[…] uno scritto che dietro mia richiesta è stato gentilmente preparato dal dottor Ilo Martini, ex ufficiale dell’esercito, nominato Comandante della Divisione SAP “G.M. Serrati”. Lo scritto ciclostilato è intitolato Appunti, memorie e ricordi del Comandante Ilo Martini (Rolando) e porta la data dell’ottobre 1969: “[…] In primavera [del 1944] mi recai verso Arma di Taggia ove, tramite il CLN provinciale e quello locale, era stato fissato un incontro con il comandante ed il commissario di quel gruppo di azione partigiana […] Era importante prendere accordi sul piano operativo, coordinando le azioni con il CLN locale, il CLN provinciale, il Comando di zona delle formazioni partigiane e il nostro Comando Divisione “G.M. Serrati” […] Insistetti sulla necessità dei collegamenti zonali e settoriali, oltreché centrali, e diedi le istruzioni per prendere contatto con le formazioni di Sanremo, Bordighera, Ventimiglia, Riva e San Lorenzo, sino ad Imperia. Diedi incarico di organizzare un incontro con il Comando delle formazioni SAP di Sanremo e con quello di Bordighera e di Ventimiglia-confine. Fu anche ipotizzato un incontro con le forze operanti sulla costa francese di Mentone e Villafranca sino a Nizza […]” Carlo Rubaudo, Storia della Resistenza Imperiese (I Zona Liguria) – Vol. II. Da giugno ad agosto 1944, edito a cura dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia, Imperia, Dominici Editore, 1992
… di Sanremo… Caramia Francesco (Franco) che dal primo C.L.N. Sanremese e per esso più precisamente da Salvatore Marchesi e da Adolfo Siffredi ebbe incarico di arruolarsi nella milizia per esperire opera di informatore e di disgregatore e che lascerà tale incarico dopo circa tre mesi per entrare direttamente alle dipendenze del CLN circondariale, per il quale dall’ottobre 1944 in poi presterà servizio di staffetta per il collegamento con Bordighera... Renzo Rossi (Renzo, Stienca, Zero)… dopo aver riorganizzato il CLN di Bordighera e dopo un periodo di permanenza in montagna lavorerà per il CLN circondariale adoperandosi tra l’altro in viaggi via mare… per stabilire rapporti tra le forze resistenziali italiane e ufficiali americani, inglesi, francesi… Renzo Biancheri (Gianni), di Bordighera, che aiutò Renzo Rossi nella sua attività…Giovanni Strato, Storia della Resistenza Imperiese(I^ zona Liguria) – Vol. I: La Resistenza nella provincia di Imperia dalle origini a metà giugno 1944, Sabatelli Editore, Savona, 1976
A quel proclama [quello del generale Alexander del 13 novembre 1944] rispose duramente Carlo Farini [Simon], … incitando i partigiani a serrare le fila e a combattere ancora più duramente contro i nazifascisti, rinfacciando altresì agli alleati la scarsissima consistenza degli aiuti inviati ai garibaldini, sporadicamente, e fino ad allora solo per mare con una minuscola imbarcazione che sbarcava nella zona tra Bordighera e Ventimiglia. Sandro Badellino, Mia memoria partigiana <Esperienze di vita e vicende di lotta per la libertà di un garibaldino imperiese (1944-1945)>, edizioni Amadeo, Imperia, 1998
Rosina (Luciano Mannini) racconta: Il servizio di informazioni militari, esplicato dalla missione «Leo» in Italia con i comandi alleati, ebbe inizio alla fine del settembre 1944, con l’arrivo nella zona della V^ Brigata [d’Assalto Garibaldi “Luigi Nuvoloni” della II^ Divisione “Felice Cascione“] di ufficiali americani ed inglesi [della Missione alleata Flap, che contribuì a gettare le basi della Missione Corsaro] giunti attraverso i passi montani dal Piemonte, ove erano stati paracadutati. […] Mario Mascia, L’Epopea dell’Esercito Scalzo, Ed. ALIS, 1946, ristampa del 1975
Fonte: Partigiani d’Italia
[…] della nostra denominata Corsaro. I componenti, tornati a Ventimiglia col materiale necessario, fra cui due ricetrasmittenti […] Accettando l’incarico di capo dell’Ufficio Operazioni della Missione in zona nemica, tramite Corsaro il comandante Stefano Carabalona (Leo) poteva inviare da Pigna (IM) al Comando alleato le informazioni necessarie sui dispositivi di difesa tedeschi, allestiti lungo la costa e nel retroterra, da distruggere con bombardamenti aerei… Carabalona, ancora nella zona di Pigna, da una loro lettera apprendeva che il generale americano Alexander aveva incaricato il capitano inglese Robert Bentley (Bob) di raggiungere, con il sergente radiotelegrafista John Mac Dougall (Mac) munito di ricetrasmittente, il comando della Divisione Garibaldi… Francesco Biga e Ferruccio Iebole (a cura di Vittorio Detassis), Storia della Resistenza Imperiese (I^ Zona Liguria), vol. V, Ed. Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia, 2016
