadono molti partigiani e la V Brigata garibaldina si riduce a poco più di 200 uomini. Nel giro di un mese si arruolano 600 volontari, molti dei quali sono militi del battaglione San Marco che disertano la formazione fascista e si uniscono ai garibaldini, rivelandosi “ottimi combattenti partigiani”, come afferma la relazione del 5 ottobre 1944 dell’ispettore della zona [I^ Zona Liguria]. Sul documento non c’è traccia del nome dell’ispettore [con ogni probabilità si trattava di Simon, detto anche Manes, Carlo Farini] […] La stessa relazione informa delle gravi difficoltà nei rapporti con la formazione autonoma del maggiore “Mauri”, che ha la sua base in Piemonte, ma si estende fino alla Liguria… Il 20 settembre i rappresentanti garibaldini vengono invitati in Piemonte per incontrare la missione inglese [la qui citata Missione Flap], che si trova presso il comando Mauri. [ Verso la fine di settembre del 1944, a fronte del rafforzamento della presenza tedesca in Valle Impero e della scarsità di armi e di vestiario che affliggeva le formazioni partigiane dell’imperiese, Simon Carlo Farini, ispettore della I^ Zona Operativa Liguria, si recò in Piemonte per conferire con il maggiore inglese Temple, capo della missione alleata colà già insediata. Farini chiese l’invio, tramite avio lanci, di materiale bellico per i partigiani della II^ Divisione “Felice Cascione”, come già avveniva  per i partigiani [badogliani] del Piemonte. I lanci nel ponente ligure, tuttavia, iniziarono soltanto nel marzo del 1945… Rocco Fava, Op. cit. ]. La relativa relazione del 5 ottobre riferisce che il maggiore inglese si è dimostrato molto interessato alla documentazione delle azioni svolte dalle formazioni Garibaldi e ha dovuto constatare che “contrariamente alle informazioni che aveva ricevuto fino allora, la nostra era una vera e propria organizzazione militare dipendente da Comandi di regione e di zona, efficiente e capace di condurre azioni di una certa importanza”. La missione inglese assiste anche al tentativo fatto dai tedeschi di rioccupare Pigna, e alla brillante azione con cui i garibaldini li rigettano. La propaganda spietatamente anticomunista del maggiore Mauri viene così totalmente neutralizzata […]  1944 – Le Repubbliche Partigiane

[…] L’imboscata ad un autocarro tedesco che viaggiava tra VENTIMIGLIA e SAN REMO e la cattura di un archivio contenente documenti (circa 100 pagine di testo) e piani relativi ai campi minati sulle spiagge, alle fortificazioni litoranee, alle posizioni delle M.G. con relativi raggi d’azione e spazi di fuoco, ai cavi telegrafici lungo la principale strada costiera da SAN REMO ad IMPERIA e lungo la strada IMPERIA – PIEVE [Pieve di Teco (IM)]. I due ufficiali tedeschi e gli O.R. [O.R., other ramks, altri graduati] che viaggiavano sull’autocarro vennero allontanati ed in seguito fucilati.  Questi piani sono attualmente a PIGNA e possono essere ottenuti sia dai Comandanti LEO o MUSSO o da GUILDO LITTARDI [Luigi Littardi, vice sindaco di Pigna, della libera Repubblica di Pigna] all’Albergo Commercio. 
Noi ritenemmo di portare questo archivio con noi ma in secondo momento pensammo che sarebbe stato protetto solo da Sanremo e quindi era più sicuro lasciarlo nelle mani dei Partigiani. Era impossibile farne una copia a causa della natura intricata delle mappe. Il danneggiamento mediante esplosivi di ponti e strade nelle aree di PIGNA – TRIORA [(IM)] – PIAGGIA [(CN)]. L’esatta ubicazione è stata consegnata agli Americani a Nizza e al Maggiore H. GUNN, No.4 S.F. a Nizza. Prima del nostro arrivo le forze tedesche e fasciste operanti da ISOLABONA [(IM)] e DOLCEACQUA [(IM)] avevano tentato 3 volte senza successo di entrare a PIGNA. Durante il terzo attacco riuscirono a prendere un villaggio molto vicino a PIGNA situato nella stessa valle. Lo saccheggiarono e bruciarono. Durante il nostro soggiorno vennero fatti ulteriori due tentativi.  Come per il morale della 5° Brigata Partigiani [la V^ Brigata “Luigi Nuvoloni”] che opera in questa area PIGNA – COLLA – LANGAN [nel comune di Castelvittorio (IM)]  (quartier generale della Brigata).  La storia dell’ultimo attacco è un’indicazione interessante: per mezzo di un civile i tedeschi inviarono un ultimatum che diceva che avevano 300 granate per [da sparare contro] i partigiani se non si fossero ritirati da PIGNA. I partigiani rifiutarono di assentire ed a mezzogiorno i Tedeschi cominciarono [4 ottobre 1944] ad aprire il fuoco dalle colline che circondano PIGNA. Continuarono così durante il resto del giorno e ad intervalli durante la notte, e per tutta la mattina seguente. Usando air bursts [bombe “shrapnel”, che esplodono in aria] (88 mm) e granate italiane di circa 81 mm tentarono di mettere fuori combattimento le postazioni Partigiane, la cui posizione avevano individuato attraverso una spia Fascista. Durante questa operazione un partigiano fu ferito in un piede da una scheggia. Alle 13 i Tedeschi attaccarono, ma entro le 16 si ritirarono lasciando molti feriti e due morti. I Partigiani in quest’area sono armati con fucili e hanno 5 Breda LMG. In tutta l’operazione i partigiani si comportarono con calma risparmiando il loro fuoco (senza dubbio a causa della carenza di munizioni). Il giorno seguente si rivalsero attaccando ISOLABONA e catturando 2 mortai da 71 mm con diverse casse di bombe…  rapporto del capitano Geoffrey Long sulla Missione Flap, documento rintracciato a cura di Giuseppe Mac Fiorucci, autore di Gruppo Sbarchi Vallecrosia, ed. Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia – Comune di Vallecrosia (IM) – Provincia di Imperia – Associazione Culturale “Il Ponte” di Vallecrosia (IM)