Le relazioni si intensificarono con il dicembre 1944, quando il giorno 10, come riportato in Francesco Biga, Storia della Resistenza Imperiese (I Zona Liguria), vol. III, Da agosto a dicembre 1944, pp. 514-515, 1994, ed. Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia, 1977, “il garibaldino Leo [nome di battaglia di Stefano Carabalona, già eroico comandante di Distaccamento della V^ Brigata “Luigi Nuvoloni” della II^ Divisione “Felice Cascione” nelle battaglie partigiane per Rocchetta Nervina (IM) e per Pigna (IM), responsabile <si veda Mario Mascia, L’epopea dell’esercito scalzo, Ed. ALIS, 1946, ristampa del 1975> della Missione Militare presso il Comando Alleato, con vice comandante Lolli (Giuseppe Longo)]*, Boia [Tullio Anfosso, comandante di Distaccamento della V^ Brigata], Corsaro [o Caronte, Giulio Pedretti, della V^ Brigata], i compagni Giulio Colombo Licasale [della V^ Brigata], Luigi Sirena Gastaudo [capo di una squadra della V^ Brigata], Katiuscia [Giovanni Leuzzi, anche Catuscia, commissario di un Distaccamento della V^ Brigata], Luciano Mannini (Rosina) [della V^ Brigata] ed altri per mezzo di una barca salparono clandestinamente da una località costiera di Vallecrosia (IM) e raggiunsero Villafranca [Villefranche-sur-Mer, dipartimento delle Alpes-Maritimes, regione francese Provence-Alpes-Côte d’Azur] all’alba incolumi e si insediarono nella base di Ville Petit Rocher“. Rocco Fava di Sanremo (IM), La Resistenza nell’Imperiese. Un saggio di regestazione della documentazione inedita dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia (1 gennaio / 30 Aprile 1945), Tomo I, Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trieste, Facoltà di Scienze della Formazione, Corso di Laurea in Pedagogia (Anno Accademico 1998/1999)
Il quadro sopra descritto ricevette definitivo suggello con il successo della Missione Kahnemann (dal nome del responsabile, dottor Eugenio Kahnemann, il cui appellativo di battaglia era Nuccia, come ad esempio racconta lo stesso capitano Robert Bentley, ufficiale di collegamento degli alleati con i partigiani, in alcune sue conversazioni con Mario Mascia, Op. cit., Missione Kahnemann partita anch’essa da Vallecrosia (IM), la notte del 14 dicembre 1944. Due gruppi italiani operavano, pertanto, clandestinamente via mare in interazione con la figura di Stefano Leo Carabalona. Quello di Ventimiglia (IM), guidato da Pedretti, che dava vita alla Missione Corsaro: Giulio Corsaro Pedretti divenne presto, tuttavia, sostanzialmente addetto alla guida di motoscafi alleati che facevano la spola con l’estremo ponente ligure, anche a prescindere dal Gruppo Sbarchi di Vallecrosia: ed alla fine del conflitto aveva totalizzato ben ventisette traversate clandestine via mare. E con gli uomini della SAP di Vallecrosia, invece, costretti talvolta ad improvvisare i loro viaggi anche con mezzi di fortuna. Su tutte queste vicende qui di seguito si produce qualche ulteriore esempio. Lo stesso arrivo di Bentley venne preparato in questo contesto. La supervisione di questa missione fu logicamente del SOE britannico. Le altre operazioni che coinvolsero i partigiani del ponente ligure furono spesso predisposte dall’OSS statutinense. Come nel caso della Missione Gino, il cui tragico esito comportò altre tristi conseguenze per i resistenti, come il ferimento di Leo Carabalona in un agguato nemico in Vallecrosia l’8 febbraio 1945 (per altre fonti, il 9 febbraio), nascosto, curato e portato poi in salvo a Monaco da uomini del Gruppo Sbarchi. Dopo quest’ultima data responsabile del collegamento con gli alleati divenne a tutti gli effetti Renzo StiencaRossi. Adriano Maini
Ruolo di primo piano rivestirono i partigiani del distaccamento S.A.P. ** di Vallecrosia (IM), nato negli ultimi giorni di luglio 1944, che ebbero, tra l’altro, l’incarico di accogliere il capo della missione alleata tra i partigiani della I^ Zona Operativa Liguria, capitano Robert Bentley. Rocco Fava, Op. cit.
… su interessamento del comando della I^ Brigata “Silvano Belgrano” [n.d.r.: a quella data ancora facente parte della II^ Divisione Garibaldi “Felice Cascione”, e non ancora della Divisione “Silvio Bonfante”, perché questa non era ancora stata formta] due soldati radiotelegrafisti americani, sfuggiti ai tedeschi in Alta Italia e fatti scendere in Riviera nella prima decade di novembre [1944], con l’aiuto di Pedretti seguivano dopo qualche giorno il Kahnemann verso la Francia anche con il compito di sollecitare presso il Comando Alleato l’invio di apparecchi ricetrasmittenti. Infine, il tenente Antonio Capacchioni (Tonino), del gruppo Kahnemann, veniva incaricato di preparare, in collaborazione con le SAP di Ventimiglia [invero, di Vallecrosia], il trasferimento via mare del capitano Bentley presso la Divisione “F. Cascione”. Francesco Biga e Ferruccio Iebole, Op. cit.
Il Gruppo Sbarchi era stato creato dal nostro CLN, che mi incaricò ufficialmente, con tanto di credenziali dell’Alto Comando, di rappresentare la Resistenza Italiana presso il comando alleato e di coordinare le loro azioni alle nostre esigenze. Renzo Rossi in Giuseppe Mac Fiorucci, Gruppo Sbarchi Vallecrosia, ed. Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia < Comune di Vallecrosia (IM) – Provincia di Imperia – Associazione Culturale “Il Ponte” di Vallecrosia (IM) >, 2007
Con lo sbarco del capitano Bentley si strinsero ancor più i rapporti tra il Gruppo Sbarchi di Vallecrosia e il gruppo di “Leo” Carabalona, del quale faceva parte GiulioPedretti, che per primi avevano preso contatto con le forze alleate. Gli sbarchi si susseguirono con invio di armi e anche di agenti radiotelegrafisti per azioni di spionaggio. RenatoPlanciaDorgia, in Giuseppe Mac Fiorucci, Op. cit.
L’attività della Squadra di azione patriottica di Vallecrosia-Bordighera fu indubbiamente una delle più ardite più pericolose… I collegamenti con la montagna venivano mantenuti dai sapisti stessi; e quelli con Sanremo da Renzo [Stienca Rossi] e negli ultimi tempi dal giovanissimo studente Enrico Cauvin [di Vallecrosia]. All’inizio l’attività della SAP aveva carattere informativo, costituendo essa il SIM della zona e funzionando spesso di collegamento con le formazioni di montagna, stanziate nell’immediato retroterra. Dopo la costituzione della missione Leo e l’arrivo in Italia del Cap. Bentley, ufficiale di collegamento alleato, la squadra collaborò con la missione Leo stessa e col cap. Gino *** [Luigi Punzi] allo scopo di preparare una zona di sbarco a Vallecrosia, dopo i tentativi effettuati ad Arma di Taggia allo stesso scopo, tutti falliti, e l’assassinio del Gino. Preparare una zona di sbarco a pochi chilometri dal fronte, su una costa strettamente sorvegliata dal nemico, era impresa difficilissima, quasi disperata… Mario Mascia, Op. cit.
Nel febbraio del ’45 un agente telegrafista di una radio ricetrasmittente clandestina che operava nella nostra zona venne scoperto e catturato. Viste le mie qualifiche di “operatore radio”, il CLN dispose il mio trasferimento nella vicina Francia liberata per il necessario addestramento… il mio trasferimento sarebbe dovuto avvenire imbarcandomi a Vallecrosia su un piccolo natante per raggiungere il largo, essere trasbordato su di un sottomarino o sul motoscafo di Pedretti e quindi essere sbarcato in Francia. Con Achille [Achille Andrea Lamberti] e Girò [Gireu/Giraud, Pietro Gerolamo Marcenaro] ci imbarcammo di notte su un canotto e ci dirigemmo pagaiando verso il largo. Nè sottomarino. nè motoscafo. Tornare indietro era pericoloso. Girò decise di continuare pagaiando di buona lena… Inzuppati e fradici giungemmo al porto di Monaco… portato a Nizza dove mi abbigliarono con divisa americana. Angelo Athos Mariani, in Giuseppe Mac Fiorucci, Op. cit.
Il Gruppo Sbarchi (1), di Vallecrosia, emanazione in ultima istanza della locale SAP, ma interagente con varie strutture patriottiche, tra le quali il C.L.N. circondariale di Sanremo tramite il CLN di Bordighera ed il comando della V^ Brigata, comprendeva, tra gli altri, Pietro Gerolamo Girò Marcenaro, citato in diverse testimonianze, come, ad esempio, quella di cui a questo link, di Paolo Pollastro Loi, Achille Andrea Lamberti, comandante del distaccamento S.A.P. di Vallecrosia, Aldo Levis Lotti, commissario del distaccamento S.A.P. di Vallecrosia, Renzo Stienca Rossi, Renzo Biancheri (dai compagni di lotta ricordato sempre nelle testimonianze da loro rese come Rensu u Longu, mentre il nome di battaglia era Gianni), Luciano Mannini (Rosina), Alberto Nino Guglielmi, i fratelli Bartolomeo (Lilò – Volpe) ed Ettore (Lilò – Lupo) Biancheri, Ampelio Elio Bregliano, Renato Plancia Dorgia, Angelo Athos Mariani, Eraldo Mura Fullone, Nino Toro Alampi, Enzo Giribaldi, Francesco Cé Bussi, il quattordicenne Sergio Marcenaro, fratello di Girò, impiegato come staffetta. Da sottolineare la preziosa collaborazione clandestina di un gruppo di bersaglieri, guidati dal sergente Bertelli, l’impegno particolare del dottor Salvatore Marchesi (Turi Salibra/Salvamar), ispettore circondariale del CLN di Sanremo, l’interazione con il Distaccamento SAP di Vallecrosia… E Sergio Marcenaro (classe 1931) racconta che almeno saltuariamente ed almeno agli inizi della sua specifica attività tra i contatti che egli doveva tenere come staffetta per il Gruppo Sbarchi vi erano anche Angelo Calcagno di Camporosso Mare, Romano [“Mano/Mario“] Rondelli, floricoltore, di Camporosso, in seguito sindaco della città nella Giunta della Liberazione insediata il 26 aprile 1945, Annibale [“Pichepein“] Vedovati, di Vallecrosia, falegname in Bordighera. Adriano Maini
… “Leo” dopo alcuni giorni di ricovero in ospedale [per via della grave ferita ricevuta, come si riporta a questo link, l’8 febbraio 1945 > secondo altre fonti il 9 febbraio> in un agguato nazista in Vallecrosia (IM)] e diversi altri nascosto in due differenti case di patrioti , la prima a Bordighera di Renzo “il lungo” Gianni Biancheri, la seconda a Vallecrosia di Achille Andrea Lamberti, venne fatto fuggire dalla S.A.P. (2) di Vallecrosia, che riuscì ad organizzare il suo passaggio in Francia [avvenuto nella notte tra il 5 ed il 6 marzo 1945] con l’impegno dei patrioti Renzo “il lungo” [Renzo Gianni Biancheri], Renzo [Stienca] Rossi, “Rosina” [Luciano Mannini] e “Caronte” [o “Corsaro“, Giulio Pedretti], il quale ultimo compì ben ventisette traversate dall’Italia alla Francia. Rocco Fava, Op. cit.