[…] Il rapporto del Ten. Col. Robert Peter McMullen, redatto il 23 maggio 1945, comandante della missione “Clover” (M.11) per la Liguria e la parte occidentale dell’Emilia, ci informa di come una missione dedicata alla Liguria di Ponente fosse stata pianificata nel settembre 1944, subito dopo l’operazione “Dragoon” […] A tal fine, la  N. 1 Special Force, la sezione italiana del SOE, organizzò l’invio di una missione, comandata dal capitano Robert C. Bentley, denominata “Saki”, che dal confine francese si sarebbe portata nella provincia di Imperia. Bentley avrebbe studiato la possibilità di approvvigionamenti alle forze partigiane via mare, e avrebbe cercato di collegarsi con la missione “Flap” che era già operativa nel Piemonte meridionale e al confine con la  provincia di Savona. […] Inizialmente la missione doveva essere paracadutata nella zona di Cuneo dove sarebbe stata contattata dal maggiore Temple della missione “Flap”, e successivamente avrebbe preso contatto con la 2° Divisione Ligure a nord di Imperia. La missione Flap era in contatto con le formazioni autonome del Maggiore Enrico Martini “Mauri” dell’Esercito di Liberazione  Nazionale. Ma siccome nelle intenzioni dei garibaldini imperiesi, dopo la ritirata delle forze nemiche, c’era l’occupazione delle città della Liguria occidentale da Albenga al confine francese, i compiti della missione erano militari (misure antistorch, cioè la protezione degli impianti, del  personale, delle infrastrutture dalle possibili distruzioni dei tedeschi) e politiche, cioè l’organizzazione successiva delle autorità amministrative, dei partigiani, il mantenimento dell’ordine pubblico in attesa dell’arrivo delle truppe alleate e dell’AMG. Le istruzioni operative descrivono dettagliatamente gli scopi, i metodi, la consistenza delle forze nemiche e dei partigiani, la presenza di altre missioni alleate, la politica da adottare con i partigiani, i mezzi finanziari di cui la missione avrebbe disposto, i collegamenti con la base. […]
Antonio Martino, La missione alleata “Indelible” nella II^ Zona Operativa savonese, pubblicato su Storia e Memoria, rivista dell’Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell’età contemporanea di Genova, 2011-1

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Il 4 ottobre 1944 ingenti forze tedesche attaccarono la Repubblica di Pigna. I partigiani della V^ Brigata respinsero l’assalto dopo alcune ore di lotta accanita. Il giorno successivo Pigna subì un furioso bombardamento che durò fino al tardo pomeriggio, diretto da batterie piazzate a Isolabona (IM).                  Rocco Fava, Op. cit.

Approfittammo della tregua per porre in salvo la missione alleata, la quale venne accompagnata fino ad un punto di ritrovo in prossimità del fronte germanico, ove le staffette già predisposte avrebbero dovuto guidarla, attraverso le linee nemiche, fino alla terra di Francia. Come fummo in seguito informati dal comando alleato, l’operazione venne effettuata con pieno successo e senza la perdita di un solo uomo. Durante la stessa notte [7 ottobre 1944] il nemico si pose in movimento.                                                         Mario Mascia, L’epopea dell’esercito scalzo, Ed. ALIS, 1946, ristampa del 1975

La grande battaglia che seguì si protrasse fino all’8 ottobre 1944, quando i partigiani, dopo una strenua resistenza e infliggendo gravi perdite al nemico, furono costretti a ritirarsi dal paese sulla linea Carmo Langan – Cima Marta. Iniziò così la ritirata strategica del grosso delle forze garibaldine della I^ Zona Operativa Liguria verso il Piemonte, terminata il 18 ottobre 1944 a Fontane, Frazione di Frabosa Soprana (CN). Dopo il ripiegamento dei partigiani della I^ Zona Liguria su Fontane, Frazione di Frabosa Soprana (CN)… 20 ottobre 1944… Nei primi giorni di permanenza a Fontane avvenne l’incontro tra il comandante Nino Siccardi (Curto) ed il maggiore inglese Temple (Wareski): “Curto” chiese un consistente aiuto militare per le sue formazioni: la riunione si concluse, tuttavia, con un nulla di fatto…                                                         Rocco Fava, Op. cit.

* Armando “Fragola Doria” Izzo (Afragola (NA), 12 giugno 1916 – Afragola (NA), 19 dicembre 2004). Si laureò in legge pochi giorni prima che venisse chiamato con la leva obbligatoria a combattere nella zona di Mentone con il grado di sottotenente. Cominciò subito a lavorare per il Tribunale Militare di Guerra della Quarta Armata a Breil-sur-Roya, e proprio grazie a questa esperienza cominciarono a maturare in lui forti dubbi sul momento politico italiano nel quale viveva. Dopo l’8 settembre 1943, avvenuto l’armistizio, con l’aiuto di partigiani francesi, Izzo riuscì a fuggire e, attraverso i passi alpini, giunse a Cima Marta e quindi passò a Triora (IM). Armando Izzo entrò nelle formazioni partigiane col soprannome di “Fragola Doria”. Fu chiamato “Fragola” perché di Afragola, “Doria” per il colore dei capelli, in realtà più rossi che dorati . Inizialmente fu inquadrato nella IX^ Brigata “Felice Cascione” comandata da Vitò [Giuseppe Vittorio Guglielmo, organizzatore di uno dei primi distaccamenti partigiani in provincia di Imperia, dal 7 luglio 1944 comandante della V^ Brigata Garibaldi “Luigi Nuvoloni”, dal 19 Dicembre 1944 comandante della II^ Divisione d’Assalto Garibaldi “Felice Cascione”] e successivamente nella V^ Brigata “Luigi Nuvoloni”. Partecipò a numerose azioni contro i nazifascisti come ufficiale alle operazioni. Distintosi per il coraggio e per lo sprezzo del pericolo, a dicembre del 1944 prese il comando della V^ Brigata, sostituendo Vitò, passato a dirigere la II ^Divisione “Felice Cascione”; tenne il comando fino alla Liberazione. Tra l’altro diresse l’attacco a Breil-sur-Roya, fece saltare il viadotto tra Digne e Nizza, appena ricostruito dai tedeschi, partecipò all’occupazione di Pigna, contribuendo alla nascita della Libera Repubblica di Pigna. Insieme a Silla [Ferdinando Peitavino di Isolabona (IM), come da circolare del comando della II^ Divisione del 29 gennaio 1945, vice commissario politico – in precedenza per l’appunto responsabile stampa e propaganda della V^ Brigata “Luigi Nuvoloni”] fu il creatore e l’animatore del giornale “Il Garibaldino”, stampato a Realdo, Frazione di Triora (IM): tra i redattori del giornale vi fu anche Italo Calvino, allora giovane aderente alla lotta partigiana proprio nella V^ Brigata. L’8 ottobre 1944 era stato ferito gravemente in località Prealba vicino a Pigna, durante uno scontro a fuoco con i tedeschi; ritenuto morto, furono celebrati i suoi funerali. Era stato invece trovato da abitanti del luogo e portato in una baita in alta montagna, dove fu curato… da Vittorio Detassis su Isrecim

Un diario di guerra del ponente ligure

Sul Diario di Guerra dell’Ing. Giuseppe Biancheri vi è da sottolineare che all’epoca dei fatti egli era giovanissimo: aveva 16 anni, abitava con la famiglia a Latte di Ventimiglia (IM), e studiava privatamente, non potendo, a causa della guerra, frequentare il primo anno di liceo classico al quale si era iscritto.

Nel suo Diario ha annotato puntualmente e scrupolosamente tutto ciò di cui è stato testimone diretto, a cominciare dal bombardamento aereo di Mortola e Latte del 25 agosto 1944,  fino all’evacuazione di Ventimiglia da parte delle truppe francesi di occupazione, avvenuta l’11 luglio dell’anno dopo.

Il Diario  – che non ha naturalmente la pretesa di essere una cronaca completa di quanto successe in quei mesi  – segue le vicende della famiglia Biancheri che, dalla frazione del Ponente, sfolla a Ventimiglia, da qui a Bordighera ed, infine, a Ospedaletti. E questo, fra i molti altri, è un ulteriore pregio del documento  perché in esso si rispecchiano le vicissitudini di molte famiglie che, in quel tremendo periodo, forzatamente si trasferiscono verso i centro orientali  della Zona Intemelia  allo scopo di allontanarsi il più possibile dall’inferno dei bombardamenti.