12 febbraio 1945 – Dal C.L.N. di Sanremo all’ispettore della I^ Zona Operativa Liguria – Comunicava l’elenco dei C.L.N. comunali e rionali costituiti o in via di riconoscimento. Nel comune di Sanremo Bussana, Poggio, San Martino, Centro e Borgo ed altri 3 in corso di riconoscimento. Informava che i Comitati dei comuni di Taggia, Bordighera e Ventimiglia erano già funzionanti, mentre quello di Vallecrosia era in via di riconoscimento. Aggiungeva che i Comitati di Arma di Taggia, Ospedaletti e Coldirodi [rionale] erano già stati riconosciuti. 14 febbraio 1945 – Dal comando della I^ Zona Operativa Liguria al comando della VI^ Divisione “Silvio Bonfante” – Comunicava che “sono imminenti alcuni sbarchi di materiali da parte degli alleati sulle coste controllate dalla II^ Divisione e che i materiali andranno distribuiti tra le Divisioni a seconda delle esigenze…“ 26 febbraio 1945 – Dal C.L.N. di Bordighera, prot. n° 2, al comandante Curto [Nino Siccardi comandante della I^ Zona Operativa Liguria] – Informava che il Comitato era entrato in contatto con il garibaldino Leo [Stefano Carabalona] del Secret Service [OSS statunitense] inviato a Vallecrosia dagli americani per avere notizie sulla 28^ linea; che Leo era poi stato ferito [8 febbraio 1945] da agenti dell’U.P.I. [Ufficio Politico Investigativo della Repubblica di Salò] in seguito a una delazione del suo radiotelegrafista… che Leo aveva parlato della presa di contatto del dottor Kahnemann con il Comando inglese, al quale aveva reso per iscritto i profili di 53 capi delle II^ Divisione, e che Kanheman si era presentato come capo della stessa Divisione… che Leo aveva confermato di essere passato il 10 dicembre 1944 in Francia, dove aveva preso contatto con il Comando americano di Nizza e con il capitano Roberta [capitano inglese Bentley, ufficiale incaricato del collegamento degli alleati con i partigiani del ponente ligure]; che quest’ultimo volle avere molte notizie sugli uomini della II^ Divisione “Felice Cascione”… 1 marzo 1945 – Dal CLN di Sanremo, prot. 350/SIM, al “Capitano Roberta” [Robert Bentley] – Comunicava che nell’occasione venivano inviati i lucidi richiesti in relazione alle operazioni di sbarco materiali progettate dalla Missione Alleata, esprimendo, altresì, rammarico per il ritardo con cui si era proceduto a tale inoltro, ritardo determinato dal rastrellamento nemico del 18 febbraio. [ … Sergio [Giovanni Sibelli, membro del CLN di Alassio e comandante sapista], mercoledì 21 marzo [1945] segnalava a Giorgio [Giorgio Olivero, comandante della VI^ Divisione “Silvio Bonfante”] l’avvenuta sostituzione di persona di un agente segreto degli Alleati con uno spione tedesco. Appena sbarcato nei pressi di Ventimiglia, l’agente alleato, un italiano nativo di Parma, era stato ferito, catturato e ricoverato ad Alassio in un’infermeria tedesca. Un temerario, appartenente ai servizi segreti germanici, aveva assunto le generalità dell’agente ferito e raggiunto i partigiani in qualche distaccamento montano, con una radio ricetrasmittente per accreditare la sua falsa identità. L’efficiente rete ‘sapista’ alassina aveva permesso di segnalare tempestivamente il caso, contribuendo così in modo determinante a sventare la pericolosa infiltrazione… Francesco Biga e Ferruccio Iebole, Op. cit.] 4 aprile 1945 – Dal Rappresentante Alleato [capitano Bentley] al commissario Orsini [Agostino Bramè, commissario politico della V^ Brigata “Luigi Nuvoloni” della II^ Divisione “Felice Cascione”] – Veniva conferito l’incarico di avvisare i responsabili della ricezione degli sbarchi di iniziare le segnalazioni “alle ore 23.15 del giorno 4 c.m. per i 5 giorni successivi, mentre dal giorno 10 al giorno 12 p.v. dovevano iniziare alle ore 24. L’intervallo tra una segnalazione e l’altra doveva essere di 5 minuti“. Si richiedevano chiarimenti sulla lettera del 29 marzo 1945 con la quale era stato comunicato che i tedeschi erano a conoscenza del punto di sbarco. 24 aprile 1945 – Dal Comando della I^ Zona Operativa Liguria al comando della VI^ Divisione “Felice Cascione” – Scriveva che “il capitano “Bartali” [Giovanni Bortoluzzi, già a capo a settembre 1943 di una prima banda di partigiani in Località Vadino di Albenga (IM), poi dirigente sapista in quella zona, capo missione della Divisione “Silvio Bonfante” presso gli Alleati, vicecapo della Missione Alleata nella I^ Zona nei giorni della Liberazione] raggiungerà il comando divisionale in indirizzo e sarà l’incaricato della missione alleata presso il comando divisionale, funzionando da collegamento tra lo scrivente comando ed il comando divisionale. Bartali dipenderà dal capo missione “capitano Roberta” [capitano Bentley]. Si prega di fornire “Bartali” di tutto ciò di cui ha bisogno, nonché di alcune staffette e della puntuale segnalazione di tutte le azioni svolte dalla Divisione”. da documentiIsrecimin Rocco Fava, Op. cit., Tomo II
Parallelamente agli aviolanci nel mese di aprile del 1945, ma in modo più assiduo, nella zona del ponente ligure provenienti dalla Francia avvenivano sbarchi di materiale bellico (diversi Bren, Sten e Breda) a Vallecrosia. Sulla costa, nei punti di incontro stabiliti, garibaldini della V^ Brigata d’Assalto Garibaldi “Luigi Nuvoloni” della II^ Divisione “Felice Cascione” o della locale SAP effettuavano a piccoli intervalli, a partire dalle ore 23 nelle notti concertate previe comunicazioni segrete, segnalazioni luminose all’indirizzo dei natanti di volta in volta in arrivo. Rocco Fava, Op. cit., Tomo I
… Rossi [Renzo Rossi] si accreditò [7 o 8 marzo 1945] presso l’OSS a Nizza. In seguito fece 4 viaggi [recando armi, documenti, uomini di collegamento, materiale vario] via mare dalla Francia [alla costa di Vallecrosia]. Tornò definitivamente in Italia la notte del 27 aprile 1945, sbarcando a Sanremo…Sir Brooks Richards, Secret Flotillas, Vol. II, Paperback, 2013
Un’altra missione partiva tra il 22 e il 23 marzo, la quale tornava tra il 4 e il 5 aprile, con armi e munizioni che erano date in consegna alle SAP di Sanremo. In questo periodo sbarchi ed imbarchi si effettuavano fortunosamente, ora in un luogo, ora in un altro […] le SS, consce di tale collegamento, ma incapaci di sapere alcunché di preciso, effettuavano un rastrellamento in Bordighera, catturando i fratelli Biancheri […] Giungono ancora armi nella notte tra il 10 e l’11, tra il 15 e il 16, e tra il 20 e il 21 del mese di aprile 1945. In questo periodo si attuano collegamenti giornalieri con il CLN di Sanremo, con il comando della Divisione “F. Cascione” e con il Comando I Zona Operativa. Francesco Biga (con la collaborazione di Osvaldo Contestabile), Storia della Resistenza Imperiese (I Zona Liguria), Vol. IV. Da Gennaio 1945 alla Liberazione, ed. Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia, Grafiche Amadeo, 2005
* secondo don Ermando Micheletto, La V ^ Brigata d’Assalto Garibaldi “Luigi Nuvoloni” (Dal Diario di “Domino nero” - Ermando Micheletto), Edizioni Micheletto, Taggia (IM), 1975, Augusto Gianni Bracco era invece il coordinatore della Missione Militare (dei Partigiani Garibaldini) presso il Comando Alleato
** A settembre 1944 insieme a Renzo Rossi partecipai all’incontro con Vitò [Giuseppe Vittorio Guglielmo, detto anche "Ivano", in quel momento comandante della V^ Brigata d'Assalto "Luigi Nuvoloni", da dicembre 1944 comandante della II^ Divisione Garibaldi "Felice Cascione"]. Ci accompagnò Confino, maresciallo dei Carabinieri che aveva aderito alla Resistenza. Vitò investì formalmente Renzo Rossi del compito di organizzare, per la nostra zona, il S.I.M. [Servizio Informazioni Militari] e la S.A.P.: io fui nominato suo agente e collaboratore... Renzo Gianni Biancheri, "Rensu u Longu", in Giuseppe Mac Fiorucci, Op. cit.
*** Nell’estate 1944 i servizi segreti americani avevano inviato sulla costa una rete di informatori, capeggiati da Gino Punzi. Dovendo tornare in Francia, per attraversare le linee Gino Punzi si avvalse della collaborazione di un passeur, dal quale, poiché era passato al soldo dei tedeschi, durante il viaggio venne ucciso. Il comandante tedesco si infuriò perché avrebbe voluto catturare vivo il Gino. Sul suo cadavere furono rinvenuti dei documenti, dai quali i tedeschi vennero a conoscenza del fatto che sarebbero stati inviati altri agenti e telegrafisti alleati. I tedeschi predisposero una trappola... RenzoGianniBiancheri, "Rensu u Longu", in Giuseppe Mac Fiorucci, Op. cit.
Gli sbarchi si susseguirono con invio di armi e anche di agenti radiotelegrafisti per azioni di spionaggio. Tra queste operazioni vi fu la tragica "Operazione Leo", a seguito della "Operazione Gino", di cui non conosco i particolari, ma che mise a repentaglio tutta la nostra organizzazione. Renato "Plancia" Dorgia in Giuseppe Mac Fiorucci, Op. cit
Luigi Gino Punzi, Medaglia d’Argento al Valore Militare, nato ad Acquafondata (Frosinone) nel 1917, già del 5° reggimento di artiglieria alpina, combattè nei Balcani. Luigi Punzi, Medaglia d’Argento al Valore Militare con la seguente motivazione: Combattente in territorio oltre confine non si arrendeva ai tedeschi ed in impari lotta opponeva fiera resistenza mantenendo alto l’onore e il valore del soldato italiano. Benché ferito riusciva a sfuggire alla cattura e unitosi al movimento clandestino francese organizzava la partecipazione al “Maquis” di formazioni partigiane composte di connazionali in Francia. A Peille, Peiracava e alla Turbie si univa ad essi ed eseguiva ardite missioni per collegare e coordinare nella zona di frontiera ed in quella rivierasca l’azione dei partigiani francesi e italiani. Mentre rientrava alla base di ritorno da una missione particolarmente rischiosa, veniva proditoriamente colpito da un sicario prezzolato che lo finiva a colpi di scure. Cadeva nel compimento del dovere dopo aver riassunto nella sua opera le belle virtù come militare e partigiano d’Italia - Alpi Marittime - Ventimiglia, 8 settembre 1943 - 6 gennaio 1945 [in effetti il capitano Punzi venne ucciso il 4 gennaio 1945]
L’8 settembre 1943 colse Punzi nella IV^ armata italiana, presente nel sud-est della Francia. Probabilmente combattè in quei frangenti contro le occupanti truppe naziste e, benché ferito, riuscì a fuggire per unirsi in Costa Azzurra a costituende formazioni partigiane composte di francesi e di connazionali. Una testimonianza scritta, rilasciata in Imperia dal sottocitato Panascì alla fine della guerra, come riportato in Francesco Biga, Storia della Resistenza Imperiese (I^ Zona Liguria), Vol. III. Da settembre a fine anno 1944, ed. Amministrazione Provinciale di Imperia, 1977, lascia emergere che, arrestato a Ventimiglia (IM) nel dicembre 1943, il capitano aveva potuto esibire, per salvarsi, altresì aiutato in questo tentativo dall’interessamento inopinato degli agenti di polizia Antonino Panascì e Gaetano Iannacone, documenti rilasciatigli dal Comando di Milizia Confinaria; che era già attivo nel tentativo di creare una rete clandestina antifascista in provincia di Imperia; che aveva continuato ad operare nel mentovato senso nel ponente ligure, soprattutto tenendo contatti con il già rammentato Panascì. Punzi combatté, poi, valorosamente, alla fine di agosto 1944 con i partigiani francesi del Nizzardo per la liberazione di Peille e dintorni. Ormai stabilmente operativo con l’O.S.S. americano a Villa Petit Rocher, in quel sito dovrebbe avere conosciuto Stefano Leo Carabalona, colà giunto (o ritornato) il 10 dicembre 1944 in qualità di responsabile (con vice Lolli, Giuseppe Longo) della Missione dei partigiani del ponente ligure presso il Comando Alleato.