Una speranza, anche questa, come quella della prossima liberazione, in qualche caso tragicamente delusa. Lo dimostra, ad esempio, il fatto che le vittime dell’incursione aerea del 5 marzo 1945 su Ospedaletti furono, in gran parte, cittadini ventimigliesi, colà profughi alla ricerca della salvezza. Ma, ciò che più sorprende, nelle pagine di questo Diario, oltre alla tacitiana laconicità degli appunti, è il pacato distacco dagli avvenimenti che l’Autore si limita a fissare sulle pagine di un quaderno con uno stile puntigliosamente telegrafico, senza mai nulla concedere alle emozioni o alle impressioni personali.

Alla data dell’11 settembre, ad esempio, scrive: Bagno sotto i tiri e il 14 dello stesso mese: Vendemmia, la mattina, con aeroplani. Due brevissimi flash per dirci che la vita, con le sue esigenze, continuava, malgrado l’eccezionalità del momento.

Discendente di una famiglia di radicate tradizioni marinare (nella sua parentela si contano alcuni ammiragli), l’Ing. Biancheri è particolarmente attratto dagli aspetti marittimi di quella monotona guerra che si accanisce contro un paese distrutto.

Armato di binocolo, e con l’aiuto dell’Almanacco Navale  – scovato nella biblioteca di famiglia  – riesce imperturbabilmente ad individuare la nazionalità, il tipo, la classe armamento delle  navi  a che, quasi ogni giorno, scaricano sulle rovine di Ventimiglia loro rituali bordate. Ma lo spirito dì osservazione e di precisione dell’Autore va oltre: sulle pagine del Diario esegue, a matita, gli schizzi di alcune delle navi da guerra che fanno spesso la loro apparizione nelle acque antistanti la nostra zona, una delle quali, l’incrociatore francese Emil Bertin, dimostrava particolare assiduità.

Alla fine di ogni mese, Biancheri, con la precisione di un contabile, tira le somme dei bombardamenti navali ed aerei.

Trascura quelli terrestri, talmente frequenti e di ordinaria amministrazione che nemmeno la sua rigorosa contabilità sarebbe riuscita a registrare. Renzo Villa

1944

Agosto

VENERDÌ 25 – Bombardamento aereo di Latte e Mortola [Frazioni di ponente di Ventimiglia (IM)]. Prima notte al rifugio (27 persone).

MARTEDÌ 29 – Bombardamento aereo al Forte – Riccardo Bargioni ferito lievemente.

MERCOLEDÌ 30 – Mitragliamento al Ponte del Butassu [a Latte]. Macchina tedesca incendiata.

Settembre

VENERDÌ 1° – Fuga della Milizia e sacco della Casa Rossa (Paraixu Russu) [località di Ventimiglia (IM)]. Si avvista, per la prima volta, il caccia. Gli americani a Olivetta [Olivetta San Michele (IM), in Val Roia]?

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Fonte: Cumpagnia d’i Ventemigliusi

MARTEDÌ 5 – Assistiamo, dalla galleria della Mortola, al cannoneggiamento di Mont Agel da parte dell’I.L. Emile Bertin e di 2 C.C.T.T. [I.L. e C.T. abbreviano rispettivamente Incrociatore Leggero e Cacciatorpediniere]

MERCOLEDÌ 6 – Lungo mitragliamento da parte dell’aereo catapultabile su Punta Mortola e Punta Beniamin [località di Ventimiglia (IM)]. Giungono i tedeschi nel nostro giardino per impiantare uno scivolo.

GIOVEDÌ 7 – Arrivano gli autocarri tedeschi. Il muro al mare, vicino al terrazzo, alcuni pilastri e il cancello rosa fatti saltare; incomincia la costruzione dello scivolo. Partenza di una parte dei Bargioni.

VENERDÌ 8 – La costruzione dello scivolo rallentata dal mare grosso. Un trattore, per errore, schianta il cancello sulla strada. Posizioni, in Francia, cannoneggiate dall’I.L. Dugay Trouin. Partenza dei rimanenti Bargioni.

SABATO 9 – Primo giorno che andiamo alla casa giù. Un C.T. bombarda Bellenda [altura sovrastante la Frazione, di ponente, Latte di Ventimiglia (IM)]. Conversazione con un tedesco sulle nuove armi. Undici corvette, protette da 2 C.T. e un I.L. cannoneggiano posizioni sopra Ventimiglia e Bordighera.

DOMENICA 10 – Le stesse navi della sera precedente tirano su Forte San Paolo [a ponente del centro storico di Ventimiglia]. I tedeschi non tornano nella mattinata e gli ultimi rimasti partono definitivamente. Marinai tedeschi cercano MAS a Punta Beniamino con feriti. La sera un C.T. bombarda Nervia e Capo Ampelio.

LUNEDI 11 – Posizioni tedesche sui monti bombardate dalla corazzata Lorraine. Bagno sotto i tiri. Un C.T. bombarda per un’ora Punta Mortola e Punta Arma [località di Ventimiglia (IM)].

MERCOLEDÌ 13 – Proiettili, non si sa da dove, cadono da Gaetano [in Frazione Latte] e davanti a casa nostra.