... In questo frattempo arrivò dalla Francia il Cap. Gino [Luigi Punzi: vedere sopra] per mettere il piano <la missione del capitano inglese Robert Bentley quale ufficiale di collegamento degli alleati con i garibaldini> in esecuzione. La base di sbarco doveva essere il giro del Don, tra Arma di Taggia e Riva Ligure. Mi procurai una casetta nelle vicinanze come punto di appoggio. Tutto era pronto e si attendeva il primo sbarco, quando... saputo che l'ufficiale aveva con sé una forte somma lo rapinò e lo uccise... Domenico Gori Simi, comandante del III° Battaglione "Candido Queirolo" della V^ Brigata d'Assalto Garibaldi "Luigi Nuvoloni" della II^ Divisione in Mario Mascia, Op. cit
Da sinistra, i garibaldini Francesco Cé Garini ed Ampelio Elio Bregliano a Negi - Fonte: Fiorucci, Op. cit.
(2) Composizione, anche secondo quanto riportato in Mario Mascia, "L'epopea dell'esercito scalzo", Ed. ALIS, 1946, ristampa del 1975, del distaccamento S.A.P. di Vallecrosia (IM): oltre Achille Lamberti e Lotti, Nino Toro Alampi, Ezio Amalberti, RenzoGianni Biancheri, Antonio Tom Demonte, Renato Plancia Dorgia, Saverio Ficara, Eraldo Mura Fullone, Francesco Cé Garini, Mario Grossi, Secondino Maccario, Biagio Maiolino, Agostino Marcenaro, Sergio Sergio Marcenaro (quattordicenne staffetta), Domenico Marenco, Maria Martini, Gino Moro, Giobatta Ravera, Pietro Raimondo, Enrico Rondelli, Renzo Stienca Rossi, Ennio Sasso, Giacomo Sasso, Giuseppe Macal Spagarino. Questo Distaccamento S.A.P. faceva capo alla V^ Brigata S.A.P. “Giacomo Matteotti” [con sede a Sanremo (IM), comandante Fortunato Tonio Carretta [che fino dai primi momenti dell'occupazione tedesca lavorò ad organizzare la Resistenza per incarico del PCI, funzionò poi da informatore per il CLN e, a cominciare dal 1° ottobre 1944, darà la sua opera, per il PCI, all'organizzazione del Fronte della Gioventù...Giovanni Strato, Op. cit.] vice comandante Eugenio Carugati, commissario Vincenzo Riveta] della Divisione S.A.P. “Giacinto Menotti Serrati”, unica in provincia di Imperia.
[…]La Val Nervia aveva capisaldi nazifascisti a Dolceacqua (IM) ed a Pigna (IM) in ben munite caserme. Da tali caserme i nemici facevano puntate sui monti sovrastanti per impedire la formazione di bande partigiane. … A Castelvittorio (IM) nella primavera appena iniziata del 1944 si organizzava una banda autonoma di oppositori ai tedeschi. Erano, per lo più, giovani della zona. Anche a Buggio [Frazione di Pigna (IM)] si tentò una organizzazione, poi un poco infiacchita e ripresa quando si congiunse con un’altra banda a Carmo Langan [nel comune di Castelvittorio (IM)]…
don Ermando Micheletto, La V^ Brigata d’Assalto Garibaldi “Luigi Nuvoloni” (Dal Diario di Domino nero Ermando Micheletto), Edizioni Micheletto, Taggia (IM), 1975
Gli uomini del distaccamento di Vittò e di Erven (5° distaccamento) nelle ore pomeridiane del… [10 giugno 1944], si recano a Castel Vittorio, e si intrattengono nel paese, cantando inni partigiani. Restano fino a tarda sera. Quando partono, i fascisti che sono a Pigna, incominciano a sparare. I partigiani, mentre si allontanano, sentono gli spari… A Passo Muratone vi erano cinque o sei guardie di finanza della repubblica di Salò. La pattuglia partigiana è comandata da Assalto [Carlo Peverello, nato a Castelvittorio il 28 febbraio 1923]. I partigiani, in tutto, erano circa una ventina, fra cui: Serpe [Isidoro Faraldi, in seguito comandante del IV° Distaccamento del II° battaglione “Marco Dino Rossi” della V^ Brigata d’Assalto Garibaldi “Luigi Nuvoloni” della II^ Divisione “Felice Cascione“], Guido di Cetta, Marconi [Gino Asplanato] di Castel Vittorio, e i giovinetti Géna e Spezia (o «Scarzéna») [Pietro Bodrato, nato a Lerici, classe 1927]. L’azione era difficile per la posizione della caserma, che aveva alle spalle il monte e davanti lo strapiombo. A compiere l’attacco fu Assalto, insieme con Géna e Spezia…
Giovanni Strato, Storia della Resistenza Imperiese(I^ zona Liguria) – Vol. I: La Resistenza nella provincia di Imperia dalle origini a metà giugno 1944, Sabatelli Editore, Savona, 1976
[…] Eravamo verso la fine di agosto del 1944. Il Comandante Vitò aveva previsto nel consiglio di stato maggiore ogni possibilità di attacco. La sera prima dell’attacco stabilito, una numerosa colonna di tedeschi arrivò a Pigna. Il comando partigiano allora si radunò a Monte Vetta [nel comune di Castelvittorio (IM)] per studiare la nuova situazione. Intanto, nella stessa notte dell’arrivo dei tedeschi, Fuoco con alcuni suoi uomini, il suo gruppo volante di distruttori, con Pagasempre [anche Ruffini, Arnolfo Ravetti, poco tempo dopo capo di Stato Maggiore della V^ Brigata e con uomini decisi di Castelvittorio, erano andati verso Dolceacqua per minare un ponte e tagliare la ritirata ai tedeschi. Ma le sorprese sono sempre in agguato. Lo avevano trovato presidiato. Si dovettero ritirare e mentre ritornavano verso Pigna, camminando a mezza costa per essere nascosti, si accorsero che i nazifascisti abbandonavano Pigna. I troppi attacchi avevano loro consigliato il ripiegamento su lsolabona e Dolceacqua. Tra gli attacchi che indusssero i tedeschi ad andarsene, vi furono continui disturbi degli uomini del distaccamento di Castelvittorio (IM), guidato da Fuoco [Marco Dino Rossi]. don Ermando Micheletto, Op. cit.