GIOVEDÌ 14 – Vendemmia, la mattina, con aeroplani. Verso le 13 un C.T. lancia proiettili sulla Mortola, vicino alla Vedetta e da Carlo. Verso sera compare un I.L. americano tipo Savannah.

VENERDÌ 15 – La mattina continua la vendemmia. Bagno con aeroplani. Si fa sgomberare la popolazione di Sealza [Frazione di Ventimiglia (IM)]. Un soldato tedesco avvisa che verrà un ordine di sfollamento.

SABATO 16 – Ordine, per Latte, di sfollare entro le 20. Fiasco della commissione che cerca di evitare lo sgombero. Partenza degli Orengo e dei Queirolo-Ammirati. Verso le 21 salta la galleria di Acquarone.

DOMENICA 17 – Il Federale ottiene il rinvio dello sgombero fino a martedì sera. La sera, ordine di sgombero a Ciotti e Grimaldi [località di Ventimiglia (IM)].

LUNEDI 18 – Notizie contraddittorie sullo sfollamento. Partenza delle Guerraio e dei Maccario, verso sera.

MARTEDÌ 19 – Partenza dei bambini Notari in camion, sotto la pioggia. La galleria della Mortola viene evacuata, Giuseppina va nella galleria di Boccanegra [località di ponente di Ventimiglia (IM)].

MERCOLEDÌ 20 – Verso le 9 partono i Notari. Durante il giorno si svina e si cerca di recuperare le tavole dello scivolo. All’imbrunire partenza. Arrivo a Palazzo Galleani [centro storico di Ventimiglia (IM)].

GIOVEDÌ 21 – Giornata trascorsa a Ventimiglia. Verso le 19.30 partenza per Bordighera. Arrivo a Villa Elisa.

MARTEDÌ 26 – Diciotto bimotori attaccano obiettivi nella Val Roia.

GIOVEDÌ 28 – Proiettili vicino al Continentale diretti al cannone di Villa Ortensia [in Bordighera (IM)]. (C.T. inglese tipo Greyound).

VENERDÌ 29 – Fra le 13 e le 16 bombardamento navi zona centrale di Bordighera.

SABATO 30 – Ci trasferiamo alla Pensione Bellavista [in Bordighera (IM)]. Un C.T. bombarda Latte.

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Da un rapporto di settore della Marina da guerra statunitense, operante nel teatro del nord-ovest del Mediterraneo ( U. S. Atlantic Fleet, Task Force 86 Operations and Action of the Support Force Eighth’ Fleet During Invasion Of Southern France)

Ottobre

SABATO 7 – Il Signor Notari si reca a Latte da dove sono partiti anche quelli che avevano il permesso. Dice che la casa era aperta e tutti gli oggetti fuori posto.

GIOVEDÌ 12 – Bombardamento di Bordighera da parte di una Corvetta (ore 17.30).

SABATO 14 – Bombardamento di Bordighera da parte di un C.T. (ore 16).

VENERDÌ 20 – Sanremo bombardata per due ore da un C.T. protetto da corvette.

SABATO 21 – Un deposito di munizioni nel Mercato [di Ventimiglia?] salta in aria. Sig. Notari e Sig. Romanoni feriti a Ventimiglia.

LUNEDI 23 – Bordighera bombardata per mezz’ora fra le 12.30 e le 13.

MARTEDÌ 24 – Batteria tedesca a Villa Ortensia [in Bordighera ] bombardata per tre quarti d’ora, alle 9.30 da un I.L. La sera 2 C.T. bombardano Ventimiglia.

GIOVEDÌ 26 – Compare l’I.L. Jeanne d’Arc. Un C.T. francese danneggiato?

SABATO 28 – Ventimiglia cannoneggiata per due ore dall’E. Bertin e da 2 C.T. Mitragliamento su Bordighera, Sospello [Sospel, Val Bevera, dipartimento francese delle Alpi Marittime, tragico teatro dell’eccidio da parte dei nazisti di 11 partigiani italiani e di 4 partigiani francesi nell’agosto del 1944], Castellar [vicino a Mentone, e, dunque, sul confine italo-francese, dipartimento delle Alpi Marittime], Latte e i monti Grammondo e Longoira, evacuati dai tedeschi.

LUNEDI 30 – Colla Sgarba e la foce del Nervia bombardati dall’E. Bertin, ore 15.30 – 16.30 circa.

Novembre

MERCOLEDÌ 1° – La stazione radiotrasmittente di Bordighera bombardata da un C.T.

SABATO 4 – Un C.T. bombarda Bordighera per l’ottava volta, alle 13 circa.

DOMENICA 5 – Bordighera bombardata per la nona volta alle 15 circa.

LUNEDI 6 – Bordighera bombardata per la decima volta alle 15 circa.

MERCOLEDÌ 8 – Un I.L. tipo Galissonière (?) bombarda, dalle 10.30 alle 12.30, la Valle Roia.

GIOVEDÌ 9 – Un I.L. tipo Galissonnière (?) bombarda, dalle 9.30 alle 14.30, la Valle Roia.

VENERDÌ 10 – Breil [Breil-sur-Roya], Fontan e Saorge [tutti e 3 comuni della Val Roia francese, dipartimento delle Alpi Marittime] evacuati dai tedeschi (?).

MERCOLEDÌ 15 – L’artiglieria terrestre bombarda Bordighera (11a volta), ore 9. Alle 21.30 bombardamento navale su Vallecrosia.

VENERDÌ 17 – La Valle Roia e la Val Nervia bombardate da un I.L. dalle 9 alle 14.

LUNEDI 21 – Sanremo bombardata da un C.T.

LUNEDI 27 – La Val Nervia bombardata dal Jeanne d’Arc.

Dicembre

LUNEDI 4 – Comincia lo sgombero della popolazione di Ventimiglia.

MARTEDÌ 5 – Ventimiglia bombardata a 3 riprese da C.C.T.T.

SABATO 9 – Il Jeanne d’Arc bombarda la Val Roia.

MERCOLEDÌ 13 – La strada tra Ospedaletti e Bordighera bombardata da un C.T.

GIOVEDÌ 14 – Il Jeanne d’Arc bombarda Ventimiglia.

1945

Gennaio

LUNEDÌ 1° – Granate terrestri a Bordighera, in via Lagazzi e alla stazione, alle 12 circa.

SABATO 6 – Nervia [zona di levante di Ventimiglia] bombardata da un I.L. tipo Galissonière.

DOMENICA 7 – Nervia bombardata dall’I.L. Emile Bertin. Sanremo bombardata da 8 aerei alle ore 15.30.

MERCOLEDÌ 10 – Sanremo bombardata da 4 aerei alle 15.

GIOVEDÌ 11 – Alle 11 circa, via Lagazzi [Bordighera] bombardata dall’artiglieria terrestre. Verso le 13.30 il bombardamento viene ripetuto prima da terra e poi da un C.T. (15a volta).

VENERDÌ 12 – Granate di terra cadono sotto al Bellavista, alla Villa Regina Margherita, ore 11.30. Altre granate, alle 17.30 circa, alla Banca Commerciale.

SABATO 13 – Ore 22.30, qualche granata su Bordighera Alta.

DOMENICA 14 – Alle 10,30, i forti bombardano la zona di via Lagazzi. Fra le 14 e le 17, Bordighera viene bombardata in due riprese dalle navi (16a e 17a volta).

LUNEDÌ 15 – Due LI. L.L. tipo Galissonière e un C. T. bombardano, verso le 14, Imperia e Sanremo e, fra le 15 e le 17, Bordighera (18a volta).

MARTEDÌ 16 – Partenza per Ospedaletti.

MERCOLEDÌ 17 – Alle 10, otto cacciabombardieri attaccano il porto di Sanremo.

LUNEDÌ 29 – Ore 14, un I.L. tipo Galissonière bombarda Sanremo e Villa Helios.

(in Gennaio: 29 bombardamenti navali)

Febbraio

MARTEDÌ 6 – Ore 11, il centro di Bordighera e la Via dei Colli bombardata da caccia-bombardieri. [ Il 6 febbraio 1945 Bordighera venne fatta oggetto di un bombardamento aereo che non colpiva alcun obiettivo militare. Di contro un ordigno cadeva nei pressi del Municipio provocando la morte di 3 persone. Nel bombardamento del giorno successivo una bomba sganciata vicino all’ospedale causava la morte di un civile... Rocco Fava di Sanremo (IM), La Resistenza nell’Imperiese. Un saggio di regestazione della documentazione inedita dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia (1 gennaio – 30 Aprile 1945) – Tomo I – Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trieste, Facoltà di Scienze della Formazione, Corso di Laurea in Pedagogia – Anno Accademico 1998 – 1999  ]   Ore 12 – 12.30: Sanremo bombardata dal Jeanne d’Arc. Passaggio di bombardieri.

MERCOLEDÌ 7 – Bordighera e Coldirodi [Frazione di Sanremo (IM)] bombardate da cacciabombardieri verso le 10.30.

DOMENICA 11 – Attacco di cacciabombardieri su Dolceacqua [in Val Nervia], ore 10.30. Sanremo mitragliata (ore 15.30).

LUNEDÌ 12 – La Valle Nervia bombardata da cacciabombardieri.

MARTEDÌ 13 – Sanremo bombardata da aerei (ore 10.30).

MERCOLEDÌ 14 – Ospedaletti bombardata da un I.L. (14.30-15.30). Aerei bombardano Sanremo (ore 14).  [  16 febbraio 1945 – Dal comando della V^ Brigata “Luigi Nuvoloni” della II^ Divisione “Felice Cascione“, prot. n° 286, al Comando Operativo della I^ Zona Liguria – Integrava le notizie pervenute dal C.L.N. di Sanremo, prot. n° 298/SIM, comunicando che il 14 febbraio otto aerei alleati avevano sganciato 7-8 bombe cadute nella parte centro-orientale della città: 3 bombe sono cadute in Via Giusti, angolo Via Volta, distruggendo una casa e uccidendo 2-3 persone, 2 bombe sono cadute in fondo a Via San Martino senza causare vittime e senza colpire alcun obiettivo militare, infine, altre 2 bombe sono cadute nei gardini della Villa del Soleda documento Isrecim in Rocco Fava, Op. cit., Tomo II  ]

MERCOLEDÌ 21 – Dolceacqua e Sanremo bombardate da aerei (ore 10.30).