[…] A Langan i partigiani presero le mie generalità e mi diedero Rodi quale nome di battaglia. Nei giorni successivi, Bruno Luppi * costituì un distaccamento [il V° dell’allora IX^ Brigata d’Assalto Garibaldi “Felice Cascione”, formata il 20 giugno 1944 e diventata il 7 luglio 1944 II^ Divisione “Felice Cascione”] di una trentina di uomini con base in un bosco vicino alla frazione Vignai, nel comune di Baiardo: il gruppo aveva lo scopo di isolare la postazione tedesca sul monte Ceppo, che impediva il transito da Baiardo a Langan. Io entrai a far parte del distaccamento in qualità di portaordini e il 26 giugno 1944 ricevetti il battesimo del fuoco. […] già alla fine di luglio formammo un nuovo distaccamento agli ordini del comandante Mosconi [Basilio Moscone] e tornammo nei boschi intorno a Castel Vittorio. In settembre partimmo poi per Cima di Marta, con l’incarico di stare di vedetta per controllare che non arrivassero tedeschi dalla Val Roia. Là rimasi fino al rastrellamento dell’8 ottobre, quando Langan fu di nuovo occupata e noi dovemmo ritirarci a Piaggia (CN), poi alle falde del Mongioie, in Piemonte. […] Stefano Rodi Millo [conosciuto soprattutto come Mario] in Marco Cassioli, Ai confini occidentali della Liguria. Castel Vittorio dal medioevo alla Resistenza, Comune di Castel Vittorio, Grafiche Amadeo, Chiusanico (IM), 2006
[…] Poi l’8 ottobre 1944 i nazifascisti fecero un grosso rastrellamento in tutta la provincia di Imperia, così le formazioni partigiane che operavano nella zona dovettero ritirarsi fino in Piemonte, ai piedi del Mongioie. Il 22 novembre 1944 i comandanti ci dissero di tornare a casa per trascorrere l’inverno al sicuro, in attesa di riprendere la lotta in primavera. Italo [Italo Rebaudo, nato a Castelvittorio nel 1924, “Falce“] ed io rientrammo quindi a Castelvittorio, passando i mesi di dicembre, gennaio e febbraio nascosti in una tana, in regione Viameglio.[…] Giacomo Romolo Rebaudo in Marco Cassioli, Op. cit.
Uno dei fatti più orrendi, solo secondo a quello di Torre Paponi, accade il 3 dicembre 1944 nell’alta Val Nervia, quando duecento uomini combattenti tedeschi, bersaglieri repubblichini e brigatisti neri, provenienti da Dolceacqua (IM) raggiungono il paese di Castelvittorio (IM) per rastrellare la zona. Dal giorno che un reparto tedesco si era insidiato nell’abitato (8 ottobre 1944) la popolazione, benchè costretta a subire continue violenze, aveva fatto capire da quali sentimenti era animata. […] Appunto il 3 dicembre si presenta l’occasione per la rappresaglia. All’alba, iniziato il rastrellamento a monte Gordale, dove i tedeschi sapevano esservi partigiani alloggiati e riforniti di viveri dalla popolazione di Castelvittorio, si accende una sparatoria durante la quale un sott’ufficiale nemico rimane ferito.
La reazione è immediata e si abbatte spietata ed inesorabile sui contadini.[…] cinque minuti dopo giunge l’ordine di fucilare i diciannove catturati: dieci in un luogo e nove in un altro.
Prima dell’esecuzione, a tutti viene promessa salva la vita se avessero svelato l’ubicazione del rifugio partigiano, dal quale erano partite le fucilate, ma nessuno parla.