MERCOLEDÌ 28 – Aerei bombardano a quattro riprese, tra le 14 e le 16.

(in febbraio: 43 bombardamenti navali, 16 bombardamenti aerei)

[  7 marzo 1945 – Dalla Federazione provinciale di Imperia del PCI al Triumvirato Insurrezionale del PCI per la Liguria – Comunicava che i “bombardamenti alleati sulla zona San Remo-Bordighera erano giornalieri“; che oltre agli aerei spesso erano navi a cannoneggiare … “ [in provincia] la paura quotidiana dei bombardamenti”…  da documento Isrecim in Rocco Fava, Op. cit., Tomo II  ]

Marzo

GIOVEDÌ 1° – Un incrociatore spara su Vallecrosia e Ventimiglia.

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La zona di Madonna della Ruota in una fotografia di fine anni 1930

VENERDÌ 2 – Un I.L. (Galissonière e due caccia-bombardieri attaccano Bordighera, Arziglia [nel comune di Bordighera (IM)] e Madonna della Ruota [nel comune di Bordighera (IM), ma più vicino ad Ospedaletti (IM)] tra le 13.15 e le 15.15. Il Jeanne d’Arc e un altro I.L. tipo Galissonière sparano su Bordighera (16 e 17 rispettivamente). Sanremo bombardata dal primo incrociatore (ore 17) e da aerei (15). Quattro aerei bombardano Ospedaletti.

SABATO 3 – Ospedaletti attaccata verso le 12 da 1 o 2 aerei.

DOMENICA 4 – Bombe sganciate in mare presso Ospedaletti a 3 riprese.

LUNEDÌ 5 – 24 bombardieri medi e 8 caccia-bombardieri attaccano con bombe da 500 Kg la zona orientale di Ospedaletti (14.30-15). Parte dell’Albergo Svizzero crolla. Si dorme dai Vota.

[   8 marzo 1945 – Dal CLN di Sanremo, prot. n° 400/SIM, alla Sezione SIM della V^ Brigata ed al “capitano Roberta” [capitano del SOE britannico Robert Bentley, ufficiale di collegamento degli alleati con il comando partigiano della I^ Zona Liguria] – Nella comunicazione si procedeva ad una parziale rettifica delle informazioni inviate il giorno precedente circa gli effetti dell’ultimo bombardamento aereo alleato su Sanremo, quello del 5 marzo, precisando che gli aerei impiegati erano 24 bimotori e 8/10 caccia, i quali avevano agito in 4 ondate successive, e che i morti accertati erano 4, di cui 4 SS e collaboratori dei tedeschi, una bambina ed una donna.

8 marzo 1945 – Dalla Sezione SIM della V^ Brigata, prot. n° 323, al Comando Operativo della I^ Zona – Comunicava le notizie ricevute dal CLN di Sanremo circa il bombardamento del 5 marzo nella zona di Sanremo e Ospedaletti.

da documenti Isrecim in Rocco Fava, Op. cit., Tomo II   ]

MARTEDÌ 6 – La giornata passata alla galleria di Sanremo.

GIOVEDÌ 8 – La giornata passata alla galleria di Madonna della Ruota [Bordighera]. Ore 15, bombe sganciate in mare presso Ospedaletti.

VENERDÌ 9 – Ore 15-18: bombardieri attaccano la zona orientale di Ospedaletti.

SABATO 10 – Due bombe sganciate in mare presso Ospedaletti (ore 10.15).

MARTEDÌ 13 – Ospedaletti bombardata da 8 aerei in picchiata (ore 14.45).

DOMENICA 18 – Rastrellamento nella galleria di Bordighera.

MARTEDÌ 20 – Sanremo e Ventimiglia bombardate da un I. L.

MERCOLEDÌ 28 – Vallecrosia attaccata da caccia-bombardieri (ore 15).

Aprile

DOMENICA 1° – Pasqua.

MERCOLEDÌ 4 – Quattro aerei attaccano Villa Helios (ore 19.30).

GIOVEDÌ 5 – Quattro aerei bombarda­no Vallecrosia (ore 14.40).

VENERDÌ 6 – Vallecrosia attaccata ancora.

DOMENICA 8 – Ospedaletti bombardata da quattro aerei. (ore 16.30)

MARTEDÌ 10 – Due I.I.L.L. bombardano, a più riprese, Ventimiglia e la Val Nervia. Bombe sganciate in acqua presso Bordighera dagli aerei di scorta (ore 11.35).

GIOVEDÌ 12 – Ventimiglia e Vallecrosia bombardate da 4 aerei (ore 10.15). Un I.L. tipo Leander cannoneggia Sanremo (ore 17 circa). Anche nella notte (22.15) unità navali sparano sulla città.

DOMENICA 15 – Alle 03.15 bombardamento navale su Sanremo. Dalle 6.30 in poi unità navali sparano su Ventimiglia e la Val Nervia.

VENERDÌ 20 – La radio annuncia l’occupazione francese di Breil.

DOMENICA 22 – La radio annuncia il forzamento della frontiera franco-italiana.

LUNEDÌ 23 – I tedeschi e i fascisti sgombrano rapidamente la costa fra Ventimiglia e Sanremo. Tre aerei mitragliano carriaggi tedeschi a Ospedaletti (ore 13 circa). Ore 15: compaiono due I.I.L.L. tipo Galissonière, uno dei quali bombarda Sanremo.

MARTEDÌ 24 – I patrioti occupano Coldirodi e Sanremo. Ospedaletti sgombrata dai tedeschi. Verso sera, scontri, a Sanremo, fra tedeschi e partigiani.

MERCOLEDÌ 25 – Nella notte alcuni tedeschi, tornati indietro, fanno saltare il ponte presso Ospedaletti, che viene occupata dai patrioti alle 6.45. Bombardamento navale su Sanremo e aereo su Bordighera (ore 15 circa). Un aereo da ricognizione ammarato per errore nel Roia. Il pilota informa gli alleati sulla situazione. La sera pattuglie francesi entrano a Ventimiglia.

GIOVEDÌ 26 – Reparti dell’8^ divisione francese occupano stabilmente Ventimiglia.

VENERDÌ 27 – Bordighera, Ospedaletti e Sanremo occupate da reparti senegalesi.

SABATO 28 – 34 unità navali appoggiano lo sbarco a Sanremo (ore 12).

Diario di guerra, steso da ragazzo, dall’ing. Giuseppe Biancheri, pubblicato su LA VOCE INTEMELIA anno XXXIX n. 10  ottobre 1984 e n. 11 novembre 1984, qui ripreso da Cumpagnia d’i Ventemigliusi

[ n.d.r.: infine, può risultare interessante mettere a confronto quanto sopra pubblicato con alcuni stralci da un altro memoriale ]

1944

6 settembre – Stamattina un biplano ha mitragliato per un bel po’ di tempo la motozattera incagliata a Capo Mortola. Abbiamo la flotta sempre in vista e ogni tanto si assiste a battaglie tra navi e batterie di terra. Corre voce che gli Alleati siano in Montecarlo e che abbiano già occupato parte del Belgio e dell’Olanda.  Questa sera alle 18.30 hanno fatto saltare la strada ferrata al confine. Pure la via Aurelia è stata buttata all’aria vicino a Ponte San Luigi, dalla cavetta della Stella. Ormai siamo in prima linea.

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14 ottobre – Quarta giornata senza pane. Certo che quello che ci danno, 75 grammi al giorno, è quasi come niente. Armando, con diversi compagni, lavora per portare damigiane di vino a Ventimiglia da Galvani. Il prezzo del trasporto è di lire 10 al litro. Oggi mi sono alzata e sto benone. Il tempo è bello, ma il cannone ha tuonato continuamente sia dalle navi che dalla Francia. Scariche di colpi si sono abbattute su Ventimiglia Alta, in piazza della Rocchetta e sulla chiesa di San Francesco, vicino all’Oratorio dei Neri e nel Borgo. La nostra cittadina è ridotta quasi ad un cumulo di macerie. La Micheletta è morta in galleria.

1945

1° febbraio – Notte quasi completamente in bianco. Sul calar della sera, i tedeschi hanno fatto il solito baccano qui sotto alla Marina e, a mezzanotte meno un quarto, li sentiamo camminare e poi colpire accanitamente, col calcio del fucile, la nostra porta. Ada si è alzata ed è andata ad aprire. I tedeschi hanno perquisito alla meglio la nostra abitazione e, visto che non c’erano uomini, sono andati a bussare alle porte del vicinato portandosi via quelli che trovavano. Sabino, Italo, Ricca, Scarpetta, Bono, il figlio di Leone Calsamiglia e, infine, quasi tutti quelli che hanno avuto la disgrazia di non potersi nascondere sono stati presi. Giulin Toscano è riuscito a farsi chiudere in un armadio. Ada, stamane, è dovuta andare dalla Milizia perché volevano informazioni riguardo al figlio di Giunti.

1° aprile, Pasqua – Ada si è alzata prestissimo ed è subito partita per Bordighera. Sono stata molto in ansia perché le navi hanno sparato a lungo. Si continua a parlare di pace, ma noi siamo sempre allo stesso punto, sotto bombardamenti incessanti. Possiamo paragonarci a Cassino, se addirittura non saremo peggio.

Caterina Gaggero Viale, Diario di Guerra della Zona Intemelia 1943-45, Edizioni Alzani, Pinerolo, 1988

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