[…] Emilio Allavena [Tramvai] e Giovanni Orengo (Tumelin) emergono ancora di più da questo eccidio senza pari in Val Nervia. La lezione che il nemico vuole impartire al paese non è ancora finita: ai due suddetti, accusati di aver rifornito i garibaldini, viene riservata la fucilazione da eseguirsi sulla pubblica piazza del paese. […] Francesco Biga, “Storia della Resistenza imperiese”, Vol. III, Da agosto a dicembre 1944, ed. Amministrazione Provinciale di Imperia, Milanostampa, 1977
< 7 gennaio 1945 – Dal comando del I° Battaglione “Mario Bini” [in quel momento era ancora comandante del Battaglione “Danko” Giovanni Gatti] della V^ Brigata “Luigi Nuvoloni” della II^ Divisione “Felice Cascione” al comando della V^ Brigata [comandante “Fragola Doria” Armando Izzo] – Relazione militare: a Pigna si trovavano 80 soldati nemici, mentre a Buggio [Frazione di Pigna (IM)], Castelvittorio (IM), Ormea (CN), Garessio (IM), Testa d’Alpe e Passo Muratone [Località di Pigna (IM)] erano stanziate alcune batterie nemiche… < 18 febbraio 1945 – Dalla Sezione SIM del II° Battaglione “Marco Dino Rossi” della V^ Brigata “Luigi Nuvoloni” della II^ Divisione “Felice Cascione”, prot. n° 3, al comando della V^ Brigata – Comunicava che il giorno prima, 17 febbraio, i partigiani di “Serpe” [Isidoro Faraldi] e di “Olmo” [Giobatta Moraldo] avevano attaccato a Carmo Langan [località di Castelvittorio (IM)] una pattuglia nemica composta da 8 tedeschi e 3 fascisti, tutti catturati, altresì ottenendo come bottino 1 Mayerling, 1 Breda, 1 Sten, alcune bombe a mano e diverse munizioni
< 22 marzo 1945 – Dalla Sezione SIM [Servizio Informazioni Militari] della V^ Brigata della II^ Divisione “Felice Cascione”, prot. n° 352, alla Sezione SIM della II^ Divisione – Comunicava che… a Carmo Langan [Castelvittorio (IM)] si trovavano 70 tedeschi… < 23 marzo 1945 – Dalla Sezione SIM [Servizio Informazioni Militari] della V^ Brigata “Luigi Nuvoloni”, prot. n° 353, al comando della I^ Zona Operativa Liguria ed al comando della II^ Divisione “Felice Cascione” – Comunicava che Castelvittorio, dove passavano saltuariamente tedeschi da Pigna e da Baiardo, non era in quel momento presidiata da truppe nemiche… che tra Castelvittorio e Pigna erano stati fermati 100 uomini che il nemico stava per inviare sulla “frontiera italo-francese per eseguire lavori di fortificazioni militari”; che questi uomini dopo una settimana sarebbero stati sostituiti…
< 10 aprile 1945 – Dal comando della IV^ Brigata “Elsio Guarrini” della II^ Divisione “Felice Cascione” al Comando Operativo della I^ Zona Liguria – Comunicava … che l’8 aprile 70 SS tedesche avevano “effettuato una puntata ad Arzene-Costa di Carpasio-Carpasio, uccidendo 3 borghesi prima di fare ritorno a Castelvittorio passando per S. Bernardo di Conio”.
< 17 aprile 1945 – Dal comando del I° Distaccamento “Riccardo ‘Cardù’ Vitali” [comandante “Sergio” Guido Lanteri] del I° Battaglione “Mario Bini” [comandante “Figaro” Vincenzo Orengo] della V^ Brigata “Luigi Nuvoloni” della II^ Divisione “Felice Cascione” al comando della V^ Brigata – Comunicava che quella mattina una squadra al comando di “Tritolo” [Pier Luigi Daniele] aveva attaccato il presidio nemico di Carmo Langan sottolineando che, dopo aver piazzato il mortaio e avere dislocata la squadra in posizione avanzata, venivano fatti esplodere 5 colpi che avevano spinto i soldati del presidio ad uscire allo scoperto, dove venivano bersagliati con i mitragliatori, ma che non si sapeva come e quanti nemici erano stati colpiti perché alcuni colpi di cannone avevano indotto i garibaldini a ritirarsi.
< 23 aprile 1945 – Dal comando del II° Battaglione “Marco Dino Rossi” [comandato da Basilio Mosconi “Moscone”] al comando della V^ Brigata – Comunicava che nella nottata precedente una pattuglia del V° Distaccamento si era portata come da ordini ricevuti a Pigna dove aveva minato la strada di Langan: il tratto minato era 2 km. a nord del Palazzo del Maggiore [in effetti nel comune di Castelvittorio] documentiIsrecim in Rocco Fava di Sanremo (IM), La Resistenza nell’Imperiese. Un saggio di regestazione della documentazione inedita dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia (1 gennaio – 30 Aprile 1945) – Tomo II – Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trieste, Facoltà di Scienze della Formazione, Corso di Laurea in Pedagogia – Anno Accademico 1998 – 1999
… Tucin [Mario Alberti], Giuan Grigiun [Giovanni Orengo], l’Acidu [Giuseppe Verrando] furono tutti membri del C.L.N. di Castelvittorio e nel dopoguerra composero la giunta comunale del paese quando mio padre era sindaco. Con loro c’era anche Giulio Rebaudo… Stefano Rodi Millo in Marco Cassioli, Op. cit.
[ Ed agli abitanti di Castelvittorio presi dal vortice del periodo tragico della Resistenza hanno dedicato pagine indimenticabili, cui si farà riferimento con prossimi articoli, sia Bruno Erven/Herven Luppi *, in Bruno Luppi, Saltapasti, La Pietra, Milano, 1979 ed in altre testimonianze riprese da altri autori, che Italo Calvino, non soltanto in Mario Mascia, L’Epopea dell’Esercito Scalzo, Ed. ALIS, 1946, ristampa del 1975, ma anche in altri suoi scritti ]
* Bruno Luppi. Nato a Novi di Modena l’8 maggio 1916. Figlio di un antifascista, fin da ragazzo prese parte alla lotta clandestina contro il regime fascista e, nel 1935, venne arrestato e incarcerato a Modena. Trasferitosi a Taggia (IM), si inserì nell’organizzazione comunista clandestina di Sanremo (IM). L’8 settembre 1943 era ufficiale dell’esercito quando venne catturato dai tedeschi. Riuscì però a fuggire a Roma dove partecipò ai combattimenti di Porta San Paolo. Tornato nuovamente in Liguria, fu tra gli organizzatori della lotta armata ed entrò a far parte del C.L.N. di Sanremo. Per incarico della Federazione Comunista di Imperia il 20 giugno 1944 organizzò, con altri dirigenti del partito, la prima formazione regolare partigiana del ponente ligure, la IX^ Brigata d’Assalto Garibaldi “Felice Cascione”, con sede nel bosco di Rezzo (IM), la quale diventò a luglio 1944 la II^ Divisione “Felice Cascione”. Il 27 giugno 1944 da comandante di Distaccamento venne gravemente ferito nella battaglia di Sella Carpe tra Baiardo (IM) e Badalucco (IM). Per mesi riuscì avventurosamente, ancorché costretto alla macchia pur nelle sue tragiche condizioni di salute, a sottrarsi alla cattura da parte del nemico. In seguito, appena guarito, assunse la carica di vice commissario della I^ Zona Operativa Liguria. daVittorio Detassis su Isrecim